15. Valori di famiglia/2

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[Francesco]

Non appena fu solo, saltò sul letto, ricadendo steso sulla pancia, il bruciore che restava stretto sotto le mutande, e strapazzò il cuscino, urlandogli dentro e tirando un pugno sul materasso. Poi si tirò su, badando a non strofinare il sedere sul letto.

Valutò il da farsi. Non voleva dargliela vinta. Voleva metterlo alle strette, costringerlo a decidere, mantenere la promessa e dargli una punizione immeritata ed esagerata oppure, magari, fare un passo indietro. Pensò però ad Halloween, la festa imminente, ripercorse le riflessioni di quel pomeriggio, l'elaborazione della novità, la minaccia degli sculaccioni d'avvertimento, atti a modificare e correggere il suo cattivo comportamento... si costrinse ad indossare di nuovo la maschera del bambino ubbidiente. Era meglio convincere suo padre che fosse bastato quanto fatto a piegarlo, per non dover pagare le conseguenze. Anche se le nuove punizioni dovevano salvaguardare le sue uscite, feste, incontri con gli amici, la festa di Halloween rischiava, a maggior ragione che le condizioni sarebbero state difficili da digerire: era una festa organizzata dai ragazzi di un'altra classe, non conosceva l'organizzatore, non avrebbe potuto fornire numeri e recapiti, come spesso sua madre esigeva quando andava da un compagno, e intendeva allungare l'orario di rientro.

Aveva messo i jeans, per prima cosa, anche se era l'ultima che desiderava fare, ma di uscire per casa in mutande non voleva saperne, magari si vedeva pure l'alone di rossore tutto intorno alle mutande. Ripose il telo bagnato, andò in cerca del mocio, ma fu costretto a chiedere alla mamma, che intanto si stava truccando in camera da letto, davanti lo specchio, e il tavolino con i trucchi e i gioielli.

"Franci, ti sei fatto sculacciare di nuovo da papà?", aveva commentato sua madre, mentre metteva l'ombretto, guardando fisso lo specchio. "Perché devi arrivare a questo punto? Bastava obbedire, perché devi farti..."

"Era solo una cosa di avvertimento", ribatté, la voce spezzata. Non voleva ammettere di esser stato punito, provò a derubricarla come sculaccione d'avvertimento, anche se era stato più di uno e gli aveva abbassato le mutande.

"Il mocio è in lavanderia, ma prendi anche il secchio", aveva risposto sua madre, come a ignorare la storia della sculacciata. Non aggiunse altro e si diede da fare, sperando bastasse quel gesto a rimetter a posto le cose. 

Aveva passato il mocio, asciugato l'acqua, poi, dopo aver rimesso tutto a posto, s'era asciugato i capelli, ancora a petto nudo, perché ormai erano quasi asciutti e poi rischiava di non poterli modellare con le dita, cosa che preferiva a dover usare il pettine. Infine, si vestì come ordinato, la camicia dello zio e un maglione blu scuro che gli veniva un po' corto, motivo per cui dovette mettere la camicia dentro i pantaloni. Sperò che suo padre non dicesse nulla sui jeans, né sulle converse, anche se quelle nere erano ormai classiche.

"Ohhh, vedi come stai bene?" lo sorprese suo padre, il tono amorevole e soddisfatto, fin troppo, in effetti. Era vestito anche lui, troppo formale: un gilè scuro, che nascondeva una camicia, e poi sopra una giacca, non di quelle eleganti che metteva a lavoro, era tipo quella dei professori nei film americani. "Dai, vieni, facciamoci una foto insieme". Come una foto? Suo padre era proprio strano... ma insistette, e non aveva più la voglia o la forza di opporsi. Lo condusse in sala, nell'angolo dal look antiquato, tra i mobili, la poltrona, lo specchio incorniciato. Volle provare con un selfie, stringendolo a sé, ma poi sopraggiunse la mamma e scattò loro una foto. Papà gli aveva messo un braccio sulla spalla, poi si era stretto ancora di più. Francesco s'era sforzato di guardar in camera, lavando via il risentimento per la punizione e il battibecco. Suo padre era contento e gli mostrava affetto, e non era di umore così pessimo da respingerlo.

Sua madre aveva detto che era tempo di uscire, erano in ritardo, e suo padre lo esortò ad andare. Prima di muoversi verso la porta, l'aveva ancora abbracciato con un braccio, la mano era poi scivolata fino al sedere, l'aveva sentito stringergli una natica. "Brucia ancora il culetto?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11 ⏰

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