Cap. 40 - Il massaggio dell'insonnia.

16 6 0
                                    

Dopo aver salutato Todoroki con un breve cenno, Bakugo e Kirishima si allontanarono dal dormitorio. Kirishima poteva percepire l'irritazione di Bakugo, ma anche la sua curiosità.

«Perché non torniamo nella mia stanza?», domandò il biondo, cominciando a camminare.

Kirishima annuì, seguendo l'amico mentre si dirigevano verso la camera di Bakugo. Sapeva che quella conversazione sarebbe stata interessante, soprattutto perché sembrava che Todoroki avesse sollevato questioni che toccavano punti deboli anche per Bakugo.

Una volta entrati nella stanza, l'atmosfera cambiò, una specie di calma nella familiarità di quel luogo, come se lì potessero finalmente rilassarsi e lasciarsi alle spalle la tensione della giornata.

«Allora, che ne pensi davvero di tutto questo?», chiese Kirishima, sedendosi sul letto e incrociando le braccia dietro la testa, osservando Bakugo che, invece, stava camminando avanti e indietro, come un leone in gabbia.

Dopo un po', si fermò e lanciò un'occhiata verso Kirishima, «Cosa ne penso? Che non capisco cosa diavolo stia pensando Todoroki. Quella storia con Deku... e poi ci mette in mezzo... come se volesse fare un confronto tra noi e loro».

Bakugo sbuffò, palesemente irritato, «Ma cosa vuole dimostrare?».

Kirishima sorrise debolmente, «Forse Todoroki si sente semplicemente... perso?».

Bakugo accigliò, «Perso?».

«Intendo che Todoroki è geloso, Katsuki», rispose Kirishima tranquillamente, «Ci ha visto come siamo, e magari sta cercando di trovare delle risposte. Si è reso conto che Midoriya è andato avanti senza di lui e ora si sente escluso».

Bakugo si avvicinò al letto, sedendosi accanto a Kirishima, «E allora? Che c'entriamo noi?».

Kirishima fece spallucce, «Forse niente. O forse sta solo cercando di capire come funziona una relazione vera, una che va oltre la semplice attrazione o la competizione. Forse sta cercando di vedere se quello che abbiamo noi è reale».

Bakugo sospirò, piegandosi in avanti e passando una mano tra i capelli biondi, «Non mi interessa cosa pensa Todoroki... ma mi dà fastidio però che cerchi di confrontarsi con noi come se fosse una gara tra chi è la coppia più bella».

Kirishima gli posò una mano sulla spalla, stringendola leggermente, «Non è una gara, Katsuki. Non lo è mai stata. Quello che abbiamo noi è nostro, e non deve dimostrare niente a nessuno».

Bakugo rimase in silenzio per un momento, «Lo so», sibilò, «È solo... irritante, quel ghiacciolo».

Kirishima sorrise, poi si sporse leggermente in avanti, posando un bacio leggero sulla tempia di Bakugo e sciogliendo l'aria tesa, «Non pensarci troppo, tesoro. Non ne vale la pena».

«Sei davvero troppo tranquillo per stare con uno come me. E non so... riesci sempre a calmarmi, fidanzati o no...», disse Bakugo con tono semi-serio, sorridendo.

«Sono solo bravo a bilanciare il tuo temperamento esplosivo, no?», rispose Kirishima.

Bakugo scosse la testa, senza abbandonare il sorriso, «Già...».

Kirishima si avvicinò di più, poi le sue labbra incontrarono quelle di Bakugo in un bacio lento. Bakugo sentì il calore del suo corpo contro il suo, una sensazione per lui più che piacevole.

Subito dopo le mani di Kirishima si spostarono lungo la sua schiena, tracciando linee delicate mentre il bacio si faceva più profondo, più intenso. Il respiro di Bakugo si fece più rapido, ma non per ansia o nervosismo, era pura emozione.

Quando finalmente si separarono, i loro occhi si incontrarono di nuovo, e in quel momento, tutto sembrava perfetto. Nessuna pressione, nessun giudizio.

«Va bene, ragazzo esplosivo», sussurrò Kirishima con un sorriso, «Continuiamo la nostra conversazione domani. Ora penso che ci meritiamo un po' di riposo... e forse un altro bacio».

Bakugo lo guardò con occhi scintillanti.

«Forse due», rispose, prima di attirarlo di nuovo a sé, questa volta senza più esitazioni.

«Forse tre?», stuzzicò Kirishima.

Bakugo si fermò un istante, «Sì, o forse...».

Senza lasciare spazio a dubbi, egli spinse Kirishima dolcemente sul letto, dominandolo con la sua presenza. Le sue mani allora afferrarono saldamente i fianchi di Kirishima mentre si chinava su di lui, catturando le sue labbra in un bacio feroce, quasi disperato.

«Katsuki...», riuscì a sussurrare Kirishima tra un bacio e l'altro, ma la sua voce si spezzava.

«Zitto, Eijiro, non pensare, agisci e basta», rispose Bakugo.

Kirishima lo accolse senza esitare, aggrappando le mani alla schiena di Bakugo, tirandolo ancora più vicino e accarezzando la pelle esposta con delicatezza e fermezza, cercando di rispondere all'intensità e forza del suo fidanzato.

Bakugo si inclinò ulteriormente, lasciando che le sue mani esplorassero il corpo di Kirishima, tracciando linee di calore lungo i fianchi e la schiena. Kirishima, a sua volta, rispose con gemiti soffocati, ogni contatto sembrava amplificare il loro desiderio e la loro connessione.

Quando infine si separarono la seconda volta, entrambi affannati, avevano gli occhi brillanti di soddisfazione. Kirishima, con un sorriso felice e appagato, poggiò la fronte contro quella di Bakugo, mentre quest'ultimo, con uno sguardo di pura adorazione, lo osservava.

«Non c'è niente di più reale di questo», mormorò Kirishima, accarezzandogli dolcemente il volto.

Bakugo sorrise a sua volta, «Sì, lo so. Ed è tutto ciò che mi importa».

Si sdraiarono insieme, abbracciati nel letto, poi Kirishima si girò più volte, come se stesse cercando un appiglio, poi si distese a pancia in giù e mormorò, «Non ho tanto sonno, perché non mi fai un bel massaggio alla schiena? Ho i muscoli indolenziti dopo tutto quello spingere...».

Bakugo ghignò, «Massaggio alla schiena, eh? Pensavo piuttosto ad altre parti...».

«KATSUKI BAKUGO!!!», gridò Kirishima, imbarazzato, «Alla schiena, e basta!»

Kirishima, innervosendosi e ancora a pancia in giù, si sistemò meglio sul letto, cercando una posizione comoda. Bakugo iniziò a lavorare con mani esperte e decise, decidendo di non rispondere, ed esercitò una pressione dolce e ferma sui muscoli di Kirishima. Le sue dita scorrevano lungo la schiena, cercando i punti più tesi e massaggiandoli con attenzione.

«Hai ragione, sei davvero teso», commentò, mentre continuava a massaggiare con fluidità.

Kirishima emise un lungo sospiro di sollievo, «Ah, è proprio quello che ci voleva. Sei un maestro nel massaggio, lo sai?».

Bakugo non poté fare a meno di sorridere, il suo orgoglio era evidente, «Lo so».

Il massaggio continuava, e Bakugo si sforzava di applicare la giusta quantità di pressione, seguendo le curve e i contorni del corpo di Kirishima, «Come ti senti? Meglio?».

«Molto meglio, ti prego continua...», rispose Kirishima, con tono rilassato.

Tra Fiamme e RivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora