Capitolo 19 Ricongiungimento

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Arrivarono a Triora a tarda notte, quando la città mostrava il suo massimo splendore. Le alte e strette case di pietra circondavano una piazza affollata di danze, musiche, fiori e vassoi colmi di leccornie che fecero venire l'acquolina in bocca a Phyte solo a guardarle. La sorella osservò che erano stati fortunati: erano arrivati durante i festeggiamenti per il ritorno di una strega, Irene, il cui nome era scritto sopra ogni arco dei porticati con una vernice luminosa, conferendo all'ambiente un aspetto ancora più appariscente. Dopo che Felicity ebbe salutato calorosamente ogni singola persona incontrata, i quattro pellegrini poterono finalmente godersi il tanto desiderato pasto. Fette di farinata, pansoti ripieni di borragine, gnocchetti di patate in salsa di basilico, zucca gratinata al forno, pandolci con uvetta, canditi e pinoli passarono tra i tavoli, e Phyte si avventò sul cibo, accompagnandolo con un numero indefinito di bicchieri di vino

"Fa ruggine"

continuava a ripeterle Ies, ogni volta che Phyte cercava di afferrare la brocca d'acqua, passandole invece sottobanco un bicchiere di vino, eludendo la sorveglianza di Felicity, e alla fine del pasto, Phyte si ritrovò così inebriata dall'alcol da accettare volentieri l'invito di unirsi alle danze. Prima di scendere in pista, Felicity le mostrò rapidamente i passi: tacco punta sul terreno prima con un piede, poi con l'altro, seguendo il ritmo di flauti e fisarmoniche mentre convergevano al centro del cerchio tra grida festose, finché la musica non cessava per dare inizio a un nuovo ritmo e un'altra danza. Dopo numerose giravolte, la festa si spostò dalla piazza verso una collina fiorita ai margini della città.

Phyte seguì il corteo di danzatori e musicisti fino a raggiungere il vero motivo delle celebrazioni: un funerale, ma non come quelli del Regno Umano, dove i corpi venivano dati alle fiamme per liberare il corpo verso il cielo; il rituale alla quale stava partecipando riguardava il ricongiungimento con la terra. Phyte osservò il rettangolo appena scavato, sulla superficie emergevano solo due braccia consumate dall'uso della magia, una più dell'altra, mentre il resto del corpo era già sprofondato nel terreno. Tre semi vennero fatti cadere tra le mani intrecciate nel caratteristico saluto degli stregoni del Centro, e, successivamente, furono incisi sulla lapide di marmo il nome della strega, la data di nascita e quella di ritorno alla terra.

Irene di Triora 26 Aprile 10.101.992 - 23 Settembre 10.102.342

Durante il rituale, Felicity spiegò a Phyte che per streghe e stregoni era importante ritornare a Eden, il loro mondo, solo così avrebbero potuto lasciare una traccia della loro esistenza e conservarla per sempre al centro del mondo "E Creatore?" chiese Phyte, riflettendo su ciò che sapeva lei del mondo                           

"Gli esseri umani si sono dovuti inventare un creatore per dare un senso alle loro vite. Sfortunatamente continuano a credere in quell'entità fasulla anche dopo che la Strega Verde ci ha portato il verbo di Eden" rispose Felicity, ma vedendo l'espressione accigliata della sorella, si affrettò ad aggiungere: "Però ci sono molte altre forme di vita oltre a noi, al di là del cielo; forse un essere simile a Creatore esiste da qualche parte..." dunque, disse infine, una cosa non escludeva necessariamente l'altra

"E l'immortalità? Non mi dirai che non è mai esistita nemmeno quella"

"La strega Verde non si è mai espressa chiaramente a riguardo. Quello che sappiamo è che, se mai ce l'abbiamo avuta, non ci è stata certo rubata dalle creature magiche, quindi non è sicuramente possibile recuperarla da loro"                                                                                                        

"Ma la Cura alla mortalità è quasi stata trovata grazie alla Chimera! Prima che la strega Viola eliminasse Cole il Nobile e le sue scoperte" dopo una simile accusa, Willow si sentì in dovere di intervenire nei loro discorsi: "Phyte... Mia madre non ha mai attaccato il Laboratorio".

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