11 - come un coltello

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pov's Chiara
H: 'vi muovete che voglio fermarmi a fare colazione' urla la mia amica
C: 'stiamo arrivando' gli rispondo io scendendo le scale
H: 'ce l'avete fatta finalmente voi due' afferma facendo una smorfia che io contraccambio
H: 'dai salite' ci dice indicandoci la macchina.

Io e Piccolo ci sediamo sui sedili di dietro mentre Huda e Dario stanno davanti nella macchina che in realtà sarebbe di Duccio ma che stamattina non aveva intenzione di guidare, usando persino la scusa della stanchezza accusando me di avergli tirato troppi calci nel sonno.

Così a guidare é Dario, mentre Huda soffre la macchina, quindi, ci sembrava giusto stesse davanti lei.

H: 'com'é andata stanotte con la tua nuova coinquilina?' chiede la mia amica al ragazzo seduto accanto a me, coinquilina? starà scherzando
C: 'si adesso non esagerare, coinquilina mi sembra esagerato' rispondo ridendo
H: 'veramente non gliel'hai ancora chiesto?' sbuffa lei sempre guardando Duccio
C: 'scusate ma di cosa state parlando?' inizio a essere confusa, vedo Duccio che si gira verso di me e mi fa uno di quei suoi classici sorrisi dolci
Du: 'mi chiedevo se ti andasse di stare da me fino a quando non trovi una sistemazione migliore'
C: 'ma io un appartamento ce l'ho già' rispondo stranita cercando di resistere alla vista dei sui occhi
H: 'amore stamattina ha chiamato la tua coinquilina... dico solo che non é il caso di tornare da lei' sento la voce della mia amica farsi seria
Du: 'ho risposto io visto che tu eri in doccia e...'
C: 'e cosa?' inizio a sentire i battiti accelerarsi, non stavo capendo quello che era successo, mi sembrava una mattinata tranquilla, un momento di quiete in questi mesi complicati, e invece anche questa volta c'era qualcosa che non andava.
H: 'semplicemente non ti lasceremo tornare da lei, oggi dopo l'uni torneremo in quell'appartamento solo a prendere la tua roba, o almeno quella che é rimasta e poi starai da Piccolo' dice Huda tutto d'un fiato come se io non avessi possibilità di ribattere.
C: 'in che senso quella che é rimasta? e poi come potrei mai andare a vivere a casa di una persona che conosco da un giorno, soprattutto visto che avete deciso tutto senza di me, usando anche il mio telefono senza il mio consenso' le parole uscivano dalla mia bocca senza che io potessi controllarle, ormai non ci vedevo più dal nervoso, avrei lasciato quell'appartamento e la mia coinquilina subito, era insopportabile e mi procurava stress ogni giorno, ma non potevo accettare che questa decisione venisse presa da qualcun altro.

Du: 'la persona da cui non ti vuoi separare ieri sera vista la tua assenza ha deciso di dare un festino nel tuo bel appartamento, ubriacarsi e strappare la maggior parte dei tuoi vestiti, dopodiché stamattina ha chiamato per minacciarti ed è finita per farlo anche con me ma a quanto pare ti piace vivere così, io volevo solo aiutarti ma non mi sembra che ciò ti possa interessare' afferma il ragazzo dai capelli rossi con una voce ferita fissando il vuoto, dopodiché si ricompone e si mette delle cuffiette come se non ci fosse nessuno intorno a lui.

Rimango con gli occhi sbarrati, incapace di muovermi.
Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da parte sua.
Duccio, sempre così dolce e comprensivo, ora sembra così distante, ferito, e ne ha tutte le ragioni dopo che una perfetta sconosciuta gli ha urlato contro tutto ciò che non meritava di sentirsi dire.

È come se le mie parole avessero spezzato qualcosa tra noi, qualcosa che forse neanche sapevo esistesse, ma ora mi sentivo maledettamente in colpa.

H: 'Dario per favore fermati al primo bar che incontriamo per la strada che ho bisogno di parlare con Chiara' sussurra Huda come se io non la sentissi
C: 'guarda che io non ho le cuffie, ti sento benissimo e non possiamo fermarci o faremo tardi all'università'
H: 'Chiara fanculo l'università, qua si tratta di cose più importanti, non hai idea di ciò che ha detto Alessia in chiamata a Piccolo stamattina e adesso probabilmente non te ne sei neanche accorta ma stai piangendo, lo sai anche tu che ciò che hai detto non lo pensi' queste parole mi colpiscono duramente, il tono di voce é alto e ciò mi spaventa ancora di piú, odio ferire le persone che ho intorno senza rendermene conto, come ho potuto fare questa scenata davanti alle uniche persone che mi vogliono aiutare? Duccio ha ragione, non voglio essere aiutata.

Scoppio a piangere e i singhiozzi mi fanno mancare sempre di più il respiro
H: 'ti prego fermati appena riesci' riesco a sentire la voce preoccupata della mia amica implorare Dario.

Il panico prende sempre più il sopravvento insieme ai pensieri, ogni volta mi sembra di non potercela fare, sento delle mani accarezzarmi i capelli per poi legarmeli, mi giro e trovo conforto negli occhi chiari del ragazzo del sedile accanto che mi porge dell'acqua e una pastiglia, dopodiché mi fa coricare con la testa appoggiata sulle sue gambe e inizia a farmi i grattini sul braccio che piano piano mi aiutano a calmarmi.

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eccoci qui con un altro capitolo!

mi sono dimenticata di postarlo ieri e stavo pensando quindi di cambiare il giorno di pubblicazione in sabato al posto di venerdì

Mi mette un sacco di tristezza questo capitolo infatti volevo modificarlo un po' ma non ci sono riuscita, non vi nascondo che non mi piace tanto ahahah

comunque grazie mille sempre per le stelline ⭐️

spero di riuscire ad aggiornare sempre regolarmente anche se a scuola sta diventando più dura e mi sta passando un po' la voglia di scrivere purtroppo
vabbè a settimana prossima🫶🏻

triste nuvola - piccolo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora