14. Febbre

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«Hai intenzione di ammetterlo o no?»

«Assolutamente no» sbottò Taehyung, le mani strette in due pugni lungo i fianchi.

«Quanto sei testardo! Ci sono solo io, puoi dirlo tranquillamente senza sentirti ferito nell'orgoglio» ribatté Jungkook, seduto sotto un albero alle spalle del moro. «Abbiamo girato in tondo fino a ora. Vieni a sederti, è più riparato qui.»

Il mago si voltò di scatto, le sopracciglia corrucciate. «Non- non è vero» bofonchiò, ma comunque si avvicinò titubante verso il compagno, per poi prendere posto accanto a lui.

«Forse avremmo dovuto concentrarci un po' di più su ciò che ci circondava quando ci siamo addentrati nella foresta» commentò Jungkook, lo sguardo rivolto verso l'alto, dove i rami del pino fitti di aghi azzurrognoli impedivano alla pioggia di inzupparli maggiormente.

Taehyung invece aveva il capo chino, il peso della responsabilità di quella situazione a schiacciargli le spalle. Non solo si era perso nella Foresta Azzurra, per colpa della sua sconsideratezza aveva trascinato in quel guaio anche il futuro sovrano di Avalon.

Quest'ultimo sembrò captare la scia di pensieri che si stavano rimestando nella testa del mago. Gli poggiò una mano sulla spalla e sorrise. «Va tutto bene. Qualcuno si accorgerà che manchiamo e verrà a cercarci.»

Il moro sbarrò gli occhi. «Se tutto va bene, la professoressa Ho non si renderà conto che manchiamo perché non le interessa nemmeno fare l'appello. E anche se i nostri compagni notano che non ci siamo, dubito che qualcuno penserà che ci troviamo qui. Nessuno prestava attenzione a noi quando ha iniziato a piovere.»

Il cavaliere aprì la bocca per controbattere, ma la richiuse subito. In effetti, non c'era motivo che qualcuno li andasse a cercare proprio lì dentro. Lasciò andare la spalla del mago e sospirò. Non era preoccupato di essere disperso nel bosco con Taehyung, e nemmeno di aver infranto qualche regola. La cosa che lo turbava di più era sapere che il suo compagno invece si stava tormentando e lui non aveva idea di come tirarlo su.

«Uhm... sarebbe utile se i tuoi famigli indossassero il loro collare in questo momento» mormorò, pentendosi all'istante. Probabilmente aveva solo peggiorato la situazione.

Dal canto suo, Taehyung cercò di non dare a vedere quanto desiderasse che le sue parole potessero diventare realtà.

«È presto per quello» disse soltanto.

Jungkook si strinse nelle spalle e incrociò le gambe.

«Comunque» disse a voce più alta, nel tentativo di distrarre il mago dall'intera situazione, «sembra che tu e i tuoi famigli siate davvero legati.»

Il moro emise un suono d'assenso, ma niente di più.

«Se la scelta dei famigli era giusta» insistette l'altro, «allora è giusta anche nomina dei ruoli. E ciò significa che tu e io siamo destinati-»

«Allora forse anche tu e Yoojung siete destinati a sposarvi» lo interruppe Taehyung, gli occhi fissi sulle proprie scarpe.

«Che? Chi ha parlato di matrimonio? Solo perché Arthur e Guinevere sono i sovrani non vuol dire che-»

«Se fosse stata lei al posto mio, quella volta in camera... L'avresti baciata?»

La testa del biondo scattò di lato, e si trovò immerso in un paio d'occhi color cioccolato che lo fissavano. Un'espressione indecifrabile era dipinta sul volto del mago. La sua era mera curiosità o...?

Jungkook finse di pensarci su. Il desiderio viscerale di strappare una qualche reazione dall'altro lo pizzicava sottopelle. «Uhm... forse?»

Si apprestò a controllare la faccia del compagno, pronto a ritirare la sua risposta, ma Taehyung non aveva finito con le domande.

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