MOSCA D'ORO DI PORTA CAPUANA

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Sorta di spirito custode incaricato di proteggere il territorio partenopeo, si racconta che Enrico VI di Svevia, padre di Federico II, si rese testimone proprio di un evento che aveva come protagonista una mosca d'oro. La creazione della mosca viene attribuita a Mago Virgilio, molto noto in città, che decise di liberare per sempre Napoli dalla piaga delle mosche, catturandone una e plasmandola nell'oro. Il talismano, grande come un rospo, venne posizionato nei pressi di Porta Capuana, ai margini orientali della città, dove sorgevano anche le paludi. Ad esso veniva attribuita la capacità di allontanare ogni altra mosca. L'amuleto venne plasmato, secondo il mito, con il metallo che lo stregone aveva estratto dalle membra della terra del luogo. Fu il vescovo Giovanni di Salisbury a spiegare che la mosca perse le sue capacità quando venne sradicata da Porta Capuana per essere portata nel Castello Cicala, nei pressi del Monastero di Santa Chiara.

 Fu il vescovo Giovanni di Salisbury a spiegare che la mosca perse le sue capacità quando venne sradicata da Porta Capuana per essere portata nel Castello Cicala, nei pressi del Monastero di Santa Chiara

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