CAPITOLO 9

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PEYTON

Halloween è tra qualche settimana eppure sono già tutti eccitati per il ballo in maschera.

<<Potremmo travestirci tutte da Winx ora che siamo in cinque. Ovviamente io farei Bloom visto che sono rossa.>> Katy espone la sua idea toccandosi i capelli ramati.

<< E se ci travestissimo da principesse?>> è Harper a proporre questa volta.

<<Non si possono fare le principesse senza i principi, su Harper!>> Sophia e il suo tono supponente sono sempre presenti.

<<Se ci travestissimo da streghe? So che è banale ma potremmo inventarci qualcosa di estremamente sexy.>> Darcy chiaramente pensa solo a come fare colpo.

Sobbalzo quando qualcuno alle mie spalle si schiarisce la voce. Nel momento in cui mi giro, mi maledico per averlo fatto. Il vociferare delle ragazza in lontananza mi fa capire che si sono dileguate.

Oliver da dietro la schiena tira fuori un bouquet di fiori. Girasoli per l'esattezza.

Alzo gli occhi al cielo.

È colpa sua se in questo momento il mio mento è letteralmente tagliato in due.

Cerco di sorpassarlo e di andarmene via ma mi afferra per un polso.

<< Peyton ti prego, mi dispiace. Non puoi cercare almeno di capirmi?>> Apre le mani in segno di resa.

<<Siamo stati insieme e abbiamo passato un bel pomeriggio. E subito dopo scopro che tu vivi con... con lui e che siete...siete dei cavolo di "fratellastri"?>> Fa una fatica enorme a pronunciare quest'ultima parola.

<< Non siamo fratellastri, i nostri genitori non sono sposati e non abbiamo assolutamente, nemmeno lontanamente un rapporto che somigli a quello di un fratello e una sorella.>> Le parole mi escono con talmente tanta furia che mi sembra di sputare fuori veleno. Ma non mi importa, come può paragonare me e Cameron a sorella e fratello.

Ha un fratello o una sorella? Ha la minima idea di cosa voglia dire avere un legame del genere?!

Serro i pugni e stringo con forza. Devo sforzarmi per rimanere calma, non posso fare una scenata davanti a tutta la scuola.

<<Però capisco che tu possa esserci rimasto male, ma questo non giustifica quello che hai fatto.>> Scuoto la testa.

<<Quello che ho fatto? Lui mi picchia e tu non dici niente, scommetto che nemmeno ti interessa; ma se sono io a tirargli un pugno allora tu ti butti in mezzo?!>> Il suo volto rappresenta la confusione che probabilmente c'è ora nella sua mente.

Non so ancora il motivo esatto per cui l'ho fatto, è stato istintivo. Non volevo gli facesse del male.

<<Senti, lascia stare, ricominciamo. Ti passo a prendere stasera alle sette e ceniamo insieme.>> Mi lascia i fiori in mano e inizia a camminare in direzione delle aule.

<<Cosa? No, non vengo a cena con te.>> Ribatto con determinazione.

<<Dammi un'altra possibilità Pey. Passo alle sette. Non accetterò un no.>> E poi sparisce seguendo l'angolo del corridoio.


Sono un idiota.

Sono un idiota .

Continuo a ripetermelo mentre mi preparo per "l'appuntamento" di stasera.

Gli sto concedendo un'ultima chance.

Alle sette in punto suona il campanello, la melodia rimbomba nella casa completamente vuota, a quanto pare tutti avevano da fare stasera.

Persa dentro di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora