PEYTON
Ieri notte è stata la prima notte che ho dormito. Che ho chiuso gli occhi la sera, quando il buio era padrone di tutto e li ho riaperti, solo quando la luce mattutina accarezzava il mio viso ancora assonnato. L'unica notte passata in questa dannata casa senza che il mio corpo tremasse come una foglia. L'unica notte in cui io non abbia pianificato di scappare da qui.
È stato strano perché è stata la prima volta che nei miei sogni ho incontrato Cameron Eduards.
Eravamo al mare, ma il cielo era scuro, le nuvole nere e i tuoni talmente forti da coprire il suono del mare in tempesta.
Il vento impetuoso era talmente intenso che non riuscivamo a stare in piedi.
Le onde alte nell'acqua scura facevano paura e si abbattevano contro di noi con una forza disumana.
Eppure noi, anche se a fatica, rimanevamo lì, a guardarci nel bel mezzo del caos. Era buio, talmente buio che io davanti a me vedevo solo una sagoma alta e possente. Ma sapevo che era lui. Me lo diceva il suo profumo sparso dappertutto, il suo calore sulla mia pelle, il suo respiro calmo che mi rimbombava nelle orecchie. E il suo sguardo scuro immerso nell'ombra...Lo ritrovavo ovunque guardassi. Mi bastava guardare il cielo nero per vederci due occhi grandi, dalla forma elegantemente allungata. Potevo guardare il mare in cui eravamo immersi e trovarci due occhi contornati da ciglia folte. Potevo guardare davanti a me, come potevo girarmi dall'altra parte e provare a correre; ma davanti a me c'era sempre quello sguardo profondo che prometteva di guardarmi dentro senza farmi alcun male. Prometteva di mettermi a nudo con una delicatezza che sarebbe dovuta spettare solo ai fiori più fragili o agli ordigni inesplosi più imprevedibili.
Quello sguardo, da cui non potevo fuggire, mi faceva dimenticare che mi trovavo in mare, alla deriva, perché tanto era lui che mi teneva a galla.
Lui che mi teneva in vita.Persa dentro quel sogno provavo una sensazione strana. Era come se sentissi la sua essenza dentro di me. Come se lui fosse completamente immerso dentro di me come noi eravamo avvolti nell'acqua gelida del mare. Come se fossimo una cosa sola, percepivo la sua voce nella mia testa ma sentivo il suo calore anche sulle braccia, sui fianchi, dietro la schiena.
In quell'attimo è come se io avessi visto dentro di lui e lui avesse visto dentro di me.
Come se ci fossimo letti l'anima a vicenda in un millisecondo.
Come se finalmente ci fossimo riconosciuti, dopo anni alla deriva.
Un tuono potente mi fa sussultare. Poggio la mia mano sul cuore per sentire i miei battiti impazziti dovuti allo spavento. Mi distraggo quando vedo la sagoma davanti a me fare lo stesso.
Mah? Si è spaventato anche lui? Credevo non avesse paura di niente.
Scuoto la testa guardandolo, ma lui fa lo stesso. Strizzo gli occhi per vedere meglio, nel mentre alzo un braccio e lo muovo a destra e a sinistra.
La sagoma segue il mio movimento alla perfezione. Ma invece di spaventarmi e temere ciò che ho davanti, l'unica cosa che vorrei fare è avvicinarmi a lui, sentirlo più vicino.
Ma quando provo a muovermi verso di lui tra le acque agitate, lui si allontana.
Più cerco di muovermi veloce, più lui si allontana in fretta. Più cerco di avvicinarmi a lui, più la sua figura si fa piccola e distante.
Ora che lui è lontano l'acqua inizia a essere più agitata, il mio corpo diventa più pesante e sento le braccia stanche a furia di nuotare.
<<Non lasciarmi anche tu.>> Le parole mi escono soffocate a causa dell'acqua salata che mi entra in bocca mentre mi lascio affogare.
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Persa dentro di te
RomancePeyton è una ragazza semplice vista da fuori, eppure, dentro è talmente contorta che risulta impossibile da snodare. Si sente vuota dentro. Ma il suo nuovo stile di vita, ovvero andare a vivere a San Francisco con il compagno della madre le sconvolg...