Nuove conoscenze

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Gloria si era recata all'emporio di Griselde, la sua amica non c'era, la ragazza che l'aiutava le disse che era dovuta andare a Rassicu, ma che sarebbe tornata in serata

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Gloria si era recata all'emporio di Griselde, la sua amica non c'era, la ragazza che l'aiutava le disse che era dovuta andare a Rassicu, ma che sarebbe tornata in serata.

«Voi dove lavorate?» Le chiese Viana.

Il suo intento era riuscire a farsela amica, il suo nome era apparso nelle stele e doveva capire cosa c'entrasse una comune ragazza con tutta quella storia.

«Mio padre è il proprietario della locanda Verga d'oro».

«È un nome alquanto strano per un luogo dove va a sostare a gente» disse intanto che continuava a trovarle la roba segnata sulla lista.

«Un tempo quella era la casa dell'inquisitore. Quando il vecchio re volle cancellare l'antico culto vennero mandati in ogni città a redimere i peccatori».

«Questo non sarebbe dovuto essere il compito dei religiosi, tramite l'esempio, la parola del giusto, l'amore e l'accoglienza?».

«Avrebbe» disse piano mentre controllava delle casse contenenti le ultime verdure di stagione :«Di' a Laio di portarmi anche queste casse dopo».

«Va bene» poggiò una scatola di candele sul bancone :«Io vivo qui da poco, c'è un posto dove divertirsi la sera?».

«Dipende dal divertimento che cercate».

«Nulla di strano, ballare, conoscere gente simpatica».

«Di solito si va alla Balera Bianca, si trova sulla strada che porta a Romite, è appena fuori Diospasin».

«Grazie, magari ci andrò una di queste sere». Viano non voleva rischiare di essere troppo pressante, ci teneva troppo a fare andare tutto bene in quel suo incarico.

«Se vuoi stasera potremmo andarci assieme».  Propose gloria, la ragazza sembrava simpatica, poi non era di Diospasin e ciò la affascinava, una giovane indipendente che arrivava da chissà dove, che sembrava vivesse da sola, la vita che avrebbe voluto per sé. Scegliere e fare tutto da sola.

«Mi farebbe davvero piacere, io mi chiamo Viana».

«Gloria».

Fissato l'appuntamento Viana si mise a pulire fuori dal negozio, contenta per la facilità con cui aveva stretto quella nuova amicizia.

Gloria ritornò al suo solito lavoro. Appena rientrò trovò ad aspettarla Buteo, con quel sorrisino che a lei dava su i nervi. Avrebbe volentieri spaccato una bottiglia su quei denti così l'avrebbe smessa di guardarla con quell'aria di superiorità.

«Vieni con me» disse senza troppe cerimonie.

Gloria puntò i piedi mise le mani si i fianchi e lo squadrò, il padre tossì alle sue spalle per attirare la sua attenzione, la ragazza si girò e lui con un cenno le fece capire di ubbidire. Gloria strinse gli occhi contrariata, fossero stati dardi suo padre sarebbe morto all'istante. Sospirò e seguì l'uomo in camera sua.

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