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Il rumore delle spade in legno che si scontrano una con l'altra riempie quell'enorme giardino. Il fiato corto, le gambe che chiedono pietá e le braccia indolinzite.

Uno, due, tre...
Sono i colpi sferrati che non riescono a colpire e mandare a terra l'avversario, che sbeffeggia alla sua poca bravura.

Mentre cerca di sferrare il colpo che gli avrebbe garantito una possibile vittoria, inciamapa su se stesso, finendo poi contro il petto dell'altro, che prontamente lo sostiene.

Si avvinghia al tessuto della sua maglia, cercando stabilità. Chiude per un'istante gli occhi, riesce a percepire un odore che mai aveva notato.

Legna bruciata e caramello.

Si rese conto solo dopo su chi si  fosse appoggiato, ed era proprio il suo avversario. Arrosì vistosamente quando alzò il capo.

Due rubini

Quelle iridi incandescenti erano puntate sulle sue smeraldo. Mentre le mani erano poste sui suoi fianchi a sorreggerlo, quelle del verdino invece erano poste sull'addome del giovane.

Bakugo:-Non potrai mai sferrare un colpo se non riesci a rimanere in piedi!- si allontanò il biondo da quel contatto, puntando la scatola verso il giovane a terra.

Izuku:-S-scusami K-kacchan!- disse il verdolino in preda al panico.

Bakugo:-Quando la pianterai di chiamarmi in quel ridicolo modo!- disse stufo il biondo, anche se in realtà un soprannome tutto suo gli faceva scalpitare il cuore, ma non lo avrebbe mai ammesso.

Il biondo si piazzò dietro il verdino e lo aiutò ad avere una corretta postura -la gamba destra più avanti- sussurò al suo orecchio, il più giovane ebbe un sussultò a quel contatto, la spada infatti caddè a terra.

Il biondino si stava abituando a quella sua sbadataggine ovviamente però non mancavano le volte in cui si spazientiva. Sorrise.

Bakugo:-Bene ti chiamerò Deku mio principe- si inchinò poi a lui trattenendo un risolino.

Izuku:-C-cosa m-ma io non sono un Deku!- arrosì poi al suo inchino che poco volte aveva ricevuto da quell'arrogante biondino, in quel momento Katsuki o come lo chiamerebbe Izuku, Kacchan, lo fece cadere trionfando per la sedicesima volta contro il vedino.

Izuku:-Sei perfido Kacchan!-disse mettendo le braccia conserte e voltando il capo offeso da quel gesto meschino ed ingiusto.

Una risata contagiosa colpì quell'atmosfera, quando poi i loro sguardi si incrociarono nuovamente, tutto cessò, come se in quel momento ci fossero solo loro in quell'istante interminabile.

Il più grande si voltò dalla parte opposta, lievemente su quel volto si intravedeva un rossore. Non si poteva paragonare di certo a quello di Izuku che voltandosi anche lui da un'altra parte aveva assunto le sembianze di un pomodoro.

Non posso oppormi a questo amore.

Dalla veranda  che dava sul giardino la figura snella di una ragazza non si intravedeva molto, però lei quei due li aveva visti bene. Quella sintonia e quegli sguardi che parlavano più di mille parole, anche lei ora riusciva a sentirle chiaramente. Non aveva però immaginato quanto fosse difficile accettarlo.

La castana rimase immobile alla scena, aveva aperto gli occhi, finalmente lo aveva fatto, come tutti gli avevano detto. Forse è vero che fino a quando non ci hai sbattuto la testa più volte non riuscirai a capire le cose.

Una lacrima sul volto ed uno squarcio nel cuore, una consapevolezza e una rassegnazione. La mente l'aveva giá accettato da tanto tempo, ma il cuore bhe... non era mai riuscito ad accettarlo. Un sorriso e un'alleata in più, per questo amore così cieco ma non per gli occhi.

Shoto's pov:
Lo vedo accucciato, rannicchiato contro il muro, le lacrime trattenute per troppo tempo, che continuano a voler rimanere nascoste. La mia mano finisce sulla sua spalla mentre mi abbasso lentamente.

Cerco di dargli più conforto possibile, accettare un amore non corrisposto deve volerci un po' di tempo, ma questo amore deve essere per forza non corrisposto? Se ci si arrende facilmente si.

