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Sento il suo sguardo bruciarmi addosso, spogliandomi
Ho come la sensazione che per lei sia possibile guardarmi dentro.

Mi sento nuda, prima di difese e insignificante sotto quel suo sguardo così duro.

Porto le mani sul viso, accavallando le mie gambe rigide, tipico di quando sono agitata.

"Dunque Evelyne, perché pensi di meritare questo lavoro? Cosa puoi offrirmi tu che non posso trovare in qualcun'altra?"

Abbasso velocemente lo sguardo.

Cosa ho io da offrire?
È una domanda che spesso mi pongo.
Quali sono le mie doti, le mie capacità?

La verità è che proprio non ne ho idea.
Sono così tanto insicura su tutto che quasi mi sembra di non possedere alcuna capacità, rinunciando a ciò che voglio, rovinando tutto.

Le cose le lasci andare per tanti motivi, non soltanto perche un sentimento muore, la lasci andare per la tua ineguatezza, per codardia.

La lasci andare per insicurezza, per paura di rischiare ancora, o per non affrontare la fatica che comporta a scendere a compromessi con la parte più nascosta di noi.

Inizio il discorso, guardandomi le scarpe, cercando di trovare qualcosa per non fare scena muta.

"Sono paziente"

Ed è vero.
Dico sempre il contrario per risultare più forte, tosta caratterialmente, ma in realtà è che ho dovuto sopportare tutta la vita, a sopportare l' insopportabile, a vivere sottomettendomi al volere degli altri, non trovando mai il coraggio di ribbellarmi o rispondere mai...

"Sono molto empatica con tutti"

Altra cosa vera, che nego sempre.
Fingo che non mi importa nulla, ma dentro soffro perché riesco a sentire il dolore di chi ho davanti e, in qualche modo tendo a farlo di mio.

"Mi piace curarmi degli altri"

Mi spunta un piccolo e leggero sorrisetto sulle labbra, ricordando i vari momenti.

Incapace di curare me stessa, proietto tutte le mie attenzioni e le cure che servirebbero a me sugli altri.
Cercando sempre di farli sentire meglio, come vorrei sentirmi io.

Sospiro, stanca di scavare dentro di me e di tirare fuori le prime buffonate che mi saltano in testa.

Alzo lo sguardo, i miei occhi sono lucidi, si scontrando con i suoi.

Mi sento completamente fuori posto, tutto questo mi sembra solo un grosso e stupido errore che ho commesso.

"La verità, signora Gray, è che non ho la più pallida idea di perché dovrebbe scegliere me.
Non ho nulla che non può trovare in altre ragazze, anzi, sicuramente ci sarà qualcuno la fuori che le potrà esporre mille motivi per cui lei dovrebbe assumerla.
Ma quella persona, chiaramente, non sono io."

Mi sistemo sulla poltrona sotto il suo sguardo attento, che non si è distratto mai, numero per un momento dai miei occhi.

Credo stia pensando, valutando non so che cosa.

"La verità è che ho solo voglia di ricominciare tutto da zero.

Ho bisogno di una nuova opportunità, di una nuova vita, una nuova routine, nella speranza di trovare una nuova me.

Per questo mi sono trasferita qui da sola a Roma, per ricominciare."

Molti delle persone passano l'intera vita come falliti, aspettando il 'momento giusto' per fare qualcosa.

Ma il momento, non potrà mai essere quello 'giusto', non bisogna aspettare, inizia dove ti trovi, vivi.

Il suo sguardo brucia nel mio.
Il suo volto è impassibile, non suscita nessuna emozione.

Unicamente lei, la mia fuga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora