1. Un Amore Mai Detto

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Mi chiamo Alison, e questa è la storia di come il mio cuore ha imparato a parlare, anche quando le parole sembravano soffocare in gola.

Londra, per me, è sempre stata casa. Le sue strade umide, i taxi gialli che sfrecciano come fantasmi tra la pioggia, i caffè affollati dove il rumore delle tazze di porcellana si mescola al vociare della gente. Ma la mia vera casa è Lewis.

Lewis e io siamo amici da sempre. Letteralmente, dalla nascita. Le nostre madri si conoscevano già prima di noi e, sin da allora, le nostre vite sono state intrecciate. Abbiamo vissuto ogni fase insieme: le prime cadute, i compleanni, le risate, i pianti... sempre io e lui, lui ed io.

Mi è sempre piaciuto pensare che niente sarebbe mai cambiato. Era come se ci fosse una bolla attorno a noi, dove tutto il resto del mondo non esistesse. Ma in quella bolla, c'era qualcosa che mi pesava, qualcosa che non avevo mai avuto il coraggio di ammettere nemmeno a me stessa: Lewis non era solo il mio migliore amico. Era di più. Era tutto.

Stamattina ci siamo incontrati al nostro solito posto, un piccolo parco vicino a King's Cross, dove gli alberi sembrano voler raccontare storie a chiunque sia disposto ad ascoltarle. Lui era già lì, seduto sulla solita panchina. Mi ha sorriso in quel modo che mi fa sentire sicura e fragile allo stesso tempo.

"Ali! Vieni, devo presentarti qualcuno!" ha detto entusiasta.

Il mio cuore ha iniziato a battere forte. Non era una novità, accadeva ogni volta che mi chiamava per nome, ogni volta che mi guardava come se fossi la persona più importante del mondo. Ma stavolta c'era qualcosa di diverso nella sua voce. E quella differenza mi ha messo a disagio.

"Chi devo conoscere?" ho chiesto, cercando di mantenere il tono casuale, anche se dentro di me sentivo il gelo insinuarsi tra le costole.

Lui si è girato e, prima che potessi dire altro, ho visto una ragazza. Era bella, di una bellezza naturale, senza sforzo. Capelli castani che le incorniciavano il viso, occhi dolci e un sorriso che avrebbe potuto illuminare anche la più grigia delle giornate londinesi.

"Ali, lei è Sophie. La mia ragazza."

Mi è sembrato che il mondo si fermasse per un attimo, come se tutto fosse sospeso in un silenzio assordante. La sua ragazza. "La mia ragazza". Le parole rimbombavano nella mia testa come un'eco senza fine. Eppure, non riuscivo a dire nulla. Mi sono limitata a sorridere, un sorriso che speravo fosse convincente, anche se dentro sentivo il cuore spezzarsi in mille pezzi.

"Piacere di conoscerti, Alison," ha detto Sophie, con quel tono gentile che rendeva impossibile odiarla.

"Anche per me," ho risposto, ma la mia voce mi sembrava distante, come se provenisse da qualcun altro.

Lewis era felice. Lo vedevo nei suoi occhi. E in quel momento, mi sono resa conto che non potevo competere con quella felicità. Perché lui non aveva mai guardato me in quel modo. Nonostante tutte le speranze e i sogni che avevo nutrito in silenzio, per lui io ero solo Alison, la migliore amica. Nulla di più.

Mentre li osservavo insieme, ridevano, parlavano... mi sono resa conto che avrei dovuto fingere. Fingere di essere felice per lui, fingere che non mi importasse. Ma dentro di me sapevo che ogni giorno con loro sarebbe stato un piccolo tormento.

Eppure, come sempre, non potevo fare a meno di restare.

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