6 - latte e cereali

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Le ore passano in fretta.
Durante il pomeriggio lego soprattutto con Andrea e con Pietro, ma mi rammarico di non esser riuscita a conoscere le ragazze di cui Huda parla spesso, in particolare Gin, che lavora con loro.
Ma come dicevo le ore passano veloci, troppo, sono le 19:00 quando mi accorgo dell'orario, mi trovo da sola nella stanza poiché Huda e Erin erano usciti a fumare mentre gli altri lavoravano, perciò inizio a impanicarmi.

Il mio cuore inizia a battere più forte, e improvvisamente tutti i pensieri che avevo cercato di mettere da parte durante la giornata riaffiorano. Ripenso a casa, a quello che ho lasciato in sospeso. Alessia.
La nostra litigata di stamattina mi rimbomba ancora nella testa. Le sue parole dure, il modo in cui mi ha guardato prima che uscissi di casa.
Poi penso alle faccende che la stessa sicuramente non avrà svolto, al disordine in casa, alla cena da preparare, allo studio e tutte quelle cose semplici che con la mia coinquilina diventano delle imprese impossibili.
Mi sento come se un peso enorme stesse schiacciando il mio petto.

Questo é quello che mi porta la mia ansia, a tremare dal nulla anche per cavolate, come l'orario.

Con le gambe tremolanti mi alzo quindi dalla sedia per andare in bagno cercando di non far notare a nessuno di questa mia 'crisi' ma qualcuno mi ferma dal polso, è Duccio.

D: 'siediti' mi dice lui con voce calma
C: 'non ti preoccupare, va tutto bene, stavo solo andando in bagno' rispondo io con la voce che mi trema mentre cerco disperatamente di fingere che tutto sia sotto controllo, ma so che non è così, e so che anche lui lo sta vedendo.
D: 'se va tutto bene siediti qui con me' insiste, guardandomi dritto negli occhi.

Il suo sguardo mi trapassa, come se potesse vedere dentro di me, e sento il battito accelerare sempre di più, fino a farmi mancare il fiato. Vorrei scappare, allontanarmi da quella situazione che mi mette a nudo, ma le gambe sembrano bloccate, come se non mi appartenessero più.

C: 'basta ti prego' scoppio a piangere, all'improvviso non riesco più a trattenere la confusione che mi stringe il petto da tutto il giorno.

Lui non dice nulla. Si alza lentamente, mi prende delicatamente per mano e mi accompagna in bagno. Ogni passo sembra durare un'eternità, e mi sento vulnerabile, esposta, ma al tempo stesso grata per la sua presenza calma e sicura. Una volta li, mi sciacqua il viso con acqua fresca, i suoi gesti sono così attenti e gentili che mi sembra quasi surreale. Mi aiuta a controllare il respiro, con parole morbide e rassicuranti, e piano piano inizio a calmarmi. Il panico si dissolve lentamente, lasciando spazio a una stanchezza profonda.

C: 'grazie davvero, e scusa se ti ho risposto male prima' dico asciugandomi le ultime lacrime imbarazzata
D: 'non serve scusarsi' mi accenna un mezzo sorriso e mi invita a tornare dagli altri

Mentre stiamo tornando nel salotto sento una leggera esitazione. Parte di me vorrebbe restare lì, in quel bagno, in quella bolla di sicurezza che si è creata tra noi, o meglio, che Duccio ha creato per me.
Vorrei chiedergli perché è così gentile con me, perché sembra importargli davvero, ma non ho il coraggio di farlo.
Quindi lo seguo in silenzio, con il cuore ancora pesante ma un po' più leggero grazie a lui.

H: 'dov'eri finita mi hai fatto preoccupare' mi corre incontro
C: 'è tardi devo tornare' mi limito a dirle
H: 'ti faccio accompagnare da qualcuno...'

in quel momento sullo schermo del telefono mi appare una notifica dalla mia coinquilina e mi si imprime nuovamente in testa la discussione della mattina, il fiato diventa di nuovo corto e ricomincio a tremare.

Questa volta sono in mezzo agli altri e questo mi mette doppiamente a disagio, incrocio lo sguardo di Duccio che capisce subito e mi riprende per mano guardandomi negli occhi.
Il calore dei suoi palmi a contatto con le mie mani riescono a scogliere lentamente la tensione che mi stava attraversando mentre il suo sguardo fisso è per me come un'ancora.
Cosí, il respiro, un po' alla volta, riprende un ritmo regolare.
Huda mi guarda stupita, lei sa quanto è difficile tranquillizzarmi a volte.

H: 'ma cos'è successo?' mi chiede mentre mi tira in disparte
C: 'un messaggio da Alessia, non l'ho più sentita dopo la discussione di stamattina' le rispondo e poi le racconto brevemente la conversazione che ho avuto con la ragazza quella mattina
H: 'che stronza, ei senti ho un'idea, ma perché non rimani qui? e domani andiamo insieme a Firenze'
C: 'sarebbe bellissimo ma non ho vestiti dietro e poi te non hai posto in casa'
H: 'Dario può dormire da Pietro per una notte e tu puoi usare i miei vestiti'
la abbraccio e quasi scoppio a piangere dalla gioia.

L'idea di rimanere qui, con lei, di passare una notte lontana da tutto quel caos, mi sembra un sogno.
Huda è sempre stata il mio rifugio sicuro, l'amica che sa cosa dire e fare per farmi sentire amata, l'amica che coglie sempre il momento giusto, che sa distinguere le situazioni e per questo non è mai fuori luogo.
Ora, mi sta offrendo un porto in mezzo alla tempesta, un modo per sfuggire, anche solo per un po', a tutto ciò che mi sta soffocando a casa.

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questo è il capitolo più importante e lungo fino ad ora e devo dire che mi piace abbastanza, fatemi sapere cosa ne pensate🫶🏻

triste nuvola - piccolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora