XXII. L'ATTRICE

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Non eravamo tornati nemmeno da un mese quando Lotte mi comunicò la sua ultima decisione.

-Vado a Londra

Fissai mia cugina sorpresa, non sapendo cosa dire o cosa fare. -Londra?- ripetei quella parola come un pappagallo. Lotte aveva forse trovato lì un amante? Oppure c'era dell'altro?

-Ho fatto un provino quando eravamo a Londra e... mi vogliono scritturare... un contratto come attrice

-Attrice?-

-Sì, diventerò la nuova Greta Garbo-

La notizia, come sospettavo sarebbe successo, sconvolse il castello. Lolò si fece il segno della croce, iniziando a dire che quello era un lavoro che portava alla perdizione. Mia madre provò a dissuaderla, sostenendo che non avremmo potuto aiutarla se fosse andata a vivere lontana da casa. Mio padre, come al solito, non disse nulla, ma la sua disapprovazione era palese. Albert fu l'unico a sembrare sollevato. Lui era sempre felice quando Lotte si allontanava. Quello però che ebbe la reazione più violenta fu Adam. Urlo che non voleva che Lotte partisse. Voleva andare con lei. Io ero disperata. Possibile che mi preferisse Lotte? Sempre la vecchia storia. Sempre essere seconda.

-Chissà cosa andrà a fare- singhiozzò Lolò -Londra è un luogo pericoloso-

Mia madre non parlò. Si vedeva la lotta nei suoi occhi. Lei doveva proteggere la nipote. Allo stesso tempo però sapeva che a Lotte la vita del castello era sempre stata troppo stretta.

Lotte parlò con Adam. Lo convinse, non so come, della necessità che aveva di partire. -Tornerò- gli promise.

Ci salutammo in una ventosa giornata.

-Sei certa di voler andare?- le chiesi.

-Mai stata così certa- mi abbracciò e il suo respiro mi sfiorò la guancia -starò bene, non preoccuparti come fai sempre-

Avrei voluto dirle che preoccuparmi era una delle poche cose che sapevo fare bene. -Stai attenta-

Fece un mezzo sorriso. -Non la sono sempre?-

No, lei non era mai attenta. Lotte amava il rischio come io amavo la tranquillità.

-Non fare quella faccia da mammina preoccupata, lo sai che non ti sopporto quando fai così- fece una smorfia.

-Dovresti essere felice che mi preoccupo per te-

Lei strizzò l'occhio. -So badare a me stessa-

Non ci credevo.

-Bada ad Adam- mi disse.

-Non lo faccio sempre?-

-Lo so, sei la migliore madre del mondo- e percepii del sarcasmo nella sua voce. Il cuore mi si strinse. Non una brava moglie, ma una brava madre. Chiunque altro non avrebbe notato questa scelta di parole. Io sì.

La guardai allontanarsi. Bella e perfetta. Una dea pagana che ancora non si arrendeva alle regole del mondo. Che andava incontro al proprio destino.

Fu allora che ricominciai a scrivere con maggiore determinazione. Era uno sfogo, una distrazione, un estraniarmi da un mondo che, lo capisco adesso che sono passati anni, non sentivo come mio. Era quell'eterna competizione con Lotte che si poteva assopire ma non spegnere.

Era il fatto che noi due fossimo legate. Incatenate. Se lei poteva fare l'attrice, beh, io dovevo fare qualcosa.

Fu sempre in quel periodo che provai a spedire le mie storie. A riviste, case editrici, concorsi. Laddove ottenevo una risposta non era mai positiva. Sembrava che il mio stile di scrittura fosse troppo pomposo, le trame poco originali, i personaggi piatti.

Continuai a scrivere per me, per i bambini, per Herman, ma tenni i manoscritti nel cassetto. Ne ho molti di quel periodo. Si sono accumulati, hanno preso polvere, si sono sbiaditi.

Confesso che persi presto la speranza di essere una scrittrice.

Sono sempre stata contestata, a differenza di Lotte e del suo talento per la recitazione riguardo al quale anche i suoi peggiori nemici concordavano. Tutt'oggi credo di essere una scrittrice più per fortuna che per bravura.

Ho la sensazione che se avessi vissuto una vita diversa sarei stata qualcos'altro. Invece in qualsiasi vita immagini Lotte è un'attrice. Non avrebbe potuto andare diversamente. Anche se io non fossi esistita, se lei fosse stata l'unica bambina, ragazza, donna del castello, beh, avrebbe seguito quella strada. Era scritto nelle stelle. Io sono l'effetto collaterale.

La principessa e la cocotte III: per amore e per vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora