3. Il Peso della Gelosia

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Da quando Lewis mi aveva presentato Sophie, ho cercato di mantenere le distanze, lasciando a loro lo spazio per essere felici. Ma non era così semplice. Lewis continuava a includermi, e Sophie sembrava sempre più infastidita dalla mia presenza. Non lo diceva apertamente, ma lo leggevo nei suoi sguardi, nei suoi sorrisi forzati, nelle sue risposte brevi quando ero nei paraggi. C'era qualcosa di diverso nell'aria, qualcosa di teso, e sapevo esattamente cosa fosse: gelosia.

Il primo vero segnale arrivò una sera, quando Lewis mi chiese di uscire per una passeggiata. Era qualcosa che facevamo spesso, da sempre. Londra di notte aveva un fascino tutto suo, e camminare per le sue strade con Lewis al mio fianco mi dava un senso di pace che poche altre cose riuscivano a darmi. Ma quella sera non era come le altre.

"Ali, Sophie vuole parlare con te. Dice che dovremmo... chiarirci."

Mi bloccai a metà passo. “Chiarirci? Di cosa?” chiesi, con la fronte corrugata. Non c’era nulla che io volessi chiarire con lei. Avevo fatto di tutto per tenermi in disparte, per non interferire nella loro relazione, e ora lei voleva parlare?

“Non lo so,” rispose Lewis, visibilmente a disagio. “È solo... è preoccupata. Pensa che forse... tu ed io siamo troppo vicini.”

Il cuore mi saltò un battito. *Troppo vicini?* Da un lato, una parte di me voleva gridare che era assurdo, che io e Lewis eravamo solo amici, come lo eravamo sempre stati. Ma dall’altro... sapevo che non era del tutto falso. Non per me, almeno.

“Hai parlato con lei?” gli chiesi, cercando di mantenere la calma. “Le hai spiegato che siamo amici da una vita?”

“Certo che l’ho fatto,” rispose, ma evitava il mio sguardo. “Ma... penso che la situazione sia diversa ora. Lei è la mia ragazza, e questo la rende insicura.”

Mi girai verso di lui, sentendo una fitta al petto. “E tu pensi che stia esagerando o... che abbia ragione?”

Lewis rimase in silenzio per un momento. Il silenzio tra noi non era mai stato così pesante. “Non lo so, Ali. Non voglio che nessuna delle due stia male. Ma Sophie è importante per me.”

Quelle parole furono come una pugnalata. “E io non lo sono?” mi scappò di bocca, prima ancora di rendermi conto di cosa stavo dicendo.

Lewis si girò verso di me, sorpreso. “Non è questo il punto! Certo che sei importante, sei la mia migliore amica, lo sai. Ma lei...”

“Lei è la tua ragazza,” conclusi io per lui, abbassando lo sguardo. Le sue parole erano chiare, ma la verità dietro di esse faceva ancora più male. Stava cercando di mantenere l'equilibrio, ma era evidente che la bilancia stava pendendo dalla parte di Sophie.

Due giorni dopo, Lewis organizzò un incontro tra me e Sophie, e la tensione nell'aria era palpabile sin dal momento in cui ci siamo sedute una di fronte all’altra in un caffè, senza Lewis a fare da intermediario.

Sophie mi guardava come se stesse cercando di leggermi dentro. "Non ho nulla contro di te, Alison," iniziò, e subito capii che sarebbe stato un discorso difficile. "Ma... la tua presenza continua a essere un problema tra me e Lewis."

“Non voglio creare problemi,” risposi, cercando di mantenere la calma. “Sono sempre stata la sua amica. Non cerco altro.”

"Lo so, ma sei sempre *presente*,” disse Sophie, con una punta di amarezza nella voce. “Non ti rendi conto di quanto sia difficile per me vedere quanto siete legati? Sembra che tu sia sempre in mezzo."

Quelle parole mi ferirono profondamente, ma cercai di non mostrarlo. “Non ho mai voluto essere un ostacolo tra di voi. Lewis è il mio migliore amico, è normale che passiamo del tempo insieme.”

Sophie incrociò le braccia, visibilmente frustrata. “Sì, ma questo rende difficile per noi costruire qualcosa di nostro. Ogni volta che siamo insieme, mi sembra di competere con te.”

Non riuscivo a crederci. Io, competere con lei? “Non c’è competizione, Sophie,” dissi. “Io e Lewis non abbiamo mai avuto niente di romantico. E tu sei la sua ragazza, non io.”

"Ma lo sei stata per lui, in qualche modo," ribatté lei, il suo tono più freddo. “Hai avuto anni per far parte della sua vita in modo esclusivo. Ora c’è lui e me, e tu... devi accettare che le cose cambiano.”

Non risposi subito. Ero divisa tra la rabbia e la tristezza. Lei aveva ragione, ma non capiva quanto fosse doloroso per me accettarlo. Sophie voleva che sparissi? O semplicemente che riducessi il mio ruolo nella vita di Lewis?

Le discussioni si intensificarono nelle settimane seguenti. Ogni volta che Lewis cercava di organizzare un'uscita, Sophie si intrometteva, visibilmente irritata se ero inclusa nei piani. E Lewis, diviso tra la sua ragazza e me, iniziava a sentirsi sotto pressione.

“Ali, dobbiamo trovare un equilibrio,” mi disse una sera, mentre camminavamo per il parco. Il suo tono era stanco, quasi rassegnato. “Sophie sta soffrendo, e non posso ignorarlo.”

“E tu cosa vuoi, Lewis?” chiesi, guardandolo dritto negli occhi.

Lui esitò, guardando il terreno. “Non lo so. Voglio che le cose tornino com’erano, ma... non è possibile, vero?”

Sentii il mio cuore stringersi. No, non era più possibile. Le cose erano cambiate, e non c’era modo di tornare indietro.

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