Nonostante il vortice di pensieri che mi attraversavano la mente, decisi di tornare alla mia routine quotidiana. Lavorare nel mondo della moda era un impegno totalizzante, e sebbene cercassi di concentrarmi su progetti, sfilate imminenti e nuove collezioni, l'ombra di Alexander e gli intrighi che ci circondavano sembravano incombere su ogni mio movimento.
Erano passate alcuni giorni dall'ultimo evento e Jude non era più ricomparso nella mia vita. Ogni tanto, lo vedevo sui giornali o sui social media, impegnato in eventi sportivi e mondani. Era come se appartenesse a un mondo diverso dal mio, uno scintillante e acclamato, popolato da campioni e celebrità, mentre il mio sembrava pieno di segreti oscuri, intrighi nascosti e sfide invisibili. Ma nonostante queste differenze, c'era qualcosa che mi legava a lui, come un filo invisibile che ci riportava sempre a pensare l'uno all'altra.
Jude Bellingham. Un nome che rimbombava nelle cronache sportive con un'aura di successo e determinazione. La sua carriera di calciatore era in ascesa. Giocava con una passione che trascendeva il semplice sport: per lui il calcio era vita, era il modo di comunicare con il mondo, come se ogni movimento, ogni goal, fosse una parte di sé che lasciava sul campo. Il suo talento e la sua fama lo avevano reso uno degli atleti più seguiti e apprezzati. Eppure, dietro quell'immagine pubblica perfetta, c'era una vulnerabilità, un lato nascosto che avevo intravisto nelle nostre brevi conversazioni, nei suoi sguardi profondi e nel modo in cui evitava certi argomenti. C'era qualcosa che non sapevo, e che desideravo scoprire.
Era come se entrambi indossassimo delle maschere: io, la giovane donna di successo nel mondo della moda, sempre in movimento, sempre impeccabile, e lui, l'atleta star, il ragazzo prodigio che tutti ammiravano. Ma chi eravamo davvero, al di sotto di tutto quel glamour e delle aspettative altrui? Queste erano le domande che mi tormentavano ogni volta che pensavo a lui.
La sera, dopo una lunga giornata di lavoro, Camille mi raggiunse nel mio appartamento. Era tesa, con il viso segnato da una preoccupazione evidente.
"Ho parlato con Oliver" mi disse, sedendosi sul divano. "Ha confermato l'incontro con Alexander."
Il nome mi fece rabbrividire. Alexander era diventato una sorta di spettro nella nostra vita, un'ombra che sembrava avvolgere tutto ciò che facevamo. Avevamo sentito parlare di lui, sussurri tra contatti nel mondo della moda e affari. Nessuno sapeva davvero chi fosse, ma il suo nome era sempre associato a movimenti nell'ombra, affari pericolosi, e connessioni inesplicabili. E ora, finalmente, lo avremmo incontrato di persona.
"Quando sarà?" chiesi, cercando di mantenere la calma.
"Domani sera. In un locale molto esclusivo, in periferia. Oliver ha detto che sarà tutto molto discreto, ma dobbiamo comunque far attenzione."
Annuii. Sapevo che non sarebbe stato un incontro ordinario. Alexander non era una persona comune. Il suo mondo era pieno di segreti e di pericoli, e noi stavamo per entrarci con il rischio di uscirne danneggiate. Eppure, sentivo che non avevamo scelta. Dovevamo affrontarlo, scoprire cosa ci stava nascondendo e come potevamo usarlo a nostro vantaggio.
La notte passò insonne. Continuavo a pensare a Jude, a come fosse sparito dalla mia vita dopo la sera dell'evento. Mi domandavo se anche lui stesse pensando a me, o se il suo mondo frenetico di allenamenti, partite e viaggi lo tenesse troppo occupato per ricordare i nostri scambi. Forse per lui ero stata solo un'altra persona incontrata per caso e che in qualche modo lo attraeva, mentre per me il nostro incontro aveva lasciato un segno profondo, più di uno.
Mentre ero persa nei miei pensieri, il telefono vibrò. Un messaggio. Lo schermo illuminò la stanza buia e trovai un numero sconosciuto comparire sulla notifica.
Mi incuriosì e aprii il messaggio.
"Non avevo previsto di scriverti, ma certe cose sembrano avere un loro percorso, non credi? A volte i destini si intrecciano nei modi più inaspettati. J"
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Seams of Fate / Jude Bellingham
Fanfiction"Renée" sussurra, e la sua voce è bassa, vibrante di un desiderio che sembra sull'orlo di esplodere. Le sue dita scorrono lungo la mia schiena, affondando nella mia pelle come se volesse marchiarmi, come se volesse che il mondo sapesse che apparten...