Louis odiava diverse cose. La frutta, svegliarsi nel bel mezzo della notte, i programmi spazzatura alla tv, le persone che gli facevano perdere tempo, dover cucinare, il freddo, chi gli parlava di prima mattina prima che avesse preso il suo caffè, perdere e, ovviamente, Harry Styles.
Non sapeva nemmeno dire come fosse nato quell'odio verso l'astronauta, era gorgogliato come in un'ebollizione a fuoco lento dentro di lui per poi esplodere in un'eruzione come un vulcano. Lava calda, cenere, scorie: Louis le sentiva bruciare tra le ossa e gli organi ogni volta che pensava ad Harry, ad Harry e alla sua insopportabile capacità di eccellere, ad Harry e alla sua terribile abilità nel portargli via tutto ciò che più desiderava. Più ci pensava e più sentiva una serie di fardelli gravargli addosso.
Quando l'altro era arrivato a New York, alla base aerospaziale in cui lavorava lui, tutto ricci morbidi, occhi verdi e sorrisi gentili, Louis aveva capito subito che quel ragazzo gli avrebbe dato filo da torcere. Era arrivato lì alla stessa età in cui ci era arrivato lui e, considerando che passare l'addestramento triennale e superare tutte le candidature non era così semplice, il fatto che fosse arrivato un altro astronauta così giovane poteva voler dire solo che fosse eccezionale e validissimo. Oltre che indubbiamente bellissimo. Inutile dire che Louis ci avesse messo gli occhi addosso subito.
Louis però in quel momento era abituato a spiccare. Dopo anni di duro lavoro aveva finalmente raggiunto il tanto agognato obiettivo della sua vita, lavorare come astronauta, e lo stava vivendo come se fosse il protagonista di un sogno. Era lui a consigliare i suoi colleghi più anziani, era lui a proporre punti di vista innovativi, era lui a guadagnarsi missioni e incarichi che nemmeno chi era lì da anni era mai riuscito ad ottenere. Tutto andava a meraviglia. Tutti i suoi sacrifici erano stati ripagati e ogni suo sforzo aveva acquisito un nuovo significato. Poi, l'arrivo di Harry Styles. E tutto aveva cominciato ad andare a rotoli. Non che fosse migliore di lui, di fatto si alternavano in maniera abbastanza equa nel guadagnarsi responsabilità e nell'aggiudicarsi le mission, ma pensare che tutto quello che aveva ottenuto Styles, senza il suo arrivo, sarebbe stato senza ombra di dubbio suo lo mandava in crisi. Harry non era migliore di lui, vero, ma era ugualmente bravissimo. E di fatto, non era nemmeno peggiore di lui, anzi. Tutti gli dicevano che giocavano ad armi pari, che si contendevano ogni briciola proprio perché erano entrambi due scienziati e professionisti eccellenti. In ogni caso, Louis non riusciva a scendere a patti con questa cosa. Non riusciva ad accettare che ci fosse qualcun altro oltre a lui in quella base ad essere considerato un fuoriclasse e che quest'ultimo gli portasse via da sotto il naso ruoli e primati a cui aveva sempre ambito. Non quando lui aveva sacrificato tutto per quello.
Così erano iniziati i battibecchi, le liti, le derisioni e le irritazioni, nel tentativo di spaventare e far stancare l'altro e, magari, portarlo a ritirarsi. Ma ciò non era mai successo e, temeva, non sarebbe mai capitato nemmeno in futuro. Il più giovane, infatti, era perfettamente in grado di difendersi e sferrare attacchi a sua volta e glielo aveva dimostrato ormai in innumerevoli occasioni. Louis incassava, contraccambiava e di notte, quando si svegliava di soprassalto con il cuore a mille e non riusciva più a dormire, si affacciava alla sua terrazza e pensava a nuovi modi per fargliela pagare. Odiare Harry Styles, in sostanza, gli prosciugava un sacco di energie. Senza di lui la sua vita sarebbe stata straordinariamente serena. Che era esattamente quello a cui stava pensando mentre ascoltava il Comandante Higgins e il Comandante Vines dargli consigli mentre si trovava in orbita a pilotare una fottuta navicella spaziale, da solo, per effettuare un Rendezvous. Louis non aveva mai compiuto una missione in solitaria e soprattutto non era stato scelto per quel compito così importante. Messo a confronto con Harry, per la portata della missione, i loro Superiori avevano infatti decretato che, nonostante i risultati brillanti, non fosse pronto tanto quanto l'altro. La frustrazione, l'umiliazione, l'amarezza e lo sconforto provati quel giorno, conditi da una bella dose di sofferenza, l'avevano fatto capitombolare. Il giorno dopo, comunque, si era rimboccato le maniche ed era andato a lavoro più determinato che mai a volersi riprendere il suo posto di miglior astronauta della base, proprio com'era stato tempo addietro.
Mentre ripensava a tutto questo, improvvisamente il segnale di Harry sparì dalla radio. Diverse persone si misero all'opera per cercare di ristabilire una connessione con l'astronauta ma per interminabili minuti ciò non avvenne. Ciononostante riuscirono a seguire l'andamento del veicolo su cui viaggiava. Louis sgranò gli occhi e sentì un peso depositarsi sul suo petto quando si rese conto di cosa stesse succedendo. Allarmati, tutti i suoi colleghi cercavano di mettersi in contatto con Harry, di suggerirgli cosa fare, di assicurarsi stesse bene, ma Louis non riusciva a fare assolutamente niente. Paralizzato suo suo posto, nella mente il suono della sua stessa voce mentre diceva al più giovane che sperava la sua navicella esplodesse.
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Let's have some Space // Larry
Hayran KurguHarry e Louis hanno due cose in comune: l'amore smisurato verso il loro lavoro e l'odio che serbano l'uno verso l'altro. O quella in cui Harry e Louis sono due giovani astronauti che cercano di sottrarsi ruoli e primati, forse anche quello di chi, a...