Una voce molto profonda e con un tono molto ironico mi fa sobbalzare in piedi dalla strano posizione in cui ero.
Sistemo velocemente la gonna e mi incammino verso il portone, inciampato per la fretta.
Che figura..."Signora Gray, mi scusi, è che, si insomma, la lepre allora io..."
La donna davanti a me fa scorrere il suo sguardo su tutto il mio corpo, fino a farlo arrivare ai miei occhi, per poi leccarsi il labbro superiore.
Subito sobbalzo sotto il suo sguardo così maledettamente penetrante e profondo, cercando di ricompormi, ma con scarsi risultati.
Resto imbambolata notando quell' azzurro ghiaccio dei suoi occhi, come se mi stessero penetrando, leggendo ogni mio segreto.
Si sposta una ciocca di capelli corvini, portandola dietro l'orecchio, incrociando le braccia al petto e accennando un sorriso di scherno, non distogliendo il suo sguardo dal mio neppure per un secondo.
Quasi tremo per l'energia che emana questa donna, mi sento percorrere il corpo di brividi di agitazione mista con l'adrenalina.
Altra voglia non c'è, che, piacere alla corvina davanti a me.Rendendomi finalmente conto della tensione abbasso immediatamente lo sguardo incapace di mantenerlo, sporgendomi verso di lei per tenderle la mia mano.
Con voce tremante, quasi nulla, cerco di formulare una frase sensata.
L'ansia si avvolge contro il mio corpo, assieme ad una sensazione di soffocazione partito dalla gola, procedendo con un forte peso sul petto, come se respirare fosse impossibile.
Per l' agitazione perforo il mio palmo della mano con le unghie.
Chiudo gli occhi.
Serro la mascella, cercando di non mugulare.
Portando a recarmi dolore.Cerco di distogliermi da cio che ho attorno portando la mia attenzione solo su quella sensazione, tutt'altro che piacevole.
Evelyne, te lo sei promesso, questa volta c'è l'avresti fatta.
Dopo un paio di minuti, passati in un silenzio tombale decido di parlare.
"Salve signora Gray, io sono Evelyne, Evelyne Paiper."
Dico tutto d' un fiato.Faccio nuovamente scontrare i nostri occhi ma, dinuovo, un brivido improvviso percorre il mio corpo, facendomi immediatamente abbassare lo sguardo.
Mi sorride, forse un sorriso più addolcito rispetto a quello precedente.
Immaggino si sia accorta delle mie pessimi condizioni, e forse, sta provando pietà.
Abbassa lo sguardo per un millesimo di secondo sulla mia mano, portandolo successivamente sul mio volto, cercando i miei occhi, che non trova per il mio troppo imbarazzo.
Afferra saldamente la mia mano, facendomi sussultare, scuotendola in modo deciso, senza mai smettermi di guardarmi.
Posso percepire il suo sorrisetto sadico, nuovamente divertito sul suo viso.
Si starà sicuramente prendendo gioco di me.
Sembrerò così piccola e ingenua ai suoio occhi, a ripensarci, ho fatto proprio una grande stronzata a venire qui, è ovvio che non le sarei piaciuta.Lascia andare la mia mano, e torna in una posizione conposta, facendomi indietreggiare un po.
"Bene, vogliamo entrare?"
Sento dire in tono sicuro e fermo.Annuisco guardandola per poco, seguendola nell' enorme salone, anch'esso curato nei minimi dettagli, come avevo immaginato.
Mi guardo intorno, con guardo meravigliato.
Non ho mai visto in vita mia così ta to lusso ed eleganza, penso che, se mai dovessi assere assunta, non mi abituerei mai.
"Ti piace ciò che vedi?"
La sua voce profonda mi riporta nuovamente alla realtà, facendomi sobbalzare.
Mi limito ad annuire velocemente con la testa, continuando a seguirla, sentendo il suo odore pungente che mi inonda i polmoni.Abbasso lo sguardo sulla mia gonna corta, portando subito le mie mani a sistemarla, sperando di rendermi, almeno, più decente.
In questo momento, non so il perché, mi sento ancora più piccola...Non riesco a capire come questa donna mi faccia questo strano effetto, penso che sia legata alla nostra differenza di età, alla fine potrebbe essere benissimo la mia mamma, e inoltre, c'è benissimo una possibilità che da oggi lavorerò per lei.
Ciò farebbe di lei il mio capo.Questa sensazione è assurda, non riesco a trovare una parola esatta per definirla...
Penso tra me e me.Ho sempre nutrito un certo rispetto per la figura femminile più adulta di me, nettamente superiore a quello che provo per la figura maschile.
Daltronde... penso che questo parta da un rapporto completamente disfunzionale tra me e mia madre, mai contenta nel vedermi, o orgogliosa per colcosa che faccio... se pur impegnandomi al massimo...
Lei ha sempre messo in atto un atteggiamento punitivo nei miei confronti, punendomi con le sue sgridate e silenzi persistenti, aggiunte da parole taglienti quando io non mettevo in atto ciò che lei voleva, facendomi sentire spesso e volentieri una nullità.
Tutto ciò, accumulato nel tempo, mi ha portata ad una forte paura di deluderla portando una grande angoscia in me.
Perché se nella mia testa fosse stato così, lei non mi avrebbe mai amate e dunque, l'avrei persa.
Di conseguenza, ho trascorso tutta la mia vita a prendere decisioni tramite lei, basandosi solo sul suo pensiero, e la forte necessità, anzi, quasi disperazione di avere sempre la sua approvazione.
Tuttavia, ciò non le bastava mai, perché evidentemente tutto ciò che facevo era sbagliato ai suoi occhi, ed inevitabilmente mi sentivo, ancora una volta, illusa e piccola.
D'altronde piccola come ora...
Ripensando a questo mi porta un dolore al petto, quindi smetto subito, concentrandomi sulla realtà e non su pensieri brutti.
Evelyne, hai un obbiettivo,resta concentrata...
Fallo per te!...
...
...
STAI LEGGENDO
Unicamente lei, la mia fuga.
RomanceEvelyne, ragazza di 20 anni. Innocente, riservata, timida, con insicurezze che non l'hanno mai abbandonata, arrabbiata con sé stessa e la sua famiglia per il suo passato. Dovrà trasferisi a Roma da sola per dei problemi legati alla sua famiglia, cos...