Capitolo 10 - Giochi pericolosi...

32 7 5
                                    

Appena entrai in classe, andai a sedermi al mio posto, che si trovava, rispetto alla cattedra, in fondo a destra; davanti a me c'erano Filippo Abruzzese e Greta Francesco, una mia amica (anche amica stretta di Federico).
Notai che la mia compagna di banco Anna non era presente.

Alla prima ora avevamo la prof Romano, così Greta chiese alla docente se potesse spostarsi accanto a me per tutta la giornata, visto che anche lei, come me e Anna, non sopportava più gli "scherzetti fastidiosi" di Filippo, per esempio ci rubava l'astuccio, il diario, i fazzoletti (e ce li lanciava addosso), insomma lui era un bambino di prima elementare nel corpo di uno di seconda media.
La prof acconsentì, così la mia amica si spostò.

Le prime due ore passarono molto tranquillamente, leggemmo un racconto di Agatha Christie e lo analizzammo.

Al suono della campanella, la prof ci fece uscire in giardino; anche la classe di Federico si trovava lì, lui era bello come sempre, ebbi anche l'impulso di avvicinarmici, ma non lo feci perchè aveva sempre troppa gente intorno e ciò mi infastidiva, soprattutto se erano ragazze!

Ad un certo punto, Fede girò la testa nella mia direzione e notò che lo stavo letteralmente fissando, infatti, si avvicinò a me.

"Sono troppo affascinante, lo so" disse lui con superiorità, anche se notai che nella sua voce c'era tanta ironia, come sempre del resto.

"Che egocentrico! Stavo semplicemente fissando il vuoto, mi ero imbambolata per qualche secondo" risposi acida.

"Non ti credo, mi stai mentendo!" continuò lui in tono provocatorio.

Ma perchè continuava a stuzzicarmi?

Eh dai, so che ti piacciono queste attenzioni da parte sua😏

Ti prego, coscienza almeno tu, stai zitta una buona volta!

"Ti serve qualcosa?" chiesi spazientita.

"No, volevo solo parlare, ma se non vuoi, me ne vado, ciao"
affermò Fede, per poi andarsene.

"Federico" lo chiamai, lui si girò e si avvicinò.

"A che gioco stai giocando Vanucci?" domandai senza esitazione.

Avevo in testa quel quesito da ormai troppo tempo e desideravo una risposta concreta, non le supposizioni che il mio cervello si creava.

"Questo lo devi scoprire tu" disse per poi, andarsene nuovamente, ma, questa volta, con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

Che si aspettasse che gliel'avrei chiesto?
Che avesse organizzato tutto?

Ero senza parole, quel ragazzo mi lasciava senza parole, ma non in modo positivo.
Che cosa avrei dovuto scoprire?

Le due ore successive passarono abbastanza velocemente, con Greta che mi faceva ridere (e anche distrarre dai miei pensieri, che mi portavano sempre a un ragazzo di nome: "Federico") perchè non sopportava la prof Cucchi, ovvero l'insegnante di musica, che quel giorno ci fece suonare Andante, di Joseph Haydn, con l'ukulele.

Durante il secondo intervallo, Federico non si avvicinò neanche per sbaglio a me.

Nella mia mente frullava ancora la frase che Fede aveva pronunciato.
Dovevo sapere altrimenti non mi sarei data pace, ma come potevo fare?

Voi direte, vai da lui e chiediglielo ma, per me, non era affatto semplice, era già tanto se ero riuscita a porgli una domanda, senza che lui "attaccasse bottone", nell'ultima parte della conversazione.
Dovevo trovare un'altra tecnica per domandarglielo.

Alle ultime due ore, c'era Tecnologia, con la Garozzi, una prof che, sostanzialmente quasi nessuno ascoltava, soprattutto durante l'ora di pratica.

"Ragazzi, oggi non faremo teoria, ma solo pratica, perciò prendete il libro a pag. 38 che faremo le tavole n° 45 e 46-, disse la prof, -aspettate, ma perchè la Francesco si trova là?" chiese la Garozzi indicando Greta.
"Ho chiesto alla Romano e lei mi ha detto che ci potevo stare visto che Anna non c'è oggi" disse la mia amica in sua difesa.
"No, ragazzi, non voglio spostamenti di alcun tipo, torna al tuo posto!
Non voglio sentire storie" ribadì la docente.
"Non voglio sentire storie" la scimmiottò, a bassa voce per non farsi sentire, la ragazza, così, a malincuore, fece ciò che le era stato detto.

Perfetti Sconosciuti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora