31 Scoprire

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Etienne

<< Bene. Allora puoi fare da fotografa a mio figlio Étienne per il suo matrimonio l'anno prossimo. >>

Ecco come mio padre mi fa crollare il mondo addosso.

Mi volto verso di lei e la vedo impallidire.

<< Di cosa stai parlando, papà?>> dico rivolgendo subito lo sguardo su di lui.

Tutti noi lo stiamo guardando.

<<Hai capito benissimo, anzi avete capito bene. Sono stato anche clemente e ti sto dando un anno piuttosto che un mese come ti avevo detto>>, mi risponde finendo di mangiare il suo dolce.

<<Non puoi obbligarmi!>> quasi urlo.

Mi alzo di colpo dal tavolo per mettergli le mani addosso, ma sento una presa sul polso. È Lorenza, che mi guarda con i suoi occhi come per dirmi che non ne vale la pena. Mi siedo di nuovo con una leggera tranquillità continuando a guardarla.

Il nostro contatto visivo viene interrotto nuovamente dalla voce di mo padre.

<< Sì, che posso! Con tutto il rispetto per Lorena, ma non ti ci vedo con una ragazza di basso borgo. Sposerai Paris. Cosa ti cambia tanto? Te la sei già scopata.
Sarà un matrimonio di convenienza. Te la sposi, ma potrai continuare a frequentare la ragazza che siede accanto a te. >> La indica con un gesto superficiale con la forchetta.

<< Ho ventisei fottutissimi anni! Non abito più con te e non ho più i tuoi soldi! Non ne hai il diritto!>> Non mi sono mai alterato così tanto con mio padre.
So com'è fatto, ma non pensavo così tanto.
Le parole da dire sono tante, ma vengo interrotto dalla fragolina che ho al mio fianco.

È assodato che quando si arrabbia assomiglia a una fragola.

La mia fraise.

<< Con tutto il rispetto ma lei è un grandissimo stronzo!>> È arrabbiata ma lo esclama con una certa calma, forse troppa. <<Le ribadisco il mio nome, mi chiamo Lorenza. Io potrei essere anche del basso borgo, ma ho una cosa che a lei manca: l'educazione>>.
Nessuno dei quattro a tavola la interrompe o dice altro. Posa le posate sul tavolo, fa un bel respiro e continua a parlare.
<<Non ho una situazione finanziaria stabile e non ho conseguito una laurea. A diciotto anni mi sono ritrovata senza genitori e con alcuni debiti da pagare, da sola. Nessuno dei miei familiari mi ha aiutato e non mi sta aiutando. Ma sa una cosa? Dopo tutto quello che mi è successo, non è mai cambiata: la mia considerazione verso gli altri. Attualmente sto saldando gli ultimi debiti con i soldi che sto guadagnando duramente, anche grazie a suo figlio e al meraviglioso lavoro che sta svolgendo con il gruppo neozelandese. Non sarò ricca e non avrò un lavoro da sei cifre. Ma, signore, il rispetto e l'educazione che mi hanno insegnato i miei genitori, quelli non si dimenticano e soprattutto non hanno prezzo.>>

Rimaniamo tutti in silenzio.

Mio padre sembra scottato dalle sue parole.

<< Scusate, ragazzi, potreste lasciarmi sola con Jean-Claude, per favore?>> chiede mia madre. Si è alzata da tavola e ora ha i palmi delle mani appoggiati sul tavolo con uno sguardo severo nei confronti di mio padre.
<< Oh oh, ora mi tocca una ramanzina?>> sorride con ironia.

Non diciamo nulla, ci alziamo da tavola e usciamo dalla sala da pranzo.

<< Hai dato una bella lezione a mio padre. Per quanto valga, mi dispiace per i tuoi genitori.>> esprime mio fratello.

Siamo nell'atrio della casa. Voglio salire in camera e fumare.

Da quando siamo arrivati non ho fumato nulla, né una sigaretta né una canna.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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