Iida:-N-non ho speranza vero..?- disse solo

Shoto:-Se invece l'avessi!?-dissi serio guardandolo, alzò il capo verso la mia direzione, sorrise amaramente :-Di certo stando qui non riusciraì ad avere speranza!- mi bloccò

Iida:-È inutile, l'hai vista! Per tutto questo tempo pensava unicamente a Midoriya-kun!- mi rispose rassegnato - Non si è minimamente chiesta cosa provassero le persone accanto a lei-

Shoto:-Alzati forza!- sospirai prima di riprendere -Non ti assicuro che sará facile conquistarla, ma se nemmeno ci provi non potrai saperlo!- lo aiutai ad alzarsi e lo guardai dritto negli occhi -Va da lei, anche se non dovesse volerlo, va da lei- dissi deciso, lo vidi sorride, mi ringraziò chinando il capo e corse via subito.

Alzai il volto verso il cielo, fecendomi così cullare dal dolce venticello che spettinava i miei capelli. Mi ritrovai così a pensare, prendendo poi a camminare.

Narratore's pov:
Corse verso il palazzo in cui lavorava lei, forse aveva ragione il suo amico, forse qualcosa poteva capire e forse quel qualcosa poteva cambiarlo proprio lui.

Entrando nel palazzo la cercò subito, aiutato poi dalle altre inservienti, conducendolo così nella veranda esterna. La vide proprio lì, con alcune lacrime sul volto mentre stava rientrando dentro.

Una stretta sul suo petto, mandò giù un groppo di saliva, mentre pensava a quali parole poter usare per consolare la castana. Li aveva visti anche lui di sfuggita dalla vetrata, sapeva anche molto bene il sentimento che provava la ragazza verso il verdino ma sapeva anche molto bene il dolore per un amore non corrisposto.

Uraraka:-M-mi...d-dispiace- singhiozzo la giovane -S-sono...s-s-stata una grande egoista- continuò lei cominciando di nuovo a piangere. Il giovane le corse incontro stringendola a sè, capiva a pieno le emozioni che provava in quel momento.

Sapeva bene che lei gli avesse fatto male, ma la abbraccio comunque e la strinse forte, facendole capire che non si sarebbe arreso facilmente. Ci voleva tempo per guarire completamente ma l'avrebbero fatto insieme.

La luna chiara e splendida era alta nel cielo e le stelle luminose come non mai, a volte quando ci fermiamo a guardare la luna è come se ci dimenticassimo delle stelle attorno, le iridi, uguali, anche loro  si scontrano e non smettono più di guardarsi,proprio come se ci fossero solo loro, simili ai magneti.

Di lì a momenti sarebbe giunta l'ora di fare prendere volo alle lanterne sul lago, tutti erano entusiasti di quella serata tanto amata dal popolo.

I due giovani continuavano a scambiarsi occhiate fuggiasche, qualche volta beccandosi a guardarsi a vicenda. Un meccanismo così magnetico e irrazionale. Falso era chi diceva che gli occhi non parlano, perché proprio quelle iridi confermavano il contrario.

Si perdono guardandosi, non c'era malizia in quegli sguardi, nemmeno lussuria, c'era qualcosa di più forte qin quegli sguardi. Quel verde che richiamava il colore degli smeraldi che trasmettevano purezza,  e quel rosso che richiamava il colore dei rubini che trasmettevano calore, passione.

Il biondo non riusciva a staccare gli occhi dal più piccolo, indossava un pregiatissimo yukata tradizionale, realizzato su misura per lui, riprendeva i toni del verde gli stessi dei capelli e delle iridi. Decorato con alcuni ricami a fiori, elegante e semplice. Mentre Bakugo ne indossava uno nero con alcuni dettagli arancioni e rossi.

Gli stava d'incanto pensò il più grande, continuando ad osservarlo mentre camminava davanti a sè. Si fermò appena il verdolino si voltò verso di lui.

Izuku:-Dobbiamo sbrigarci o non riusciremo a vedere le lanterne !- disse tutto d'un fiato intrappolando il braccio del giovane Katsuki con la sua piccola mano finendo poi per trascinandolo fino al laghetto dove sarebbe avvenuta la grande magia delle lanterne.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 03 ⏰

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