XXVII. UNA SORPRESA

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Lotte non fece aspettare troppo. Arrivò un paio di settimane dopo, senza farsi precedere né da una chiamata né da una lettera. Me la trovai in giardino in un turbinio di stoffe, con i lunghi capelli tinti di nero, un paio di enormi occhiali da sole e le labbra color confetto strette in un'espressione furiosa. Il pancione s'intravedeva sotto l'abito verde.

-Sono un po' incinta

-Si vede

Passi alle mie spalle mi fecero capire che stava arrivando Albert.

Lotte sbuffò. -Scusa per quello che sta per succedere

-Cos...

-Violett

La saliva mi si seccò in gola. Era Herman. Il mondo finì così... o mi parve che finisse.

Lo guardai fermarsi vicino a Lotte.

Era lui quindi il misterioso fidanzato. Lotte, al suo fianco, non mi sembrava felice. Il suo viso era teso, quasi furioso. Non era amore. No, al massimo era odio. E ne ebbi paura. Tremendamente paura. Cosa stava succedendo?

-Che bella sorpresa!- Albert mi arrivò accanto.

Io tacqui. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Lo sguardo di Herman s'incollò immediatamente al mio. Come ai vecchi tempi. Sempre la stessa storia, sempre gli stessi eventi.

-Quindi sei tu il misterioso fidanzato- continuò Albert.

Herman annuì. Disse qualcosa. Poche parole. Non le ricordo. Si parlò del nulla quel giorno. Io tremavo, ma mi fingevo tranquilla. Avevo il fuoco nelle vene. E il cuore che mi schizzava in gola. Cosa stava succedendo?

Ebbi modo di parlare con Lotte solo più tardi. L'afferrai per il braccio e la trascinai in disparte.

-Mi vuoi dire cosa succede?- le chiesi.

-Mi ricatta- ammise mia cugina in un soffio.

La fissai, incredula. -Come?-

-Mi hai capito bene- ruggì lei e guardò altrove.

Pensai ai mille motivi per cui avrebbe potuto ricattare Lotte. Beh, me ne vennero in mente molti. -Lui... per cosa?-

-Riciclo di denaro-

-Cos'hai fatto?-

-Avevo qualche piccolo traffico illegale... mi hanno anche arrestata-

-Lotte!-

-Ehi, ho mandato i soldi anche a voi... Herman mi ha fatta liberare, in cambio di un fidanzamento... vuole starti vicino, il più possibile senza far sospettare di nulla Albert- fece una smorfia.

-Che disastro-

-Lo dici a me? Io lo odio e non sai quanto mi costa far finta di nulla- sbuffò -E ora che si fa?-

Nulla, non potevamo fare assolutamente nulla. Herman, il mio Herman... oh, in che guaio ci aveva messi.

-Tu lo ami ancora, vero?- chiese Lotte con tristezza.

Non replicai. Era vero. Incredibilmente vero. Non potevo mentirle, lo avrebbe capito.

-Allora sono davvero guai- sbuffò -siamo nei guai... entrambe-

Feci la cosa che nella vita mi era sempre riuscita meglio. Lo evitai. Non che fosse semplice. Albert voleva che Herman venisse con noi ovunque. Era il suo più caro amico in fondo, l'unico di cui si fidasse. Ovviamente lui non sapeva che di Herman era meglio non fidarsi. Oppure sì. Oh, come mi confondeva! L'agitazione ricominciò. Mi sentivo mancare al pensiero.

Gwen non semplificava la mia vita. Ogni cosa diventava motivo di un capriccio. Le piaceva rendermi la vita impossibile. E l'antipatia era reciproca. Mi rodeva il cuore. Mi faceva male.

Avrei dovuto capire che il peggio doveva arrivare.

La principessa e la cocotte III: per amore e per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora