L'aria era densa di aspettative mentre il giorno dell'evento si avvicinava. Camille ed io ci muovevamo in un silenzio teso, ognuna persa nei propri pensieri. Non ci eravamo mai trovate in una situazione del genere: un mondo che sfuggiva alle regole che conoscevamo, fatto di giochi di potere, segreti nascosti e manipolazioni sottili. Era tutto nuovo, pericoloso, eppure inevitabile.
Ogni giorno che passava, Alexander sembrava essere più presente nella nostra vita, anche senza apparire fisicamente. Era come se la sua ombra si allungasse su di noi, insinuandosi tra le pieghe della nostra routine, rendendo anche i momenti più banali carichi di inquietudine. Camille ed io continuavamo a lavorare sulla collezione, ma c'era una frenesia diversa nei nostri gesti, una tensione che non avevamo mai provato prima.
Il mio appartamento, che una volta era il mio rifugio, ora sembrava uno spazio troppo piccolo, soffocante.
La sua eleganza minimalista, con le linee pulite e i colori neutri, non riusciva più a darmi quel senso di ordine e controllo che avevo tanto faticato a costruire. La tensione si rifletteva anche nei nostri lavori. Camille disegnava con una foga inusuale, e le sue creazioni prendevano una piega sempre più oscura e complessa, quasi a riflettere il tumulto interiore che entrambe sentivamo.Io e Camille avevamo deciso che per un periodo di tempo illimitato e ancora da definire, si sarebbe sistemata da me, cercando di alleggerire in qualche modo questa aria ormai pesante che incombeva su di noi. Mentre lei era immersa nei suoi schizzi e io tentavo inutilmente di rispondere alle email, il suono del campanello ruppe il nostro silenzio. Mi alzai lentamente, con il cuore che iniziava a battere più forte. Aprii la porta e trovai un pacchetto avvolto in una carta scura e lucida, senza mittente. Lo portai dentro con esitazione.
"È arrivato qualcosa" dissi a Camille, la cui attenzione si spostò immediatamente dal tavolo alla scatola.
Lei si alzò, asciugandosi le mani sui jeans, e si avvicinò per guardare meglio. "È da parte sua, vero?"
Annuii. Lo sapevamo entrambe, anche senza dircelo. Con mani tremanti, aprii la scatola. Al suo interno c'erano due abiti neri, elegantemente piegati. Tessuti di alta qualità, morbidi al tatto, ma con un design che emanava potenza e mistero. C'era anche una nota.
"Il mondo in cui entrerete richiede più che solo presenza. Indossate questi abiti con la consapevolezza del potere che avete. Vi aspetto. – A."
Camille prese il suo abito, accarezzando il tessuto con dita esitanti. "Sembra quasi... una dichiarazione di guerra", disse, quasi sussurrando.
"Lo è", risposi, piegando con cura la nota. "Ma dobbiamo giocarci la nostra parte."
Le ore che precedevano l'evento passarono lente e silenziose. Ci preparammo senza fretta, ognuna di noi immersa nei propri pensieri. Quando finalmente indossammo gli abiti, l'atmosfera nella stanza cambiò. Ci guardammo nello specchio, entrambe vestite di nero, pronte ad affrontare qualcosa di sconosciuto.
"Sei pronta?" le chiesi.
Camille mi guardò attraverso lo specchio, con uno sguardo che tradiva sia paura che determinazione. "No" rispose. "Ma lo sarò."
L'autista che Alexander aveva mandato ci aspettava sotto casa. Il tragitto verso l'evento fu stranamente silenzioso, con solo il rumore della città che scorreva fuori dai finestrini. Il cuore mi batteva forte mentre cercavo di immaginare cosa ci aspettava. Nonostante tutto, mi sentivo come se ci stessimo avvicinando al punto di non ritorno.
Il luogo dell'evento era una villa isolata, immersa nel buio. Quando arrivammo, un imponente portone si aprì di fronte a noi, rivelando un cortile illuminato solo da candele. Non c'era alcun segno di festeggiamenti o di gioia. L'atmosfera era pesante, quasi sinistra. Uomini e donne in abiti eleganti si muovevano come ombre, scambiandosi sguardi e parole che sembravano più segreti che conversazioni.

STAI LEGGENDO
Seams of Fate / Jude Bellingham
Fanfic"Renée" sussurra, e la sua voce è bassa, vibrante di un desiderio che sembra sull'orlo di esplodere. Le sue dita scorrono lungo la mia schiena, affondando nella mia pelle come se volesse marchiarmi, come se volesse che il mondo sapesse che apparten...