-R-robert, ma é tutto vero?- esordisce mia madre quando scendo dall'auto.
-Si mamma, l'ho visto con i miei occhi.
-Oddio, ma come Robert? Hai visto l'omicidio?
-No, non l'omicidio, ma sono stato la prima persona a uscire dopo che esso era accaduto e a vedere tutto.
Mio padre per il momento sta restando fuori dalla conversazione, ma dopo poco anche lui si inserisce:
-Hai sentito qualcosa, lo sparo se eri fuori?
Ancora quella domanda, e la risposta sarebbe stata la stessa.
-No, cioè sí lo sparo c'è stato ma io non l'ho sentito, non riesco ancora a capire il perché...
-Ah, giusto, ormai tutti usano i silenziatori.
Ecco, allora se lo confermava anche mio papà doveva essere andata proprio così, anche se non ne ero ancora totalmente sicuro.
-Tesoro, ascolta, se vuoi stare da solo ti capiamo benissimo, diccelo e togliamo subito il disturbo, dopo tutto quello che é successo sarai sconvolto.
Mia mamma aveva ragione in parte: in effetti avevo appena iniziato a formulare e a realizzare la realtà, e sapevo che appena entrato in casa sarebbe stato ancora peggio, vedere con i miei occhi che qualcosa mancava, qualcuno mancava.
D'altra parte, però, so che avrei bisogno dei miei genitori: affrontare tutto da solo, soprattutto il primo giorno, sarebbe stato molto difficile.
-No mamma, davvero, credo sia meglio se restiate con me.
Così ci incamminiamo dentro la casa, che anche se siamo in tre ora mi sembra triste e vuota, e prepariamo il pranzo.
Come ci aspettavamo, nessuno ha fame e mangiamo praticamente 50 grammi di pasta ciascuno.
Dopodiché andiamo in salotto e decido di accendere il televisore, ed ovviamente tutti i telegiornali non fanno altro che parlare degli omicidi di stamattina: "morto con due colpi di pistola il geometra James Terrence e per un infarto il diciassettenne Dustin Hopper".
Alla vista di questo titolo mi si contorce lo stomaco, era impossibile riuscire a credere a quello che era successo, e che era proprio successo a noi.
Quando succedono omicidi, sembrano sempre cose surreali, cose estranee a noi.
E poi leggi il nome di tuo figlio al telegiornale, e capisci che ti eri sempre sbagliato.
Insomma, cosa avevamo fatto per meritarci questo?
Perché era morto, perché lui?
Chi o cosa gli aveva causato l'infarto?
Non riesco a smettere di chiedermelo, vorrei sapere e capire tutto il prima possibile, non che mi avrebbe fatto rassegnare o tranquillizzare, ma non potrei resistere a lungo tormentandomi tutto il tempo con questi pensieri.
Il problema è che non riesco proprio a pensare ad altro, d'altronde, come si fa a pensare ad altro quando, poche ore prima, tuo figlio è morto, e nessuno sa come o chi l'abbia ucciso.
Ma forse, il fatto che mi preoccupa di più, è che c'era qualcosa che non quadrava: James.
Non c'entrava assolutamente nulla, o meglio, c'entrava con noi e con Addie, ed era questa la cosa grave.
Ho come il presentimento che qualcosa non vada: non possono essersi casualmente trovati allo stesso tempo nello stesso luogo, e poi lì morire, uno in un modo e uno in un altro.
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Omicidio a Brooklyn
Mystery / ThrillerCom'è possibile che la tua vita cambi da un momento all'altro? Come una semplice dimenticanza più crearti così tanti problemi? Come ho fatto a passare da un semplice lavoratore al sospettato principale di un omicidio? Un'avventura affascinante, con...