Capitolo 1 - Rivelazioni

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Era passata da poco la mezzanotte quando lasciai il mio gruppo di amici, e mi incamminai verso l'uscita del Luna Park. Come ogni sabato, da diverse settimane ormai, passavamo la serata in quel luogo perché fondamentalmente non avevamo altro posto in cui andare; la nostra cittadina, Colbay Town, era piccola e deserta, riusciva ad animarsi un po' di più solo d'estate, da quando il Sindaco aveva fatto istallare, un anno prima, quel parco divertimenti.

A quell'ora il Luna Park si preparava a chiudere, e già le prime luci erano state spente. Solo la grande insegna lampeggiava, energica, sulla cancellata dell'ingresso. Poche persone passeggiavano ancora, ed erano tutte indirizzate verso l'uscita come me.

Con le mani nelle tasche del mio giubbottino verde militare, mi guardavo attorno, annoiato. Sentii il pacchetto di sigarette nella tasca destra, così ne presi una e me la accesi. Nonostante il vociare indistinto ed il sottofondo musicale ancora presente, potevo udire i miei passi strascicati sul terreno. Soffiai fuori il fumo dalla bocca, osservandone le strane forme che assumeva prima di disperdersi nell'aria.

Una coppia sorridente mi passò accanto, erano sottobraccio e proprio di fronte a me si scambiarono un lungo bacio a stampo. Un po' imbarazzato abbassai lo sguardo.

L'amore era diventato un argomento un po' delicato per me. Avevo scoperto circa 6 anni prima, all'età di 16 anni, di essere gay, e non era stato un percorso per niente facile. Mio padre non l'aveva presa molto bene, ed il nostro rapporto era andato logorandosi giorno dopo giorno. Mia madre, invece, aveva capito i tormenti che stavo vivendo e mi era stata vicina fin da subito. La faccia che fece quando glie lo dissi, però, rimarrà impressa in modo indelebile nella mia mente.. Ogni volta che ci ripenso mi viene da ridere, era sbiancata in volto e mi aveva guardato con aria spaesata, alla ricerca delle giuste parole da usare. Povera mamma.

In quegli anni avevo avuto solo un paio di storielle di poco conto, nessuno mi aveva realmente fatto perdere la testa e mi ero solo divertito un po'.

Sapevo di essere un bel ragazzo, o perlomeno di piacere, con i miei occhi azzurri e i capelli lisci castano chiaro, che portavo sempre un po' disordinati, con un ciuffo laterale sulla fronte che mi accorgevo di sistemare spesso. Non molto alto, mi piaceva fare un po' lo strafottente con i ragazzi (era anche la mia tecnica di abbordaggio), fingermi un duro, con tanto di tatuaggi che mi ero fatto sulle braccia e sulle gambe, poco tempo prima; ma in realtà ero un tipo estremamente sensibile, e questa era solo la corazza che mi ero creato per difendermi.. dalla vita, dalle persone, da tutto.

La coppietta davanti a me continuava a sbaciucchiarsi, così, infastidito, presi un'altra stradina che speravo mi avrebbe portato all'uscita, passando tra due grandi furgoni e gente dall'aria poco rassicurante che stava sbaraccando una bancarella.

D'un tratto sentì qualcuno fischiare delicatamente. Sembrava una specie di richiamo. Non ci badai molto, e tirai dritto per la mia strada. Finché una voce femminile chiamò distintamente il mio nome. "Louis!" Mi bloccai sul posto e mi guardai intorno. "Louis!" Continuò. Non c'era un'anima viva nelle vicinanze, solo qualche tendone e diversi furgoncini qua e là. Scossi la testa e ripresi a camminare. "Louuuis!" Sembrava una voce di donna, delicata ma profonda. Qualcuno stava decisamente cercando di ottenere la mia attenzione, ma dal momento che non si faceva vedere, mi sembrò d'un tratto tutto uno scherzo. "Chissà", pensai, "magari quei cretini di Luke ed Oli si sono nascosti da qualche parte e si stanno prendendo gioco di me". I miei amici erano soliti fare questi scherzetti da dodicenni, così urlai: "Luke, Oli. So che siete voi. Dai, dove vi siete nascosti?". Ma nessuno rispose né saltò fuori.

Sbuffai e un po' scocciato, mi avvicinai ad un tendone un po' malconcio a qualche metro da me. Era l'unico che aveva ancora una luce fioca accesa all'interno. Scostai un lembo della tenda e sbirciai dentro. "Oli? Siete qui?". Feci qualche passo ed entrai.

IL MIO SOLO DESTINO ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora