Lametta.

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Mi chiamo Sara,ho 16 anni e sono morta.
Vi chiederete come sono morta e beh,la storia è lunga quindi,mettetevi comodi.

Da piccola avevo un'amica immaginaria di nome Betty.
Betty era una bambina come me,la sua pelle era grigiastra e i suoi lunghi capelli biondi circondavano il suo volto perfetto e surreale.
Ci volevamo tanto bene,anche se lei era gelosa degli altri bambini.
Non voleva assolutamente che gli altri bambini mi rivolgessero la parola e quando lo facevano,lei faceva loro i dispetti.

Mi raccontava spesso della sua famiglia: una famiglia nobile e perfetta. Mi disse che venne uccisa da "uomini neri"che entrarono in casa e uccisero tutti.
Prima di morire la povera Betty dovette assistere al massacro dei genitori e del fratellino.
Anche lei venne massacrata, mi disse che la picchiarono e le tagliarono le vene dei polsi,anche se non volle mai farmi vedere le sue cicatrici,coperte dalle maniche del suo vestito nero.
All'età di 6 anni io e i miei genitori fummo vittime di un incidente, solo mia madre e io riuscimmo a salvarci.
Dopo quell'incidente cambiammo casa e mi dimenticai di Betty.
La mia vita di li in poi divenne orribile. All'età di 9 anni fui stuprata dal compagno di mia madre,che continuò fino all'ultimo mio giorno di vita.
Mia madre non volle credermi,convinta che dicevo quelle cose solo per ricevere maggiori attenzioni da parte sua.
A scuola andavo male,non avevo nessun amico e spesso ero vittima dei bulletti della classe.
All'età di 15 anni mi innamorai per la prima volta di un ragazzo di 18 anni.
Pensavo che fosse diverso...
Pensavo che mi amasse veramente...

Dopo neanche un mese che eravamo fidanzati mi portò in un posto isolato ed abusò anche lui di me.
Mi minacciò,se avessi detto a qualcuno di quello che era successo mi avrebbe uccisa.

Iniziai a sentire delle voci nella mia testa,mi dicevano continuamente che ero inutile, dovevo morire.
Iniziai a pensare al suicidio, all'autolesionismo.
Iniziai a tagliarmi con le lamette del Gilette.
La mia vita era uno schifo, rimpiangevo gli anni in cui tutto era perfetto.
Il giorno del mio 16 compleanno, dopo un pomeriggio stressante,mi chiusi in bagno e presi la mia lametta che tenevo nascosta nella mia borsetta con dentro i trucchi. Iniziai con i soliti,piccoli taglietti e aspettai che il sangue uscisse fuori.
Improvvisamente sentì una voce piccola e familiare cantarmi "tanti auguri",alzai lo sguardo e la vidi: la piccola Betty che mi sorrideva con il suo solito sorriso raggiante.
Ebbi un feshbach e ricordai tutto in un nano secondo.
Fui felice di vederla,lei era la mia unica amica.
Mi disse che era meglio farla finita, smettere di soffrire per sempre e tornare a giocare come un tempo.
Fui felice quel giorno,la mia migliore amica mi fece un bellissimo regalo.
Mi tagliai le vene dei polsi e aspettai tranquilla il mio momento.

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