Quando Ivy tornò a casa, tutto sembrava esattamente come l'aveva lasciato. Le stesse strade, la stessa casa, gli stessi amici che la accoglievano con entusiasmo dopo il suo mese al mare. Eppure, qualcosa dentro di lei era cambiato. La conversazione con Dylan la notte prima della sua partenza continuava a riecheggiare nella sua mente, anche se cercava disperatamente di non pensarci.
La vicinanza con Dylan sicuramente non aiutava. Infatti entrambi vivevano nella provincia di Milano ed erano a soltanto mezz'ora di distanza l'uno dall'altro. Per Ivy, sapere di essere così vicina a Dylan, ma sentirlo così lontano, non fu semplice.
I giorni passarono veloci e la routine della sua vita quotidiana si rimise in moto. Tornò a scuola, riprese a uscire con le sue amiche di sempre e, a tratti, riuscì persino a dimenticare quel momento sul molo. Ma poi, a volte, senza preavviso, i suoi pensieri tornavano a lui. A Dylan.
All'inizio provarono a mantenere il contatto come facevano sempre. Le loro conversazioni via messaggio, però, non erano più come prima. Ivy ricordava bene le estati passate, quando si scrivevano per ore di qualunque cosa, ridendo e raccontandosi le rispettove giornate. Ma ora ogni messaggio sembrava carico di qualcosa di non detto. Le parole erano più brevi, e la leggerezza che avevano sempre avuto sembrava svanita.
Un giorno, a metà settembre, Dylan le mandò un messaggio.
"Ciao Ivy, come va?"
Semplice, come sempre. Eppure, qualcosa suonava diverso. Ivy rispose con un messaggio altrettanto semplice, cercando di mantenere le cose normali.
"Tutto bene, e tu?"
Le conversazioni, una volta infinite, erano diventate distanti. Le risposte di Dylan arrivavano sempre meno spesso, e quando arrivavano, erano brevi e vaghe. Non parlarono mai di quella sera sul molo, come se entrambi avessero deciso tacitamente di far finta che non fosse mai accaduto.
A ottobre, i messaggi di Dylan divennero sempre più rari. Ivy cominciava a preoccuparsi, chiedendosi se stesse succedendo qualcosa. Proco a mandargli qualche messaggio in più, ma le risposte erano sempre più brevi, e a volte non arrivavano affatto.
"Tutto ok?"
"Si, solo impegnato."
E poi lentamente, il silenzio. Dylan smise di rispondere del tutto. Ivy aspettava, pensando che magari fosse solo un periodo difficile, che avesse bisogno di tempo. Ma il tempo continuava a passare, e ogni giorno che trascorreva senza una sua risposta faceva sembrare più lontana l'idea di poter tornare a quello che erano stati.
A novembre, Ivy smise di provare. Sapeva che Dylan le stava sfuggendo, e per quanto volesse lottare per mantenere la loro amicizia, non sapeva nemmeno da dove cominciare. Forse lui si stava prendendo del tempo per elaborare i suoi sentimenti, o forse non voleva più parlare con lei. Ogni possibile spiegazione si faceva strada nella sua mente, ma nessuna sembrava alleviare il senso di colpa e la tristezza che sentiva crescere dentro di sè.
Col passare dei mesi, Ivy imparò a convivere con quel vuoto. Non c'era più Dylan a scriverle ogni giorno, a raccontarle le sue piccole avventure quotidiane o a condividere le sue passioni. Era come se una parte della sua estate, e della sua vita, fosse sparita.
Arrivò l'inverno, e con esso le vacanze di Natale. Ivy sperava che in quel periodo Dylan potesse farsi vivo, magari con un messaggio di auguri, qualcosa di semplice per riaprire la comunicazione. Ma dicembre passò senza alcun segnale da parte sua. Lo stesso accadde per i primi mesi del nuovo anno.
Ivy sapeva che avrebbe dovuto lasciar perdere, andare avanti. Ma non era così semplice. Ogni volta che controllava il telefono, una parte di lei sperava di vedere il suo nome apparire sullo schermo. Ogni volta che sentiva la parola "mare", una fitta di nostalgia la colpiva, ricordandole di quella spiaggia, di quelle estati che ora sembravano lontane anni luce.
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Endless - Un Momento Imperfetto
Romance"Il sole batteva alto, in una calda giornata di agosto. Ivy aveva otto anni e giocava sulla sabbia ad imitare delle modelle in una sfilata, ma non era sola. Insieme a lei c'era sua sorella, Julie, 3 anni più piccola, che la seguiva come se fosse la...