Erano cinque giorni che Mier aveva preso servizio al castello. La mattina le facevano trovare aperta la piccola porta che dava sulle scale secondarie, la saliva fino al penultimo piano, ed entrava alla seconda porta. Aperto il balcone stava per un po' ad ammirare il panorama che si godeva: la vista andava dalla piana di Stinari a sud, risalendo a nord fino a Fernesia. In giornate serene come quella il mare e il cielo sembravano essere un'unica cosa. Rassettava la camera, cambiava i fiori nel vaso, e serviva la signora.
La signora era arrivata tre giorni prima, dormiva fino a tardi nella camera adiacente, quando si svegliava lo aiutava a vestirsi, la pettinava e finite le sue mansioni si sedeva su di una sedia accanto al balcone e ricamava poiché non le era mai detto di scendere con lei e poiché la signora mangiava i pasti in camera sua, non aveva ancora mai incontrato il barone.
La signora, dopo colazione, scendeva dal barone, passava le giornate in sua compagnia oppure in camera a leggere, ricamare o se ne stava sul balcone a respirare l'aria fresca che risaliva portandosi dietro l'odore del mare.
Doveva essere imparentata con il barone, essendo così giovane immaginava che fosse la sorella. Poiché era vestita a lutto immaginò che fosse diventata vedova da poco, altrimenti non vi era spiegazione sul perché la chiamassero già signora. Le uniche volte in cui le rivolgeva la parola era per affidarle qualche mansione, stava sempre con quell'espressione afflitta.
Mier non le diceva mai nulla, tranne si signora o no signora, certo signora. A volte le faceva pena, si era lì in quel castello, ben vestita, pulita, adorna di gioielli ma tremendamente sola. Usciva soltanto la domenica mattina per andare alla seconda funzione del culto che si teneva alle otto e trenta.
«Domani si terrà la processione vero?».
«Si signora».
«Come si svolge?».
«La mattina c'è la prima celebrazione, al pomeriggio ne dicono un'altra e poi si esce con l'immagine di Uneshil per il paese. Alla fine in piazza si fa festa».
«Vi prenderò parte, voi mi accompagnerete».
«Si signora» Mier era ben lieta di passare un po' di tempo fuori dal castello, a volte aveva un tale senso di oppressione che sembrava quasi mancarle l'aria.
STAI LEGGENDO
Esseri divini
FantasyIn una tranquilla città arriva un nuovo signore a governare su di essa assieme la sua servitù. Sfuggente e introverso si vede poco in giro, tormentato dal patto fatto con una divinità. La gente del luogo abituata alla monotona tranquillità verrà ben...