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Sentii bussare alla porta d'ingresso.
I rami dell' albero batterono sulla finestra.
Un silenzio calò nella stanza.
Sentii bussare.
I rami battere.
I respiro affannato.
Il battito del mio cuore accelerato.
Sentivo e non riuscivo… non riuscivo a fare nulla.
Bussano alla porta…
Stanno bussando.
Evelyne…bussano!
Un senso di solitudine mi pervase.
Non sentii più nulla.
Solo i rami che battono.
Il vendo fuori dalla finestra.
Il fruscio delle foglie.
Nulla.

Passi improvvisi venivano uditi.
Nel corridoio.
Continuavano, correvano.
Correva.
Correva.
Stop.
Non udii più questo rumore.
La maniglia della porta si abbassò.
Il buio.
Era buio.
Non sto capendo.
La porta cigolò.
Lentamente essa si apre.
Buio, solo e soltanto oscurità…
Dietro la porta la sagoma di una figura…non capivo chi potesse essere.
Ero paralizzata sul mio letto.
Il terrore nei miei occhi si fece presente.
Il battito cardiaco accelerato e il respiro rumoroso…

Non ancora…
Non ancora…
NON ANCORA!

Mi svegliai improvvisamente, sudara e terrorizzara, udendo la sveglia che risuonava nelle mie orecchie ma io non riuscivo a concentrarmi su quel fastidioso suono poiché ero ancora scioccata.

Mi ci volle tempo per realizzare…
Uno stupido sogno…
Non ci credo…
Era sempre lui…
Solo e solamente lui…
Non riesco a togliere quel mostro dalla mente…
Voglio dimenticare…
Non voglio più sognare…
Mi correggo, non voglio più sognare LUI.

Mi girai verso la sveglia.
7:20.
La signora Gray mi aveva dato appuntamento alle 8:00 a casa sua.

CHE STRAZIO.
Nono posso fare tardi il primo giorno di lavoro!!
Evelyne, hai solo cominciato!.

Mi preparai molto velocemente, solita routine:
Vestiti, doccia e colazione, in cui bevvi solo un caffè (non avevo tempo).

Tra poco dovevo essere alla casa Gray e non sono riuscita, per mio grande dispiacere a truccarmi.
Misi solo il correttore sotto le occhiaglie, quello si che serviva al mio volto dpo quell' incubo che ho fatto stanotte.

Ancora non ci credo che dopo tutto questo tempo io abbia ancora ricordi di lui, che non l' abbia minimamente cancellato dalla mia memoria…
Ovvero, ho cancellato lui… ma non il male che mi ha afflitto.

Improvvisamente il mio cellulare iniziò a squillare, mia madre mi sta chiamando.
Il mio cuore inizia ad accellerare, a volte mi manca la mia famiglia e iniziò a pensare che tutto questo sia solo uno stupido errore causato dai miei capricci e penso che tornare a casa sia la scelta migliore.
Ma poi mi ricordo perché ho lasciato tutto e mi tranquillizzo.

"Ciao mamma."

Sospiro profondamente.
Quanto vorrei che le cose con lei fossero diverse, quanto vorrei che mi avesse solo amata senza rendermi una sua marionetta.

"Ciao Evelyne, se non ti chiamo io,  non ti preoccupi nemmeno di farti sentire…
Immaggino che li a Roma non sia così male."

Eccoci dinuovo qui, solita discussione, subito all' attacco, vuole sempre farmi sentire sbagliata, sempre.

"Mamma, avevo solo bisogno do ambientarmi e capire, in realtà non è neanche così facile..."

"Sei tu che hai deciso di andartene, io te l'avevo detto che potevi benissimo restare qui, ma no, tu sei sempre la solita capricciosa, dovevi fare per forza di testa tua, vero? Troverai mille problemi anche li Evelyne ma io non ti aiuterò più. "

Sento l'ansia pervadermi, nella gola un nodo, mi sembra impossibile respirare.
Mi scendono due lacrime la le asciugo immediatamente ricordami che lei ha sempre fatto così, mi schiaccia ogni volta.
Prende le mie insicurezza e me le rinfaccia rendendomi ogni volta sempre più insicura.
Con il passare del tempo ho capito che lei rendendomi debole e triste, sarebbe riuscita ad ottenere tutto ciò che voleva, ma adesso che so come funziona, non mi mostrerò più così.

"Cosa vuoi mamma? Perché mi hai chiamata?"

"Se mi vuoi dire dinuovo di quanto le mie scelte sia stupide e insensate, non perdere fiato, me lo hai detto già,  me lo dici ogni singolo giorno."

Sbuffo, questa conversazione è ormai troppo pesante.

"Fai tu Evelyne, sappi solo che mia hai delusa.
Ci risentiamo, se sempre ti ricordi di avere una madre"

Senza lasciarmi il tempo di controbattere mi attacca il telefono in faccia, lasciandomi come una stupida.
Questo suo comportamento sempre punitivo in ogni cosa mi fa sentire insignificante, inutile.

Sospiro, infilo la mia pelliccia pesante color nocciola ed esco dalla mia casa, dirigendosi verso la metro.
Odio come si comporta, ma ciò che odio ancora di più è l'effetto del suo comportamento che incide su di me.

Pochi minuti dopo arrivai davanti casa Gray, curata come sempre.

Il cancello era già aperto.
Bussai all' enorme portone e immediatamente una figura femminile aprì.

Non era altro che la magnifica signora Gray.

D'altronde Evelyne, chi credevi ti aprisse la porta? Haha.
Pensai tra me e me.

"Buongiorno signora Gray."

Le diedi il buongiorno con un bel sorriso allegro in faccia, almeno per quel che provavo a farlo sembrare allegro.

"Ciao Evelyne, sei in ritardo di cinque minuti, il primo giorno di lavoro.

Oh cazzo… avevo perso di vista l'orario per colpa di mia madre!
Abbassò lo sguardo mortificata e comincio a torturarmi le mani dal nervoso.

"Mi scusi, ho avuto dei… problemi, non accadrà più"

Sento il suo sguardo bruciare sul mio volto, le mie gote sono in fiamme per la pessima figuraccia appena fatta.

"Evelyne, seguimi, Dylan ti sta aspettando nella sua camera"

Mi fece entrare, dal portone.

"Dammi il giubbotto"

Disse molto freddamente.
La guardai per un momento confusa ma subito dopo lo tolsi, porgendoglielo.
Lei lo afferrò con sicurezza, guardandomi, facendomi sentire in imbarazzo e appendendolo su un gancio vicino all'entrata.

Io seguii i suoi passi in silenzio, senza aggiungere altro e immediatamente vengo colpita dal suo profumo pungente, che, devo ammettere, si abbina molto bene alla sua personalità.

Comincia a spiegarmi delle cose riguardo le abitudini di Dylan, ma la mia testa è altrove, sto davvero permettendo ancora a mia madre di distruggere anche una minima cosa che provo a costruire?
Mio dio quanto mi odio per questo…

Mi sono fatta rubare i miei anni migliori per cosa? Le mie inutili paranoie e i continui errori, che mia madre mi sottolineava sempre?

Che sciocca che sono…

Improvvisamente, ritorno alla realtà, accorgendosi che la signora Gray si è fermata e mi sta fissando con quei suoi bellissimi occhi pungenti, di color ghiaccio…

Uhm…
Evelyne, cosa cavolo stai pensando!?

"Tra 10 minuti andò a lavoro."

Unicamente lei, la mia fuga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora