XXXI. UNA NASCITA

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Lotte era accucciata sul pavimento della sala, una mano sul pancione, la schiena appoggiata contro il divano.

Non appena vidi la pozza di sangue compresi che le si erano rotte le acque.

-Stai partorendo- mormorai, il cuore in gola.

-Ma no? Non l'avevo capito- imprecò.

Sentii i passi di Herman avvicinarsi. Fui felice che ci fosse lui. Era la mia isola sicura in mezzo alla tempesta. Beh, era anche la tempesta che sconvolgeva la mia vita.

-Sempre nei momenti sbagliati- borbottò mia cugina. -Ti prego, dimmi che c'è un medico da queste parti

Le andai vicina. -Beh, non è la prima volta che lo facciamo

Lotte mi prese la mano. -No, in effetti no

-Lo cerco io- disse Herman.


All'alba Lotte partorì una bambina. Era una creaturina affascinante come la madre, con ciuffetti biondi sulla testa e grandi occhioni chiari.

-Prevedo guai con i ragazzi, l'ammireranno tutti non appena sarà abbastanza grande- risi, stringendola al petto. -È uno spettacolo

Lotte non replicò.

-Sai già come la chiamerai?

-Quello è compito tuo

La guardai. -No, Lotte, questo è compito tuo, non mio

-Ma tu adori giocare a fare la mammina per tutti, no?

Sospirai. -Che c'è che non va?

Solo più tardi mi confidò la verità. -Avrei preferito un maschio- mormorò. Un sostituto di Roby. Non lo disse, ma io capii.

-Lotte- sussurrai e l'abbracciai. Lei pianse.

-Era un così bel bambino- singhiozzò.

-Lo so, lo so- le accarezzai i capelli -bisogna essere forti, bisogna andare avanti-

-Non è semplice

-Lo so, lo so

Le notti seguenti le passai con Lotte. Lei non voleva rimanere sola. Io non me la sentivo di dormire con Albert. Non volevo che mi toccasse. Non con Herman in casa. Era una sensazione terribile.



Non ruppi del tutto il rapporto con Herman. Sembra paradossale, ma coltivai più quello con lui che con Albert.

Capitava che di notte, accertatami che Lotte dormisse, sgusciassi fuori dalla stanza per raggiungerlo.

Lui mi aspettava al roseto. Di solito non parlavamo di noi, ma degli argomenti più disparati. Le rose per esempio.

-È impossibile che fioriscano

-Bisogna crederci

Fu in quelle sere che gli venne in mente l'idea che in seguito avrebbe attraversato le nostre vite.

-E se fosse Albert a lasciare te?

Il cuore fece un balzo. -Che intendi?

-Se s'innamorasse di Lotte?

-Cosa?

-Se stessero insieme ci lascerebbero andare

Lo fissai senza davvero vederlo. Era quello il suo piano? A ben pensarci non avrebbe dovuto darmi fastidio. Era la soluzione che cercavamo, no? Era la libertà che non potevamo avere.

-Pensaci, non è perfetto?- gli occhi grigi brillavano.

No che non era perfetto. -Non credo che sia giusto

-Non credi o non vuoi?- contrasse le labbra.

-Non credo... non è discorso di volere o meno

-E allora cos'è?

Mi sentii a disagio. -Non so, non credo che stiano bene insieme

-Non vuoi che stiano bene insieme perché vorrebbe dire che tu eri la scelta sbagliata per Albert, che è sempre stata giusta Lotte?

Mi mancò il respiro. -Non è questo

-E allora? Violett, io non capisco... sembra che tu non riesca a deciderti, ma questo fa più male- sussurro. -Bisogna prendere una decisione e questa sarebbe la migliore per tutti... pensaci

Non controbattei. Non ne ebbi la forza. Mi limitai guardarlo alzarsi e andare via. Possibile che riuscissi a distruggere ogni cosa?



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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 12 ⏰

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La principessa e la cocotte III: per amore e per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora