04

125 20 30
                                    

Aven Brooks

Seta.

È sontuosa, sulla mia pelle.

Abbracciandomi nei punti giusti, la seta è sempre stata un mistero per me. Quando ero bambina, pensavo che esistesse un solo tipo di seta. Da adolescente, pensavo la stessa cosa. Ho realizzato che è perché sono cresciuta senza soldi. La mia mente non ha mai pensato alla seta, a parte al fatto che veniva usata per le lenzuola costose negli hotel a cinque stelle e per i pigiami per casalinghe viziate nei programmi televisivi.

Ma ora capisco.

La seta è fantastica—soprattutto in un vestito come questo.

Sembra che non indossi niente, ma tutto, allo stesso tempo. Bacia la mia pelle e modella le mie curve per farmi sentire desiderata. Si arriccia dove dovrebbe ma si liscia lungo le parti migliori. Mi sento carina nella seta. Mi sento sexy nella seta. Il materiale liscio brilla alla luce quando mi giro in un certo modo. Mi piace la seta.

"Non mi piace il colore di questo", affermo.

I miei occhi si sollevano attraverso lo specchio, verso Zayn, sdraiato sul divano, dietro di me, occhiali da sole sul viso e lo sguardo rivolto verso una rivista che ha in grembo. Un abito nero, aperto, sul corpo con una camicia nera abbottonata a metà sotto, siede in maniera disinvolta con le gambe divaricate.

Sembra che preferirebbe essere in qualsiasi altro posto che in questa boutique.

Mi giro per guardarlo, in modo che possa vedere meglio l'abito di seta verde acqua,
che mi cade a metà coscia.

La sua testa si stacca dalla rivista, alzando lo sguardo verso l'abito per un secondo, in silenzio. La sua espressione facciale non cambia. Scrolla le spalle, come se non gli importasse.

"Dai, dimmi qualcosa." Scuoto la testa.

"Sembra come gli altri quindici che hai provato." Lui si inclina di nuovo, verso la rivista. Nella boutique silenziosa aleggia una musica delicata in sottofondo. È noto per essere poco entusiasta di tutto.

Mi scosto e mi giro di nuovo verso i tre specchi per il corpo, guardando di nuovo l'abito. Le mie mani scorrono su e giù per il tessuto, cercando di decidere. Mi piace la forma del vestito, ma penso che il colore non sia adatto. Non mi piace il verde acqua.

"Come va?" Un'impiegata gira l'angolo per chiedere, i suoi occhi vanno dritti al vestito sul mio corpo.

"Ce l'hai in altri colori?" chiedo.

"Giallo e prugna."

"Prugna, per favore."

Sorride e si gira per andare a cercarlo. I miei occhi si incontrano, attraverso lo specchio, il trucco perfettamente intatto. Mi passo le dita tra i capelli lisci e scuri, sistemandoli brevemente.

"Sai," mi tolgo le spalline dalle spalle. "Queste cose andrebbero più velocemente, se solo collaborassi."

Sfilo le braccia dalle spalline e lascio che il vestito di seta mi ricada sulle caviglie sul podio, in piedi, con solo il mio completo intimo in pizzo nero.

"Tutto perché non ti do la mia opinione su quale vestito prendere?" borbotta mentre gira pagina.

Mi volto per guardarlo in faccia.

"Sì, rallegrati un po'."

Lui alza lo sguardo dalla rivista e scuote la testa prima di abbassarlo di nuovo. "Non sono il tuo stilista."

"Non ho mai detto che tu lo sia. Sto solo chiedendo un parere a un amico." Mi correggo.

"Nemmeno un tuo amico."

Complicity [h.s] traduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora