⋆˚࿔ capitolo 12 𝜗𝜚˚⋆

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Jisung indugiava sulla porta dell'aula da cui erano appena usciti, osservando Minho mentre percorreva il corridoio e svoltava l'angolo, prima che il più piccolo uscisse di nuovo dall'edificio.

Si sentiva come se camminasse sulle nuvole, come se fosse in una specie di torpore. Non vedeva l'ora di dirlo a Changbin e Chan, con la loro disapprovazione. Non vedeva l'ora di tornare a casa e mandare un messaggio a Minh-

Ah. La consapevolezza colpì Jisung dal nulla e lo fece paralizzare.

Non aveva il numero di telefono di Minho, o il suo Insta, o il suo Sanpchat. Non sapeva niente tranne dove viveva il ragazzo e la zona malfamata in cui si trovava il suo college. Non c'era modo per lui di contattare Minho senza sembrare uno stalker.

Nella mente di Jisung, aveva senso. Meglio essere uno stalker ora, una volta, e farla finita, piuttosto che affidarsi a sembrare uno stalker per il resto della loro relazione-amicizia. Qualunque cosa fosse, Jisung era riluttante a correre troppo.

E così aspettò. Si appollaiò sul muretto di mattoni che separava i confini del cortile della scuola dal marciapiede. Scorse un po' il telefono, tirò fuori una sigaretta dalla tasca e l'accese. Ne fumò metà, lasciò che il resto si spegnesse mentre guardava di lato, pensieroso.

Cosa era appena successo? Jisung lo aveva baciato per primo, ma poi Minho lo aveva ricambiato. Non solo lo aveva baciato, ma... Un rossore gli salì sulle guance e Jisung sentì l'impulso di scacciare quel pensiero dalla mente. Minho era... Minho...? Gli annebbiava il cervello.

Un rumore lo strappò alla sua fantasticheria. La porta d'ingresso si era spalancata e qualcuno stava uscendo. Era lui. Jisung notò immediatamente come il viso di Minho fosse teso, la bocca tesa in un'espressione seria al limite di una smorfia. Le sopracciglia scure e livellate erano unite.

Ma poi Minho sollevò lo sguardo e ogni linea dura si addolcì. I suoi occhi incontrarono quelli di Jisung e sembrarono scaldarsi, o almeno liquefarsi.

<<Hmm>> Mi sei mancato così tanto durante questa riunione. Minho non espresse la seconda parte, dicendola solo con un'innalzamento quasi impercettibile di un sopracciglio, ma Jisung la lesse facilmente. Il suo rossore si fece più intenso.

<<Mi sono accorto di non avere il tuo numero o niente del genere.>>

Un'inclinazione della testa del più grande, un sorriso disinvolto. <<Lo vuoi?>>

Jisung roteò gli occhi, sbuffò e tirò fuori il telefono dalla tasca. Aprì un nuovo registro dei contatti e lo spinse verso Minho senza guardarlo. Quest'ultimo prese il telefono delicatamente, come se potesse sbriciolarsi tra le sue dita, e digitò il suo numero di telefono prima di restituirglielo. Jisung notò nella parte posteriore della sua mente che Minho non aveva chiesto il suo numero in cambio.

Gli occhi di Minho osservavano attentamente il più giovane. Jisung non sapeva dove guardare, lanciando i suoi occhi quasi nervosamente verso la fermata dell'autobus. Stava dando per scontato che Minho dovesse essere lì? L'altro ragazzi seguì lo sguardo di Jisung, addolcì ulteriormente il suo in un sorriso più profondo e poi fece un gesto al più giovane di camminare con lui.

Un silenzio scese tra loro, immobile e tuttavia confortevole. Comodo per Minho; non tanto per Jisung.

In un pallido tentativo di fare conversazione:
<<Perché eri nella mia scuola?>>

Il sorriso di Minho vacilla leggermente mentre camminano lentamente verso la fermata dell'autobus. Minho riallinea la linea dello sguardo con il terreno davanti a lui.

Coincidenze || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora