Cap. 48 - Non è un addio.

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Era notte fonda e il dormitorio della U.A. era silenzioso, avvolto dall'oscurità. La tensione della giornata sembrava svanire nell'aria fresca, ma non tutti riuscivano a riposare.

Todoroki, con il cuore ancora pesante per quanto accaduto, si trovava davanti alla porta della stanza di Midoriya. Esitò un momento prima di bussare leggermente, quasi temendo la risposta. Dopo alcuni istanti, la porta si aprì appena, rivelando solo una fessura da cui spuntavano gli occhi stanchi attenti di Midoriya e qualche ciuffo verde dei suoi capelli disordinati.

«Cosa vuoi?», sussurrò, tenendo la porta semiaperta senza invitare l'altro a entrare.

Todoroki abbassò lo sguardo e mormorò, «Mi dispiace».

Midoriya sospirò, e avvicinò lentamente le labbra a quelle di Todoroki, sussurrando, «Ormai la questione non è più su quanto ci piacciamo... e sai che tu sei quello che amo di più».

Todoroki lo guardò intensamente, sperando in quelle parole, ma Midoriya proseguì, «Anch'io sono innamorato perso di te... però certamente non posso fidanzarmi con un ragazzo che fa certe cose. Avresti dovuto aspettare, e io avrei spiegato meglio la situazione a Uraraka».

Todoroki sentì un nodo alla gola, sapendo che Midoriya aveva ragione.

«Ora è tardi», continuò Midoriya, con un tono malinconico, «Sto con lei e non ho intenzione di lasciarla e spezzare così il suo cuore... Almeno finché non mi dimostri che sai gestire le tue emozioni nel modo giusto. Poi ne potremo riparlare, tutti e tre».

Prima che Todoroki potesse dire qualcosa, Midoriya lo baciò velocemente, dicendo appena con tono dolce, «Buonanotte, Shoto», e chiuse la porta lentamente, lasciandolo da solo nel corridoio, con il cuore diviso tra speranza e rimorso.

Dopo qualche minuto nel silenzio, si allontanò lentamente dalla porta chiusa e si incamminò verso la sua stanza. E mentre attraversava il corridoio buio, proprio mentre stava per raggiungere la sua porta, qualcosa attirò la sua attenzione. Lì, accovacciato vicino a una delle stanze, c'era Kaminari, intento a scrutare con attenzione attraverso una fessura nella porta socchiusa. Todoroki si fermò, incuriosito. Era la stanza di Bakugo.

«Kaminari, cosa stai facendo?», chiese a bassa voce.

Kaminari saltò leggermente, preso alla sprovvista. Si girò di scatto, cercando di comporre un'espressione innocente, anche se il suo imbarazzo era visibile, «Eh... oh, Todoroki! Non mi aspettavo di vederti qui così tardi...», balbettò, cercando di coprire la sua ovvia intenzione.

Todoroki alzò il sopracciglio bianco, «Stai spiando Bakugo e Kirishima?».

Kaminari, dopo qualche secondo di esitazione, abbassò la voce e si avvicinò, «Sì, lo ammetto. Volevo solo verificare se davvero... sai, hanno una relazione. C'è un sito che gira tra gli studenti d qualche giorno... kiribaku.com... e dice che loro due... beh, che sono seriamente una coppia! Volevo vedere se è vero!».

Todoroki fissò Kaminari per un lungo istante, combattendo tra il voler ignorare la cosa e il suo naturale istinto di curiosità, «Un sito? Davvero? Non ne sapevo nulla».

Kaminari annuì rapidamente, «Sì! Ci sono un sacco di teorie e... beh, indizi. Tipo, passano un sacco di tempo insieme, e poi Kirishima lo chiama sempre 'Kacchan' in modo carino!»

Todoroki non poté evitare di sospirare leggermente, scuotendo la testa. «Ah, sono stanco. E comunque non è il momento, Kaminari. Cosa pensi di scoprire sbirciando dalla porta?».

Kaminari fece spallucce, «Semplicemente... confermare le teorie? Dai, non sei curioso anche tu?»

Todoroki scosse di nuovo la testa, «No, non è affar mio. E dubito che spiandoli ti porterà da qualche parte. Se Bakugo ti scopre, non avrai una buona notte».

Kaminari sembrò riflettere per un attimo, poi sorrise nervosamente, si alzò, aggiustandosi la divisa con aria imbarazzata, e andò via. Todoroki lo osservò  allontanarsi velocemente lungo il corridoio, sospirando. Con un ultimo sguardo verso la porta chiusa della stanza di Bakugo, Todoroki scosse la testa, e rientrò finalmente nella sua stanza, cercando un po' di riposo dalla tempesta di emozioni che lo tormentava.

Si sedette sul letto, sprofondando in pensieri caotici. La conversazione con Midoriya continuava a tormentarlo, ma l'episodio con Kaminari aveva inaspettatamente seminato un piccolo seme di curiosità. Si era sempre tenuto lontano dai gossip della classe, ma sapendo della vera relazione tra Kirishima e Bakugo, si sentì anche lontanamente coinvolto.

«Kiribaku.com, davvero?», mormorò tra sé ridacchiando, incredulo.

Dopo qualche attimo di esitazione, prese il cellulare dal comodino e aprì il browser. Digitò l'indirizzo del sito che Kaminari aveva menzionato, sentendosi leggermente ridicolo a farlo. Non si sarebbe mai aspettato di interessarsi a una cosa del genere, ma la giornata era già stata abbastanza assurda, quindi non aveva nulla da perdere.

Dopo pochi secondi, il sito si caricò. Lo schermo mostrava una serie di articoli, immagini, e post di fan pieni di speculazioni su una possibile relazione tra Bakugo e Kirishima. "Prove" venivano elencate con una serietà sorprendente: video di allenamenti in cui sembravano particolarmente vicini, interazioni che alcuni studenti avevano interpretato come affettuose, e persino teorie sui soprannomi che si scambiavano.

Todoroki sfogliò le pagine perplesso. Non sapeva se ridere o rimanere impressionato dalla dedizione dei fan. Alcuni dettagli sembravano effettivamente indicare una profonda amicizia tra i due, ma pensare che potesse esserci qualcosa di più era difficile da dire.

Posò il telefono sul letto e si sdraiò, chiudendo gli occhi. "Che importa..." pensò, "Le persone possono speculare quanto vogliono, ma l'unica cosa che conta è ciò che sentiamo davvero, non quello che altri dicono di noi, giusto? Allora perché ho agito così? Perché ho baciato Deku in quel modo? Forse perché quando gli sono vicino non ragiono? Sento le fiamme alla gola e mi si gela la testa, mi immobilizzo e vorrei solo fissarlo in quei bellissimi grandi occhi verdi...".

Si girò sul letto, il pensiero di Midoriya non gli dava tregua. Le parole che gli aveva detto alla porta risuonavano ancora nella sua testa, ogni frase, ogni sguardo. Lo amava davvero. Non c'era più alcun dubbio su questo. Ma l'amore che provava non era sufficiente, non se continuava a comportarsi in modo impulsivo, a lasciarsi trascinare dalle sue emozioni senza controllo.

«Avrei dovuto aspettare...», mormorò tra sé, ripensando alle sue parole, «Lui avrebbe spiegato tutto a Uraraka, ma io ho rovinato tutto... lo sapevo...».

Si passò una mano tra i capelli, frustrato. Il fatto che fosse consapevole dei suoi errori non rendeva le cose più facili. L'immagine di Midoriya che chiudeva la porta lentamente, con quella tristezza negli occhi, continuava a tormentarlo.

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