Cap. 26 - Vestito bene per la cena.

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Kirishima osservò quel leggero sorriso che comparve sulle labbra di Bakugo e, senza pensarci troppo, fece un passo avanti, avvicinandosi a lui fino a ridurre lo spazio tra loro a pochi centimetri, «Ascoltami, Bakugo. Non importa quanto cerchi di nascondere quello che provi. Io ti vedo per quello che sei», disse con un tono più morbido.

Poi, dopo un millesimo di secondo, e prima che Bakugo potesse replicare, lo baciò con audacia. Il contatto fu breve, ma la sua intensità lasciò Bakugo senza parole per un momento.

Quando Kirishima si staccò, Bakugo s'irrigidì.

«Finalmente l'ho fatto...», mormorò Kirishima con un sibilo, quasi perdendo il respiro.

«Fai quello che vuoi, ma non pensare che cambierà qualcosa», rispose Bakugo, voltando leggermente la testa per nascondere il suo viso arrossato.

«Lo so, lo so... sei il solito, Bakugo», rispose Kirishima con un tono scherzoso. Poi, fece un passo indietro, dandogli un po' di spazio.

«Perché non parliamo della storia di Midoriya e Todoroki? Ti propongo una cena stasera. Ti andrebbe? Così potremmo chiarire meglio cosa sta succedendo tra quei due e mi dirai quello che sai, come li hai scoperti, insomma tutto. Che ne dici?».

Bakugo rimase in silenzio per un istante, evitando di guardare Kirishima negli occhi, «Se insisti così tanto... va bene, ma non fare lo stupido».

«Perfetto! Allora ci vediamo più tardi, Testa Calda», rispose Kirishima con un sorriso malizioso. Si girò e cominciò ad allontanarsi, lasciando Bakugo da solo nel corridoio, mentre quest'ultimo cercava di mantenere la sua solita indifferenza, ma non passò molto prima che un impulso inaspettato si facesse strada dentro di lui.

Nonostante tutto il suo orgoglio, sentiva di non voler lasciar andare via Kirishima così facilmente, allora, dopo un grugnito di frustrazione, Bakugo sbuffò e, d'impulso, afferrò Kirishima per il braccio, tirandolo indietro con forza.

Poi, senza dire una parola, accorciò la distanza tra loro e ricambiò il bacio che Kirishima gli aveva dato poco prima. Questa volta il contatto fu più breve, quasi furtivo, ma abbastanza intenso per far capire a Kirishima che lui era interessato.

Quando si separarono, Bakugo cercò di tornare subito al suo atteggiamento abituale, ma il rossore sulle sue guance e la leggera esitazione nei suoi occhi lo tradivano, «Non fare domande stupide e non farci l'abitudine», borbottò.

Kirishima, colpito dal gesto inaspettato, sorrise con un'espressione di complicità, «Non lo farò», rispose con voce bassa, non volendo rompere quel momento, «Allora ci vediamo la cena, ok? Solo noi, ma niente di troppo serio, fidati. Due amici che chiacchierano e basta».

Bakugo sbottò, «Va bene. Come vuoi».

Kirishima sorrise, «Allora è deciso. Ci vediamo stasera, Testa Calda. Prometto di non essere troppo fastidioso», aggiunse con una risata prima di allontanarsi ancora lungo il corridoio.

Bakugo lo osservò, cercando di nascondere il miscuglio di emozioni che gli ribolliva dentro. Anche se cercava di essere distaccato, sapeva che quel bacio aveva smosso qualcosa in lui. E senza volerlo, un piccolo sorriso accennò sulle sue labbra mentre si voltava per rientrare nella sua stanza.

La serata arrivò velocemente, e Bakugo si trovò a fissare il proprio riflesso nello specchio dopo una doccia rinfrescante. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, aveva passato più tempo del solito a prepararsi, cercando di sembrare disinvolto e rilassato, senza riuscirci del tutto.

Si sistemò un'ultima volta i capelli, si mise anche l'abito buono, poi sbuffò, irritato per il nervosismo che non riusciva a scrollarsi di dosso.

«È solo Kirishima, non mi devo preoccupare», disse a sé stesso, cercando di convincersi.

«Ah! Ma chi prendo in giro! Chissà cos'ha in mente quel bastardo!», aggiunse con stizza.

Sbuffò di nuovo e uscì, diretta verso il punto incontro, dove trovò Kirishima già lì fuori, appoggiato al muro con aria spensierata. Vestito elegantemente gli diede una buona se non troppo buona impressione, il suo fascino gli fece aprire a chiudere gli occhi più di una volta.

"Cazzo, è semplicemente sexy", pensò, ma subito la sua mente fu liberata dalla sua voce.

«Sei puntuale! Sei pronto per la serata? Wow, sei davvero un figurino», complimentò.

Bakugo arrossì, ma cercò di sembrare indifferente, «Sì, grazie... a-anche tu... ma ora ondiamo, non ho tutta la sera», disse in modo burbero, anche se Kirishima notò il rossore sul suo volto.

Camminarono insieme verso il ristorante che Kirishima aveva scelto, un piccolo locale accogliente che offriva una certa privacy. Si sistemarono al tavolo, poi ordinarono da mangiare, e iniziarono a chiacchierare di cose leggere: allenamenti, scuola, e le ultime missioni.

Tuttavia, c'era una tensione sottile che aleggiava nell'aria, e dopo un po', Kirishima decise di rompere il silenzio, «Allora Bakugo. Ho pensato a quello che ho visto oggi... Midoriya e Todoroki. Che ne pensi? Voglio dire, li conosci bene, pensi che sia una cosa seria?».

Bakugo, che stava mordendo un pezzo di carne, si fermò un attimo, «Non lo so, io li ho solo scoperti qualche giorno fa, aspettandoli fuori dallo spogliatoio...», rispose dopo una pausa.

«Ma non mi sorprenderebbe se lo fosse. Todoroki non è uno che fa le cose a metà, e Deku... beh, è Deku. Quando si mette in testa qualcosa, non molla».

Kirishima annuì, «Beh, sì, sono entrambi così. Non pensi che sia strano, però? Cioè, non ci avevo mai pensato, ma forse ero solo cieco. E poi, c'è anche quello che è successo tra noi oggi...».

Bakugo si irrigidì leggermente, distogliendo lo sguardo, «Non c'è niente di strano,» rispose, cercando di tenere un tono fermo, «Ognuno fa quello che vuole. E per quanto riguarda noi... non pensare troppo a quello che è successo. Non cambia nulla».

Kirishima lo guardò attentamente, cercando di leggere tra le righe, «Forse non cambia tutto, ma non puoi dire che non cambia nulla, Bakugo. Io non sono uno che si arrende facilmente, lo sai. E penso che nemmeno tu sia del tutto indifferente».

Bakugo lo fissò a lungo, e alla fine, sospirò, cedendo un po' alla tensione.

«Forse hai ragione», ammise a bassa voce, «Forse non sono del tutto indifferente. Ma non sono bravo con queste cose. Quindi non aspettarti che io sia come... Deku o Todoroki».

Kirishima sorrise, riconoscendo il progresso in quelle parole, «Non ti sto chiedendo di essere come loro, Bakugo. Ti sto solo chiedendo di essere te stesso. E forse, di lasciarmi vedere quel lato di te che nessun altro vede», disse con gentilezza, bevendo il suo drink.

Bakugo rimase in silenzio per un momento, riflettendo su quelle parole. Poi, con un mezzo sorriso che si formava sulle sue labbra, annuì leggermente, «Quel che sarà, Testa Dura».

Tra Fiamme e RivaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora