Prologo

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-Mamma! Sono arrivata!- Gridò la mora, sperando che la madre fosse in casa.
La nuova abitazione non le piaceva molto, forse la parte che preferiva era camera sua.
-Oh, ecco l'ultimo pacco!- Disse la madre, imitando la voce della figlia.
Quando faceva così era odiosa.
Pensava di essere giovane, ma a quarantatré anni la giovinezza inizia a svanire, mentre compaiono le prime piccole rughe. Tuttavia, andava ogni sabato sera in discoteche latinoamericane e tornava la sera tardi, molto tardi. In un certo senso se lo poteva permettere perché sembrava più giovane rispetto ad una donna della sua stessa età.
Brenda la invidiava.
La donna si stava vivendo l'adolescenza della figlia, mentre quest'ultima rimaneva a casa. Ogni tanto puliva e lavava i piatti che la mamma lasciava sporchi nel lavello. Brenda era una ragazza molto responsabile: lei aveva disfatto i pacchi e sempre lei aveva dato una spolverata all'abitazione nuova.
In compenso la donna dai capelli neri aveva messo in ordine camera sua, questo doveva riconoscerglielo.
D'altronde, doveva nascondere i soldi e altri oggetti vari. Brenda non poteva di certo farlo, e non osava nemmeno immaginare quali segreti nascondesse sua madre per essere così tanto gelosa di camera sua. Prima di uscire la chiudeva sempre a chiave, anche nella casa vecchia era così e stranamente a suo padre andava bene.
La ragazzina era una testona; non amava farsi dare ordini e, sopratutto, non amava quando qualcuno si prendeva gioco di lei e del suo passato, cosa già successa prima del trasferimento.
Il mondo l'aveva portata a crescere più velocemente rispetto ai ragazzi e alle ragazze della sua età e questo la faceva sentire sempre a disagio.
Come quando pensava al fatto che le sue coetanee fossero sempre piene di ragazzi, mentre lei ne aveva avuti un paio e non erano state nemmeno storie serie; ma a lei andava bene così. Oramai era abituata al fatto che nessuno si accorgesse di lei. Aveva capito che non fosse essenziale. Aveva capito anche che, se non ci rimuginava troppo, si poteva anche affrontare una vita decente.
Aspettava solo la fine della scuola per potersi trasferire in Australia, nella città di Adelaide, e iniziare da zero: niente mamma, niente Italia, niente persone che avrebbero potuto raggiungerla. Era così inutile che nessuno sarebbe volato dall'altra parte del mondo per lei. Lo sapeva e le andava bene anche quello.
Era rassegnata.
-Che mangiamo 'sta sera?- Chiese mentre posava l'ultimo scatolone della sua camera.
Era già quasi tutto al proprio posto. Nel pacco appena posato aveva messo tutti i libri che aveva letto e non erano difficili da riordinare, bastava la libreria.
Voleva che quella camera fosse presentabile almeno per i primi mesi, così che i nuovi colleghi di Torino di sua madre non avrebbero pensato: -Che schifo.- e la donna non le avrebbe ripetuto in continuazione: -Metti in ordine!- A volte il ruolo della mamma le calzava a pennello, quasi come il ruolo di un adolescente.
-Penso che ordineremo una pizza.-
Se c'era una cosa che amava era la pizza, e, per qualche inspiegabile ragione, le balenò in testa il ricordo del suo papà.
Cercava di cacciare via il suo pensiero per non piangere come una bambina ogni volta, ma puntualmente falliva.
Un groppo alla gola le impedì di protestare, così la mamma lo prese come segno di consenso, seguendo la legge del "chi tace acconsente."
Brenda intanto si era chiusa in camera sua a piangere, cercando di non singhiozzare troppo rumorosamente, soffocando i singhiozzi nel cuscino, ancora senza una fodera.
Alzati...
Ce la posso fare...
Si obbligava a pensare.
Prese un forte respiro, si asciugò le lacrime leggermente salate con il bordo della maglietta e uscì dalla camera.
Poco dopo arrivarono le pizze, che mangiarono con il sottofondo della televisione.
La ragazza non capiva come poteva la madre non pensare a quello che la vita, o chissà chi, le aveva tolto.
Brenda si sentiva costantemente pressata da un miscuglio tra nausea, disperazione e senso di colpa. Tutte queste emozioni finivano per sfociare dagli occhi marrone chiaro della ragazza, per poi cadere sul cuscino, quasi sempre umido delle sue lacrime.

-Allora Brenda... Pronta per la tua nuova vita?- Chiese con troppo entusiasmo la mamma. Purtroppo era fatta così, non riusciva a mascherare i sentimenti che provava, al contrario di sua figlia, lei ci riusciva benissimo.
-Tanto oramai siamo qui, no?- Chiese in una domanda retorica.
Iniziare una nuova scuola la spaventava ma aveva bisogno di cambiare aria, forse avrebbe finalmente dato una svolta alla sua vita.

Unpredictable|| Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora