Sotto assedio.

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La macchina era immersa in un silenzio teso, interrotto solo dal rumore del motore. Ivy e sua madre, Lindsay, erano rimaste ferme nel parcheggio, ma l'atmosfera era carica di una tensione palpabile. Ivy guardava fuori dal finestrino, cercando di evitare il contatto visivo con sua madre. I suoi pensieri erano un turbinio confuso di rabbia e paura.

Dopo alcuni minuti, Lindsay prese il telefono, lo accese e selezionò un numero dalla rubrica. Ivy vide il nome di Larry sullo schermo e il suo cuore sussultò. Lindsay mise il telefono in vivavoce e lo posò sul cruscotto.

"Larry, sono Lindsay. Sono con Ivy." disse.

Dopo pochi istanti, la voce di Larry emerse dal telefono, irata e confusa.

"Lindsay? Perché stai facendo parlare Ivy? Cosa sta succedendo? Ho il diritto di sapere!"

"Larry, ti prego, non voglio parlare con te. È già abbastanza difficile senza questo."
Ivy era scossa, ma cercò di mantenere la calma

"Non è solo una questione di cosa vuoi tu, Ivy. Ti sei intromessa nella nostra vita e ora devi affrontarne le conseguenze. Sei solo una ragazzina, ma devi rispettare tua madre e non creare ulteriori problemi!" La voce di Larry era irritata e il suo tono di voce aumentava ad ogni parola.

"Per favore, Larry, non fare così. Non posso sopportarlo. Ti prego, chiudi la chiamata!" L'ansia stava salendo e il panico stava prendendo il sopravvento nella mente di Ivy. Voleva solo che tutto finisse subito.

"No, Ivy, ascolta! Tu non hai idea di quello che stai facendo! Devi portare rispetto a tua madre, non puoi semplicemente ignorare la verità! Sei la figlia, devi accettare le conseguenze delle tue azioni!"

La voce di Larry era sempre più furiosa, e Ivy sentì il suo corpo tremare. Il respiro le si fece affannoso, e la realtà sembrava sfumare attorno a lei.

"Chiudi la chiamata, ti prego! Non riesco a respirare, non posso farcela!" Ivy non ce la faceva più.

"Larry, per favore, calmati. Ivy ascolta cos'ha da dirti!" Lindsay, sua madre, stava difendendo Larry. E Ivy non se lo sarebbe mai dimenticato.

"Calmare?! Non c'è niente di cui calmarsi! Tu e Ivy dovete affrontare quello che avete creato!" continuò Larry.

Lindsay, sconvolta dalla reazione di Larry e dalla disperazione di Ivy, staccò il telefono dal vivavoce. La chiamata terminò con il rumore di una voce che si spegneva, mentre Ivy, sconvolta e in lacrime, si accasciava contro il sedile.

"Ivy... dovevi solo ascoltare. Ora torniamo a casa" disse la madre.

"Non ce la faccio... Non riesco a respirare... Mi sento soffocare..." la voce di Ivy era rotta dal pianto.

Lindsay si girò verso di lei, la sua espressione mescolata tra il senso di colpa e il desiderio di aiutare. Le sue mani tremavano mentre cercava di confortare Ivy, che continuava a piangere e a respirare a fatica.

"Mi dispiace, Ivy. Mi dispiace davvero. Non volevo che accadesse questo."

Ivy scosse la testa.

"Non posso più sopportarlo. È tutto troppo. Voglio solo che finisca."

Lindsay tentò di calmare Ivy, mettendo una mano sulla spalla della figlia e cercando di restare accanto a lei mentre il panico lentamente si dissolveva. Ma le cicatrici di quella notte rimanevano profonde e il dolore non accennava a placarsi.

Quando Lindsay parcheggiò davanti casa loro, il silenzio pesante che aveva dominato il viaggio sembrava solo accentuarsi. Ivy si sentiva un misto di rabbia e disperazione, e la tensione tra madre e figlia era palpabile.

Endless - Un Momento ImperfettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora