Capitolo 9

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POV Sarah

"Te lo giuro, è rimasta lì con te finché non sono tornata," mi informò Stella mentre camminavamo verso la scuola. "Quando poi sono entrata, mi ha aiutato a mettermi a letto e, prima di andare via, ha sistemato la coperta su di te," aggiunse. Le raccontai cosa fosse successo dopo il club, e Stella sembrava allo stesso tempo contenta e incredula. "Senti, ma non è che magari ti piace Angela?" mi chiese dopo alcuni secondi di silenzio.

Non sapevo cosa mi stesse accadendo. Mi rendevo conto di avere atteggiamenti e pensieri che potevano essere il risultato di un'attrazione verso Angela, ma non avevo mai provato questo tipo di interesse per una donna. Ero sempre stata sicura di provare attrazione solo per i ragazzi, ma allora perché con Angela sentivo questo bisogno di conoscerla che oscurava completamente i miei pensieri? "Non mi è mai capitato di provare qualcosa del genere per una ragazza," risposi onestamente, guardando la strada davanti a me. "Non significa che non possa capitare, però," rispose Stella, poggiando una mano sulla mia spalla. "Non c'è niente di male in questo, non capisco perché tutta questa paura," aggiunse. Abbassai lo sguardo, sapendo che Stella aveva ragione.

"Quando sono con lei mi sento diversa, provo cose che non ho mai sentito neanche con i ragazzi in passato, e tutto ciò mi confonde," cercai di esprimere i miei pensieri. "Magari, però, è un segno positivo. Ti stai scoprendo. Non devi prendere tutto questo come una lotta interiore," disse Stella. "Per me, dovresti lasciarti andare e vedere come vanno le cose, magari scoprire anche cosa pensa Angela," aggiunse poi. Annuii, senza rispondere. Sapevo che aveva ragione e che avrei dovuto cercare di seguire il suo consiglio.

Ero fuori dalla scuola con le ragazze, ma ancora non ero riuscita a vedere Angela, e sentivo crescere l'ansia man mano che passavano le ore. Cercando di sembrare disinvolta, mi guardavo intorno, ma senza successo. Ormai le voci delle ragazze erano diventate quasi un rumore di sottofondo, perché la mia attenzione era rivolta altrove. "Comunque, mi sono divertita tantissimo sabato," disse Marisol, e sentii le altre concordare. Nonostante fossi un po' abbattuta per l'assenza di Angela, forzai un sorriso e annuii. Poco dopo, però, sentii delle braccia stringermi da dietro. Notando i tatuaggi, indovinai subito chi fosse e, questa volta, non dovetti fingere di sorridere.

"Stavamo giusto parlando di quanto ci siamo divertite sabato!" esclamò Mari, guardando Angela, che rimase ancora stretta a me. "È stata una bella serata," rispose Angela, ma potevo sentire nella sua voce che si riferiva al nostro 'doposerata' nel dormitorio, e fu impossibile non arrossire. "Vi dispiace se vi porto via questa bimba?" aggiunse scherzando, iniziando a camminare all'indietro, trascinandomi con lei. Tutte scoppiarono a ridere, salutandoci. Riuscii a notare lo sguardo complice e il pollice alzato di Stella.

"Dove mi porti?" chiesi una volta lontane dalle ragazze, camminando al suo fianco. "Dove vuoi andare tu," rispose, girandosi verso di me e offrendomi un sorriso caloroso. Scossi la testa e salii in macchina, ora aperta. "Ho abbastanza fame," le dissi, e senza bisogno di altre parole, Angela iniziò a guidare verso il McDonald's vicino alla nostra scuola.

Ordinammo il cibo e, vista la bella giornata, decidemmo di mangiare ai tavoli esterni. Portai una patatina alla bocca, rilasciando un gemito di piacere, e Angela scoppiò a ridere, divertita dal mio evidente sollievo nel mangiare finalmente. "Per una che sorride sempre anche quando si annoia, basta solo del cibo per renderti felice," disse la maggiore, e anche se mi fece sorridere, la sua riflessione mi fece pensare. "Non è vero che sorrido sempre, anche quando mi annoio," risposi, cercando di capire perché pensasse una cosa del genere. Angela mi guardò come se stessi cercando di prenderla in giro. "Come se prima non lo stessi facendo con le tue amiche," replicò, portandomi un esempio. "Quindi mi stavi osservando da lontano?" ribattei, cercando di evitare la sua risposta. "Beh, direi che quella che mi cercava ovunque eri tu," rispose a sua volta, schivando la mia domanda. Scossi la testa, leggermente imbarazzata di essere stata scoperta. "Ti si accentuano le lentiggini quando diventi rossa in viso," aggiunse Angela, accarezzandomi dolcemente il volto con il dito. "Smettila," sussurrai, sentendo lo stomaco riempirsi di farfalle e il viso diventare ancora più rosso. Non le sfuggiva niente, era attenta ai minimi dettagli. "Non voglio che ti vada qualcosa di traverso, bellezza," rispose divertita alla mia reazione.

Finimmo di mangiare e restammo lì a parlare ancora per qualche minuto, poi tornammo alla macchina e ci dirigemmo verso i dormitori. Arrivate davanti all'ingresso del palazzo, Angela appoggiò un braccio intorno alle mie spalle, tirandomi a sé. Lasciai che le mie braccia si avvolgessero intorno a lei mentre camminavamo verso la porta del mio dormitorio, che si trovava un piano sotto rispetto a quello di Angela. "Grazie per oggi," dissi fermandomi davanti alla porta, ma senza allontanarmi da lei. "E grazie per essere rimasta con me anche l'altra sera, mentre dormivo," aggiunsi poi, alzando lo sguardo per incontrare i suoi occhi blu.

"Non ti avrei mai lasciato sola," rispose, sistemandomi i capelli dietro l'orecchio. "Ti scrivo più tardi," aggiunse, e io annuii, stringendola forte. Lei ricambiò l'abbraccio per qualche secondo, poi si staccò, lasciandomi inserire le chiavi nella serratura. "Niente bacio?" la sentii dire con tono divertito e provocatorio, mentre stavo per aprire la porta. "Solo perché te lo sei meritato," risposi, girandomi velocemente verso di lei e afferrandole il viso con una mano, per poi baciarle la guancia. "Molto meglio adesso," commentò Angela. Lasciai scappare una risatina, poi entrai nella stanza, chiudendo la porta dietro di me, felice più che mai di aver passato del tempo con lei anche oggi.

Si baciano tutti tranne noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora