«E-ecco...» balbettò Jungkook, incapace di continuare la frase quando il suo sguardo incrociò quello famelico dell'Incubus. Le sue guance si erano arrossate come mai prima d'ora, riusciva a sentirne il calore anche senza toccarle fisicamente.
«Siediti, umano» disse il ragazzo dai capelli argentati.
Il cavaliere rimase immobile, rapito dagli occhi felini dell'altro, finché non sentì le mani di Taehyung posarsi sul suo petto.
«Ho detto... siediti» gli intimò di nuovo l'Incubus, la voce più profonda, e con una spinta fece atterrare il biondo sul suo letto.
Jungkook si sentì stordito, inerme sotto lo sguardo pensieroso del ragazzo davanti a lui.
Poi Taehyung fece un passo avanti e poggiò un ginocchio sul materasso, tra le gambe divaricate del cavaliere.
«Cos'hai di tanto speciale?» si interrogò l'Incubus, come se fosse solo in quella stanza. «Per attivare le mie visioni... dev'esserci qualcosa in te, che ancora non sappiamo.»
Jungkook deglutì, e non mosse un muscolo quando l'altro prese a sfiorarlo: le guance, il collo, dove pendeva la collana regalatagli da sua madre, la clavicola.
«Perché sei... così?» riuscì a malapena a chiedere, la sua attenzione focalizzata sull'indice del mago che stava scivolando tra i suoi pettorali, da sopra alla maglia.
«Non sei l'unico che si è preso la pioggia, ieri» spiegò Taehyung. «Solo che tu ti sei fatto curare. Qualcun altro ha deciso che sarebbe guarito per conto suo. Senza grandi risultati, ovviamente. Ma per me è meglio così» commentò con un occhiolino.
Alle sue parole, però, il cavaliere sembrò destarsi.
«Ecco- ecco perché sei così caldo» esclamò, portando istintivamente il palmo della mano sulla fronte di Taehyung.
Quest'ultimo lo afferrò per il polso, costringendolo a scendere lungo il suo torso nudo.
«Vuoi sapere cos'altro è così caldo?» domandò l'Incubus.
Jungkook si morse il labbro, le dita che indugiavano sulla banda elastica dei pantaloni dell'altro.
«Non... dovrei» mormorò, lo sguardo concentrato sul modo in cui Taehyung faceva danzare la sua mano avanti e indietro sulla propria pelle.
«No?»
«Devi... far tornare Taehyung» insistette il cavaliere, nonostante se il suo tono fosse incerto e intriso di desiderio.
Il mezzo demone si era comodamente seduto a cavallo delle sue cosce, e il biondo poteva sentire perfettamente la crescente erezione del compagno persino attraverso il morbido tessuto dei pantaloni.
«Vuoi davvero che torni?» indagò il mago, sistemandosi meglio sul grembo dell'altro. «Mi sembri... felice di vedermi in questa forma.»
Jungkook chinò il capo, e si ritrovò a fissare l'ingrossamento in mezzo alle proprie gambe, anche se non gli era necessario per capire a cosa si riferisse l'Incubus: l'eccitazione l'aveva colpito come una scarica sul suo membro non appena l'altro si era accomodato su di lui.
Alzò di nuovo la testa, trovandosi la faccia di Taehyung a un soffio dalla sua, i nasi che si sfioravano e i respiri intrecciati. D'istinto, si avvicinò all'altro, per eliminare la poca distanza che li separava e catturare e sue labbra.
Il mago fu più rapido di lui: premette l'indice e il medio sulle labbra bramose del cavaliere, facendolo cadere all'indietro sul materasso.
«Non vogliamo mica farmi venire un'altra visione, vero?» commentò laconico Taehyung. Lo spinse nuovamente, e il cavaliere sprofondò con la testa sul cuscino. «Altrimenti non potrò divertirmi con te, e già l'altra volta sono rimasto a secco.»
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Kamelot Academy [TAEKOOK]
FantasiTaehyung odia l'accademia, odia i ruoli prescritti dal Sommo e odia Jungkook. Eppure si ritroverà a fare i conti con tutto questo, e scoprirà che nulla è come sembra.