Capitolo 4

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POV Sarah

"Oh, ma allora? Hai parlato con Angela ieri?" mi domandò Stella, incuriosita.
"Un po'" risposi, senza volermi dilungare troppo. Alla fine, non sapevo neanche io cosa mi stesse accadendo, né perché mi interessasse così tanto quella ragazza più grande di me.
"Vabbè, come se non avessi notato come la guardi. Mi devi dire qualcosa?" continuò, ridendo e stuzzicandomi.
"Ma secondo te, Ste? Boh, la trovo solo molto misteriosa... mi confonde" risposi, sistemandoci i capelli.
"Come dici tu" continuò con la sua risatina provocatoria. Poco dopo uscimmo.

"Eccola qui la bugiarda" sentii qualcuno sussurrare alle mie spalle. Ovviamente non mi serviva girarmi per capire chi fosse.
"Ciao Sarah" aggiunse poi, facendosi vedere con un sorrisetto malizioso. Scoppiai a ridere.
"Prima volta che mi saluti, onorata" risposi, sorridendole, mentre iniziavamo a camminare verso l'uscita della scuola.
"Dovresti esserlo" aggiunse, dando una gomitata al mio fianco e facendomi saltare per il solletico.
"Facciamo passi avanti, allora" dissi, girandomi a guardarla. Eravamo ormai fuori e Angela si accese una sigaretta. Scossi il capo sorridendo.
"Come vuoi chiamarlo tu" rispose, facendo spallucce e avviandosi verso il parcheggio.
"Ti accompagno, dai, vieni!" esclamò Angela, notando che stavo rallentando il passo, e non me lo feci ripetere due volte.

"Come ci si sente a essere una matricola, allora?" domandò Angela, portandosi una manciata di patatine alla bocca. Non so come, ma ci ritrovammo a mangiare McDonald's d'asporto nella sua auto, parcheggiate nel parco vicino al dormitorio.
"Te lo dovresti ricordare, no?" risposi cercando di sembrare divertita, anche se in realtà non volevo rispondere a quella domanda.
"Sì, ma tu sei diversa da me. Voglio sapere come ti senti" ribatté, e potevo leggere l'onestà nel suo tono.
"Boh... è un po' strano, specialmente stare lontana da casa e avere così tanta indipendenza" dissi, distogliendo lo sguardo dal suo e giocherellando con una patatina.
"Non che non mi piaccia, anzi, è tutto ciò che volevo. Solo che è strano essere catapultata qui" aggiunsi, apprezzando il suo silenzio che mi lasciava spazio per spiegarmi.
"Sara, te la caverai come abbiamo fatto tutti. Datti tempo" rispose Angela dopo alcuni secondi, allungando la mano per accarezzarmi il ginocchio.
Involontariamente, il mio sguardo cadde sulla sua mano, che iniziava a far ardere la mia gamba, e purtroppo guardare i suoi tatuaggi non aiutò. Mi schiarii la voce, tornando a guardarla.
"Grazie, Angela" dissi semplicemente, anche se non mi riferivo solo al suo conforto, ma a tutto quel momento.
"Il piacere è mio, piccolina" sorrise, dando un leggero colpo alla mia gamba prima di ritirare la mano.
Rimanemmo ancora qualche minuto a conversare e conoscerci meglio. Ora potevo dire che Angela era davvero piena di sorprese; nulla di ciò che faceva vedere poteva veramente far luce su chi fosse davvero.

"Comunque, volevo chiederti se ti va, e ovviamente anche alle altre, di venire domani con me e Vale a fare l'ultimo bagno al mare della stagione" mi chiese Angela una volta davanti alla porta del mio dormitorio. Potevo notare un filo di nervosismo sovrastarla, la trovai così carina nell'aspettare la mia risposta, come se sperasse davvero in un sì.
"Certo, ti farò sapere" risposi, ricordandomi proprio in quel momento che non avevo il suo numero. Tirai fuori il mio telefono e glielo passai. Angela inserì rapidamente il suo numero, e io lo salvai, senza voler rischiare di perderlo per nessun motivo.
"Allora, ti passo a prendere domani?" aggiunse, infilando le mani nelle tasche.
"E le altre?" domandai, volendo metterla un po' in imbarazzo.
"No, certo, intendevo tutte voi!" esclamò velocemente, con una risatina imbarazzata. Soddisfatta, scoppiai a ridere, e lei mi seguì, grattandosi nervosamente il collo.
"Vabbè, ti saluto allora" aggiunse, e in quel momento potevo sentire la tensione crescere tra di noi. Come avrei dovuto salutarla adesso?
"Grazie per oggi" sussurrai, sorridendole dolcemente, mentre le accarezzavo il braccio, lasciando scivolare la mano fino alle sue dita.
"Quando vuoi, io sono qui" rispose, e ancora una volta sentii l'onestà nella sua voce. Con la tensione ancora presente tra noi, Angela si voltò per tornare al suo dormitorio, mentre io rimasi lì a guardarla.
Cos'era quella stretta allo stomaco che improvvisamente sentii nel vederla allontanarsi?

Si baciano tutti tranne noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora