"Vieni, da questa parte. Devi farti vedere da Madama Chips" mi ordinò Sirius quando mi sentì starnutire.
Tutti erano a cena, e sicuramente Silente avrebbe fatto un annuncio spiegando che la mia migliore amica era scomparsa. Non avevo voglia di assistere.
Il viaggio fino all'infermeria fu molto silenzioso; entrambi avevamo mille pensieri in testa. La medimaga, per fortuna, mi diede solo una pozione per il raffreddore e per la perdita di voce. Dopo la breve visita, ci dirigemmo verso la sala comune di Grifondoro.
"Vuoi andare a mangiare qualcosa nelle cucine?" chiese Sirius, fermandosi.
"Ho lo stomaco chiuso. Se hai fame, vai pure." Gli risposi brevemente, con la voce ancora molto bassa, ricominciando a camminare. Lui mi seguì a sua volta.
"Mi dispiace." Scossi la testa. "So che eravate molto legati, tu e lei; ti considerava come un fratello." Abbassai lo sguardo, fissando solo gli scalini per raggiungere la torre di Grifondoro.
"Non è colpa tua, Deva." Mi prese il polso, facendomi voltare verso di lui. "Non potevi fare nulla in quel momento." Mi abbracciò.
"Non trattarmi con pietà, Black." Lo spintonai via.
"Non è pietà, Didi, e lo sai. Ti stai incolpando per qualcosa su cui non potevi avere il controllo."
"Ecco il punto!" sbottai, cogliendolo di sorpresa. "Potevo dissuaderla da questa cosa e invece mi sono unita a lei!" gli urlai contro in lacrime. Non ero mai stata travolta in questo modo da così tante emozioni.
"Sei andata con lei perché non l'avresti mai lasciata sola." disse, calmo e controllato.
"Non sarebbe dovuto andare così. Potevo gestirlo meglio. Potevo cercarla ancora, invece di raggiungere la riva da sola. Non è vero che non l'avrei lasciata sola... Ho fatto proprio il contrario." Risi isterica tra le lacrime. "È tutta colpa mia." Continuavo a ripetere in loop, ormai presa da una crisi di pianto e singhiozzi.
"Ascoltami bene, Deva. So che vuoi avere sempre tutto sotto controllo, ma purtroppo non è sempre possibile. Non potevi sapere come sarebbe andata a finire. Hai fatto bene ad andare a riva da sola: stavi letteralmente annegando e non avresti potuto fare niente per salvarla se fossi rimasta in acqua."
Scossi la testa. "Sono una pessima amica. Avrei dovuto fare qualcosa." Piansi ancora, e Sirius mi tirò in un abbraccio che ricambiai.
Entrambi raggiungemmo il quadro della Signora Grassa ed entrammo nella sala comune. D'improvviso, mi fermai e mi lasciai prendere da un'altra crisi di pianto e tristezza.
"Scusami." Mi presi il viso tra le mani. "Sembro una psicopatica."
"Non hai visto mia madre," scherzò, e io risi appena.
Sirius, con molta pazienza, mi tolse le mani dal viso e mi condusse a un divanetto rivolto verso la finestra, in modo che non potessi vedere le persone arrivare. Prese la felpa che aveva lasciato su un attaccapanni e me la fece indossare sopra i miei vestiti ancora un po' umidi. Poi si sedette accanto a me, avvolgendoci entrambi in una coperta.
"Cos'è tutta questa generosità? Dov'è finito il Sirius che non mi sopporta?" chiesi, cercando di rompere il silenzio. Non posso sopportare il silenzio ora.
"Mi offendi così," sospirò in modo drammatico, facendomi sorridere. "E comunque non è vero che non ti sopporto. Abbiamo i nostri scontri, ma ti voglio bene quanto ne voglio a Layla. Siete entrambe come sorelle." Tornò serio, e io non riuscii a rispondere. Non sono mai stata brava ad esprimere i miei sentimenti.
"Io ho una brutta sensazione, Sirius. E se non fosse viva come dice Silente? Io non ce la farei. Avrei dovuto essere io al suo posto." Le lacrime mi bruciarono il viso, e vidi che anche lui aveva gli occhi lucidi.
"Non dire così. Layla non approverebbe quello che stai dicendo, come tu non approveresti se lo avesse detto lei al tuo posto. So che ora è difficile crederci, ma spero che un giorno capirai che non è stata colpa tua." A quelle parole scoppiai completamente in singhiozzi, e le mani iniziarono a tremare.
Sirius, anche lui quasi in lacrime, mi fece appoggiare la testa sulle sue gambe, permettendomi di sfogare tutte le lacrime rimaste e di abbracciarlo. Sentivo la sua mano accarezzarmi il viso e i capelli, mentre con l'altra sistemava una coperta sul mio corpo per cercare di tenermi al caldo.
Sirius POV
Non penso di aver mai visto Deva piangere. L'ho sempre vista come una ragazza che non voleva mai mostrare le sue emozioni. Certe volte il suo autocontrollo mi spaventava, e spaventava anche Layla. Ha sempre avuto questo bisogno di avere tutto sotto controllo, anche le sue stesse emozioni.
La lasciai sfogare e piangere sulle mie ginocchia; la sentivo aggrapparsi ai miei pantaloni, come se temesse che potessi sparire da un momento all'altro. Voleva sentirsi protetta e rassicurata.
Lentamente, la vidi chiudere gli occhi ancora gonfi. Il respiro si fece più lento e regolare, e un piccolo sospiro sfuggì dalle sue labbra, segnale che aveva trovato finalmente pace. Con dolcezza, iniziai a passare le dita tra i suoi capelli e versai anch'io le mie lacrime. Avevo perso un'amica, una sorella, ma non potevo farmi vedere così da Deva; è lei quella che sta soffrendo di più tra tutti. L'ultima cosa che voglio è che si senta ancora più in colpa.
Sentii il ritratto aprirsi, facendo entrare diversi studenti che andarono subito nelle loro stanze, forse anche loro scossi per l'accaduto. Nessuno rimase in sala comune, tranne i miei amici.
"Come sta?" mi chiese sussurrando Lily, evidentemente preoccupata, con gli occhi leggermente arrossati per il pianto.
"Non l'ho mai vista in queste condizioni. Non era in sé appena è entrata nel castello. L'ho portata da Silente, e lì ci ha mostrato il ricordo di questo pomeriggio." Risposi, facendo attenzione a non svegliarla, anche se penso che con la stanchezza accumulata niente potrà svegliarla fino a domani mattina.
"Silente ha detto che sono state travolte dalle onde del Lago Nero durante la tempesta. È vero o c'è altro che dobbiamo sapere?" chiese James, e io scossi la testa.
"Continuava a ripetersi che era colpa sua e che doveva essere lei al suo posto." dissi, e gli altri annuirono.
"Ma perché sono andate proprio nel Lago Nero? Voglio dire... Sono giorni che c'è brutto tempo e..." iniziò Marlene, agitata.
"Non è il momento di investigare, Marlene. Non è giusto nei suoi confronti. Ha appena perso la sua migliore amica. Come ti sentiresti se fosse capitato qualcosa a Lily?" la interruppe Lunastorta, un po' pungente. La luna piena sarà domani.
Marlene abbassò lo sguardo e sussurrò un "mi dispiace."
"Magari è ancora là fuori." Peter ruppe il silenzio, e gli rivolgemmo tutti un sorriso di gratitudine per la sua positività.
"La penso come Peter," disse James. "Ma forse, per ora, è meglio che pensiamo a Deva. Cerchiamo di non comportarci come se potesse rompersi da un momento all'altro perché questo la terrebbe solo a distanza, ma teniamola d'occhio e diamole i suoi tempi."
"Ha ragione James. Quando se la sentirà, si aprirà con noi, ma non stiamole addosso. Non le piace essere compatita." aggiunse Lily, sorridendo per la prima volta a James, il quale ricambiò più felice che mai. A quell'interazione, alzai gli occhi al cielo.
"La puoi portare in camera, Sirius?" chiese Marlene, alzandosi in piedi insieme agli altri.
"Potrebbe stare da noi. Abbiamo un letto in più, dato che Frank si è spostato." propose Remus, accennando all'incantesimo sulle scale dei dormitori femminili.
Così mi feci strada verso il nostro dormitorio e appoggiai Deva delicatamente sul letto accanto al mio, per sentirla quando si sveglia. In una frazione di secondo, mi addormentai anch'io sul mio letto.
STAI LEGGENDO
Little Liar - Sirius Black
FanfictionDeva Highmoore porta il peso di un grande segreto riguardante la sua migliore amica Layla e, Sirius Black, cercherà di essere una luce nell'oscurità attorno a lei. "Non importa quante bugie dirai, non lascerò andare così velocemente"-Sirius Black "L...