⋆˚࿔ capitolo 7 𝜗𝜚˚⋆

6 4 0
                                    

────୨ৎ────

L'inverno ti faceva ancora congelare fino alle ossa a Seoul. Gli alberi erano spogli, i marciapiedi lisci di ghiaccio. I vari negozi e locali cercavano di combattere i toni freddi della stagione irradiando luci calda dalle finestre e accendendo i riscaldamenti ovunque potessero. Il bar non faceva eccezione e Jisung tirò un sospiro di sollievo quando si fa largo nel tepore.

I suoi occhi si posano dritti sul bancone. Nessun Minho. Il biondo lo percepisce immediatamente.

Canticchiava sottovoce per la delusione. C'era un ribollire sotto la sua pelle, un bisogno di parlare con il ragazzo più grande. Avrebbe raccontato alla gente dell'attacco di panico di Jisung? Perché era stato così tenero, così dolce, quando sosteneva di non preoccuparsene così tanto? Era impaziente e non aveva familiarità con l'idea di aspettare che arrivassero delle risposte.

Al posto del ragazzo che il biondo tanto teneva a vedere, c'era un altro barista. Sembrava annoiato e guardava distrattamente lo schermo del suo telefono. Giovani riccioli soffici e occhi da volpe. L'avvicinarsi di Jisung spinge il ragazzo ad alzare la testa.

<<Ciao! Scusa. Cosa posso offrirti?>> Il ragazzo si spostò per avvicinarsi allo schermo di un computer, con gli occhi leggermente spalancati.

<<Carino.>> lo ammonì.

I suoi occhi scesero rapidamente fino al cartellino con il nome sulla camicia del ragazzo e... cazzo, di nuovo? Jisung indurì lo sguardo e lo sollevò per incontrare quello del barista.

<<Davvero? Anche tu?>>

Gli occhi del barista seguirono quello del cliente, finendo sulla sua targhetta, per poi tornare su e agganciarsi a quelli di Jisung.

<<Ah. Quindi conosci Felix?>> Sembrava imbarazzato.

<<Quale? Ne ho già incontrati tre.>> Rispose sarcasticamente.

<<Sì... Probabilmente ce ne sono un altro paio. A nessuno piacciono i cartellini con i nomi, ma Felix ci lascia fare qualsiasi cosa.>>

Jisung sorrise. Aveva senso, anche dopo il suo breve incontro con il vero Felix.

Sembrava uno che si sarebbe preso la colpa pur di non far finire gli altri nei guai.
<<E tu? Qual'è il tuo vero nome allora?>> chiese.
Il barista fece una pausa. <<Jeongin.>>

<<Fantastico. Ma non sto cercando Felix. Sto cercando... Minho?>> Quasi balbettò nel pronunciare il nome.

Il volto di Jeongin (su cui sembrava non avere alcun controllo) cadde, e distolse lo sguardo da Jisung, andò verso la finestra, il muro, lo schermo. Ovunque tranne che da Jisung.

<<Ah, scusa. Politica aziendale. Non mi è permesso... Non posso dire dove si trovano i membri dello staff se non sono qui.>> La sua voce era dispiaciuta, l'altro ragazzo inclinò la testa.

<<È il mio insegnante di danza. Lo conosco, quindi posso sapere dove si trova?>>

Scrollò le spalle, offrendo un piccolo sorriso. <<Puoi dimostrarlo?>>

Jisung esitò. In realtà non poteva.

<<Esatto. Abbiamo avuto alcuni... Problemi. Con cose del genere. Quindi non posso rivelare la posizione o l'orario di nessuno, quiindi...>> spiegò Jeongin.

Il biondo annuì distrattamente, e poi rivolse a Jeongin un sorriso comprensivo.

<<Allora prendo un americano ghiacciato da asporto.>>

Coincidenze || MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora