PEYTON
Dopo essere sopravvissuta a un'altra giornata di scuola sono a casa sul divano ma il campanello che squilla non mi vuole dare tregua.
Mi alzo senza voglia e mi trascino fino alla porta.
<<Ciao Petty.>> Impossibile non riconoscere la sua voce.
<<Papà? Ma cosa ci fai qui, non ci vediamo da un sacco.>> Mi fa piacere vederlo dopo tutto quello che è successo.
Prende della chiavi in tasca e le sventola davanti a me. Un sorriso si apre sul suo volto dalla carnagione olivastra ricoperto di barba sale e pepe.
<< Tuo padre mantiene le promesse. Ti ho preso una cosetta, vieni. >> I papà e le loro sorprese...
Usciamo di casa e superiamo il giardino dirigendoci in strada dove una moto nera ci attende.
Non può essere. Mi ha preso veramente una moto.
<<È quella che volevi vero?>> Si volta a guardarmi con attenzione.
Non riesco a trattenere l'emozione, mi butto su di lui per abbracciarlo più forte che posso.
Mi era mancato abbracciare mio padre, quasi mi ero dimenticata della sensazione di sicurezza
<<Grazie, grazie papi. È bellissima! Certo che era quella che volevo!>> Non riesco a trattenere l'euforia.
<<Dopo tutto quello che abbiamo passato, te la meriti.>> Mi accarezza i capelli sorridendomi.
<<Tu come stai papà?>> Voglio saperlo veramente, siamo sempre stati tutti così chiusi in famiglia.
<<Va bene, va alla grande. Non ti devi preoccupare per me piccola.>> Mi sorride.
Ma a me si stringe il cuore dentro il petto perché so che non è così, nessun papá sta bene senza sua figlia così come la sua bambina non sta bene senza il suo eroe indiscusso.
Lui è stato costretto ad andarsene da mia madre e io penso che questo non potrò mai perdonarglielo.
Ma d'altra parte, se tieni veramente a qualcosa lotti per tenertelo stretto. Non te lo fai portare via senza battere ciglio.Passiamo tutta la serata insieme, mangiamo fuori, parliamo della scuola, della nuova casa, di David.
<< E qualche ragazzo che ha adocchiato la mia bambina non c'è?>> Aiuto.
<<Papà, mi rifiuto categoricamente di parlare di ragazzi con te.>> Incrocio le braccia sul petto.
<<Però posso dirti di si, potrebbe esserci qualcuno.>> Scoppio a ridere quando per un pelo non gli vanno di traverso gli spaghetti.
<<E non c'è qualche donna che invece ha adocchiato il mio papà?>> Lui tossisce.
<<Mi rifiuto categoricamente di parlare di donne con te. >> Imita la mia voce in un modo fin troppo divertente.
<<Dai papà, non parlo così!>> Scuoto la testa in segno di disapprovazione ma sotto i baffi nascondo una risata che non ci mette molto a uscire.
Poi mi riaccompagna a casa, lui prende la macchina e se ne va. Lui torna alla sua vita e io alla mia. E non so quando lo rivedrò.
I tempi in cui tornavo a casa e lui mi chiedeva come fosse andata scuola, i tempi in cui lo sentivo russare nella camera di fronte alla mia sono finiti. Ora lui è lontano da me, lontano da sua figlia, l'unico posto dove un padre non dovrebbe mai stare.
Ma cerco di tirarmi su, come ogni dannata volta.
HO UNA MOTO!!!
Ancora non ci credo, non vedo l'ora di usarla.Il mattino dopo prendo la mia moto nuova di pacca, la accendo e inizio a guidare verso scuola.
Per raggiungere il parcheggio devo affrontare una piccola salita ma abbastanza ripida. Mi volto nel momento in cui qualcuno mi suona il clacson.
<<Quell'idiota di Eduards.>> Sospiro annoiata.
Quando riporto il mio sguardo davanti a me noto che c'è una transenna esattamente di fronte a me. Non riesco a frenare in tempo e ci vado a sbattere in pieno. La transenna cade con un forte rumore metallico e finisce sotto le mie ruote. Freno immediatamente e poggio per terra l'unico piede con cui tocco.
Ma la moto è terribilmente pesante e inoltre sono anche in discesa. Sento che mi sta per cadere. E se dovesse cadere mi trascinerebbe giù con lei.
Delle mani coperte da dei guanti neri afferrano il manubrio della mia moto. Il suo odore mi investe.
<<Tutto bene?>> Il suo tono di voce non è per niente tranquillo. Sembra quasi preoccupato per me.
Io lo guardo meglio occhi incapace di chiedergli aiuto. Come al solito sento qualcosa che mi blocca, che mi dice che devo farce
<<Scendi Blake, ci penso io.>> Ha ancora la visiera specchiata del casco abbassata perciò la sua voce arriva ovattata; ma la rabbia nel suo tono si percepisce forte e chiara.
Scendo dalla moto un attimo prima che ci si sieda lui. Sembra quasi che gli vada piccola da quanto è possente. Con un piede sposta la transenna da sotto la mia moto e poi continua la salita verso il parcheggio con la massima tranquillità.Lo raggiungo a piedi.
A qualche metro da me si sfila il casco rivelando i capelli in disordine e un viso ancora leggermente addormentato. Mi fa il segno muovendo due dita davanti a se, mentre mi guarda con sguardo fiero.
Due. Due volte che mi salvato. Quel giorno nello spogliatoio e oggi.
<< Siamo a due Blake.>> Mi sventola le chiavi della moto davanti alla faccia prendendomi in giro.
Le prendo con forza.
<<non ho intenzione di ringraziarti è questo che stai aspettando. >> Incrocio le braccia davanti al petto.
<<Avrei potuto farcela anche da sola, non mi serviva di certo il tuo aiuto.>> Alzo lo sguardo sfidandolo.
<< Oh, non ne dubito. Ma penso che a quest'ora, senza il mio aiuto, avresti avuto una gamba rotta. E comunque, non preoccuparti, prometto di non aiutarti più se è questo che vuoi. Malefica. >>
Sottolinea con enfasi l'ultima parola prima di andarsene sfiorandomi la spalla.Entrando in classe vedo che Katy, icy e Sophia si girano all'unisono verso di me. Mi fanno segno di andare verso di loro, quindi mi siedo nel banco davanti a loro
<<Quindi con Oliver è seria la cosa?!>> Katy mi tira una leggera spallata sorridendo.
Sgrano gli occhi.
<<E voi come fate a saperlo?>> Se glielo ha detto lui... Questa volta sarò io a tirargli un pungo dritto in faccia.
<<Venerdì vi hanno visto tutti da Luz. È il ristorante più frequentato dai ragazzi della nostra scuola.>> Icy parla come se questo fosse risaputo, ma io chiaramente non lo sapevo.
Sophia si sporge sul banco.<< Quando vuoi far sapere a tutti che stai uscendo con qualcuno è lì che lo porti. Non hai idea di quante risse ci siano state e continueranno ad esserci dentro quel locale; credo sia per questo che le pareti sono bordeaux, per coprire gli schizzi di sangue.>>Alza gli occhi al cielo.
Lexy, appena entrata in classe si intromette nella conversazione. <<La smetterai mai di raccontare questa cavolata?!>> Il suo tono è annoiato mentre poggia lo zaino ai piedi del banco.
<< Le pareti sono bordeaux perché al proprietario piace così. Punto.>> Poggia perpendicolarmente l'indice sul banco imitando il punto.
<<Buongiorno anche a te Lexi, ti sei svegliata bene anche oggi.>> Icy ridacchia.
<<Avete letto cosa ha scritto il giornalino di oggi?>> Lexy sembra agitata.
Apre lo zaino e tira fuori il giornale per poi buttarlo con un tonfo sopra il banco.
Apre la prima pagina e subito dopo riconosco la mia nuova casa.
Il titolo principale cita: Gli Eduards hanno una sorellina?
Da qualche settimana gira voce che a casa Eduards, luogo di grandi feste per noi ragazzi, sia arrivata la nuova compagna del padre e avrebbe portato con se anche sua figlia.
Possiamo accertarvi la validità della notizia, grazie alla nostra redazione che ha visto la ragazzina entrare in casa in questi giorni.
Non possiamo però dirvi altro per tutelare la sua privacy.
Oh merda. Mi hanno scoperta.
Nella mia testa risuona il tono duro di Cameron:" non dire a nessuno che vivi qui". Come fosse una questione di vita o di morte.
<<Una sorellina? Ma in che senso? Cioè, vive con loro? Con Cam?>> Icy sembra spaesata e fuori controllo.
<<Mamma mia! Calmati Icy!>> Sophia sembra spazientita.
<<Ma quanti anni ha?>> Prende il giornale e se lo avvicina per leggere meglio.
<<Qua dice che potrebbe avere la nostra età, quindi vuol dire che deve per forza venire a scuola qua.>> A momenti posso vedere il suo cervello che cerca di capire chi è la ragazza in questione.
<<Come mai tutta questa agitazione?!>> Chiedo con tono innocente, non vorrei smascherarmi da sola prima del previsto.
Non capisco il perché di tutto ciò.
<<Perché?! Perché?!>> Icy sbatte i palmi sul banco alzandosi. Sembra fuori di se mentre urla contro di me. I suoi occhi furibondi mi mettono i brividi.
Io rimango pietrificata, non mi sarei mai aspettata un comportamento del genere nei miei confronti.
Lexy capisce la situazione, mi prende a braccetto e mi porta in corridoio.
Una volta lì inizia a parlare a bassa voce.
<<Icy e Cam prima stavano insieme, circa un annetto fa. Ma lui da un giorno all'altro l'ha lasciata come se tutto il tempo passato insieme non significasse niente.
Icy ci è rimasta terribilmente male, mi ricordo che non è venuta a scuola per una settimana e quando siamo andate a trovarla era in uno stato pietoso. Dopo l'accaduto, per circa due mesi, ogni volta che sentiva il suo nome scoppiava a piangere come una bambina.
Poi come penso tu sappia, lui è partito, è scomparsa sua madre....
Ma lei non sapeva niente di tutto ciò. Come ti sentiresti se la persona che ami ti lasciasse improvvisamente, dicendoti che non ti vuole più vedere?!>> Vedo compassione nel suo sguardo, le deve volere davvero bene.
<< Sinceramente, penso l'unica cosa che la faccia andare avanti sia il fatto che lui è tornato, e lei è convinta di poterlo riconquistare.
Perciò, ci sta che una notizia del genere la sconvolga.
Ha appena saputo che una ragazza, della nostra età, vive nella stessa casa dove abita lui.
E penso che tu lo abbia visto, insomma, nessuna ragazza saprebbe resistergli.>>
Annuisco alle sue parole, cercando di non fare notare il vuoto che ora mi sento dentro.
Non capisco perché, ma al solo pensiero di Icy che prova a riconquistarlo sento una montagna di rabbia montare dentro di me.
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Persa dentro di te
RomansPeyton è una ragazza semplice vista da fuori, eppure, dentro è talmente contorta che risulta impossibile da snodare. Si sente vuota dentro. Ma il suo nuovo stile di vita, ovvero andare a vivere a San Francisco con il compagno della madre le sconvolg...