Capitolo 3

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Marta, agosto, anno 2012

Non era mai stato imbarazzante stare in macchina con lui, e non lo era neanche in quel momento, ma c'era qualcosa di strano, nell'aria. Come se Lorenzo fosse preoccupato.
Marta non riusciva a capirlo, ma notò che era stranamente teso, che sul collo gli guizzava una piccola vena, che le mani erano strette attorno al volante e che gli occhi erano puntati dritti sulla strada. Avrebbe voluto farlo rilassare, non lo sapeva, magari accarezzarlo. Le succedeva, a volte, di volerlo accarezzare, di voler fare qualcosa con lui che non c'entrasse niente con il sesso. Magari solo uscirci a prendere un caffè.
Non poteva permettersi certi pensieri. Ma non la spaventavano neanche, a dir la verità.
Lorenzo era troppo carino e gentile, con lei. Fin dall'inizio, e Marta non provava assolutamente niente per lui, se non un affetto un po' strano. Almeno credeva.
Fu la sua voce a riportarla alla realtà, e girandosi verso di lui notò che si stesse muovendo sul sedile, cercando una posizione più comoda o semplicemente cercando le parole giuste per iniziare quella conversazione.
"Mh, ecco.. sì, ci sei abituata a queste cene con me, no?"
"Sì, certo. Cosa c'è, Lorenzo?"
Non aveva proprio idea su dove quell'uomo incredibilmente intelligente, simpatico e bello, volesse andare a parare.
Si prese qualche secondo per stare in silenzio. In realtà non sapeva proprio come dirglielo.
Di solito quelle cene si svolgevano insieme ai suoi colleghi, o ai compagni di alcune associazioni o della squadra di golf. Ma quella no. Assolutamente. E la cosa lo metteva in agitazione.
Sospirò.
"Beh, ecco.. è una cena organizzata da mia madre."
Lo disse tutto d'un fiato, sperando quasi che Marta non capisse, e che dicendolo a voce alta potesse togliergli un peso dal petto.
La donna lo guardò per qualche secondo.
"Una cena con la tua famiglia?" chiese alzando il sopracciglio sinistro.
Era sorpresa, un po' confusa, e abbondantemente curiosa in realtà. Ma non infastidita, forse un po' divertita.
Una delle prime cose che Lorenzo le aveva detto la prima volta che l'aveva contattata - dopo averle spiegato cosa intendeva, cosa voleva, cosa si aspettava, e dopo aver discusso di prezzi e orari - era stata che quelle cene sarebbero state solo con i suoi amici, vecchi conoscenti, colleghi o compagni. Aveva sottolineato che mai l'avrebbe portata ad un incontro con la sua famiglia. Sarebbe stato imbarazzante per entrambi.
In realtà ne avevano fatta di pratica nel corso dei mesi. Sembravano proprio una coppia stabile e innamorata agli occhi degli altri, anche perché Lorenzo si faceva vedere in giro solo con lei. Era lei la sua accompagnatrice ufficiale, era l'unica di cui si fidava e che voleva accanto.
Lei sapeva cosa voleva, come e quando. E non lo deludeva mai.
"Okay, so cosa ti avevo detto, 'niente cene di famiglia, niente eventi familiari, niente incontri con fratello o sorella' . ma le cose sono un po' cambiate. Cioè non del tutto ma.." quando era agitato tendeva a straparlare, e Marta lo trovava insieme divertente ed adorabile.
"Arriva al punto" lo spronò ridendo leggermente.
Lorenzo sospirò portandosi la mano tra i capelli lunghi e scuri.
"Quello che volevo dire è che sarà imbarazzante lo stesso, ma adesso sappiamo come comportarci. E poi mia madre mi stava portando all'esaurimento per questa cena. 'Guarda, tuo fratello viene con sua moglie, tua sorella con il suo fidanzato. Sai che saranno prossimi alle nozze anche loro, no? E lei è più piccola di te! Tu sempre da solo sei. Casa, lavoro. Lavoro, casa. Casa, campo da golf. Campo da golf, lavoro. Quando ti decidi a mettere su famiglia?' - scimmiottò la voce della madre - E non ce l'ho fatta. Ogni giorno la stessa storia. Sono sbottato e le ho detto che ho una ragazza anche io ma che volevo tenerla lontana dall'inferno che è quella casa."
Marta lo trovò carino mentre si scaldava raccontando la discussione con sua madre, e rise divertita mentre l'uomo maturo al suo fianco imitava la voce della sua genitrice.
Rise anche lui. Si era un po' sfogato ed era felice di aver alleggerito la situazione. Di solito riusciva solo ad appesantirla.
Soprattutto con le donne.
"Va bene. Non c'è problema, Lorenzo. Vorrei solo sapere come devo comportarmi. Cosa si aspettano i tuoi genitori? E tuo fratello e tua sorella?"
Era preoccupata di deluderlo, di fargli fare una brutta figura. Non se lo sarebbe mai perdonato.
"E soprattuto, cosa ti aspetti tu?"
Lorenzo la guardò di sfuggita, è la ragazza si sentì addosso tutto il peso di quelle iridi scure.
"Basta che tu sia naturale, Marta. Lo sai. Come ti comporti di solito con me. Siamo il più naturali possibile."
L'agitazione traspariva dalla sua voce e dalle sue parole, e la donna per tranquillizzarlo non poté fare altro che stringergli la mano sopra il cambio.

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