A circa mezz'ora al mio arrivo in Australia, ero letteralmente a mare.
Dopo aver lanciato quella bomba e aver aspettato qualche secondo, Paulo aveva chiuso la chiamata, lasciandomi imbambolata come una scema.
Nonostante la sua ammissione del segreto desiderio che mi riguardava, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era al bambino che sarebbe nato.
Non ero riuscita a fare nulla.
I documenti della scuderia erano davanti a me, in attesa di essere compresi.
Ma nonostante il tempo che avevo provato a dedicargli, il mio cervello era come spento.E il vuoto che sentivo all'altezza del cuore non aiutava di certo.
Asciugai subito la lacrima che mi era scappata e chiesi ad un hostess un caffè, di cui avevo un disperato bisogno.
Quando mi arrivò feci un respiro profondo e aprì il fascicolo per l'ennesima volta, fino a leggere il nome di mio padre.
<<Sarà un'esperienza meravigliosa Sophie, te lo posso assicurare.>> Erano le parole che mi aveva detto prima che partissi e che mi tornarono in mente al leggere il suo nome.
E ci speravo.
Speravo davvero che avesse ragione, perché l'unica cosa di cui avevo bisogno era staccare il cervello, visto che non potevo né volevo dimenticare.Nonostante ero consapevole che non avrei memorizzato tutto, da degna figlia di mio padre, mi impuntai e dedicai l'ultima parte del volo a quel fascicolo.
Ogni singolo instante.
Affinché non mi rimanesse tempo per pensare.Quando, dopo un po' atterrai afferrai la borsa nella quale avevo infilato il fascicolo e dopo aver salutato l'equipaggio scesi.
Accennai un sorriso al riconoscere Vasseur davanti ad un van.
"Buonasera Fred, non dovevi disturbarti."
"Buonasera a lei signorina, si figuri.
Un piacere."Vasseur sorrise e mentre caricavano i miei bagagli, mi aprì lo sportello.
Durante il tragitto verso l'hotel, dopo avermi chiesto del volo, Vasseur mi diede qualche breve indicazione per l'indomani.
Una volta arrivati, aspettò che mi diedero le chiavi della stanza e mi accompagnò.
"La mia stanza è in fondo al corridoio.
La 1030, per qualsiasi cosa.
E anche i ragazzi sono su questo piano.""Ti ringrazio Fred, buonanotte."
"Buonanotte signorina."
Alzai lo sguardo per assicurarmi che fosse la stanza corretta.
1016, era lei.
Entrai nella stanza e rimasi a bocca aperta.
Era bellissima.
Mi chiusi la porta alle spalle e aprì la valigia tirando fuori il pigiama e i vestiti che mi sarebbero serviti tra qualche ora.
Avrei sistemato il resto domani.
Non credo di essere mai stata così veloce nel prepararmi per andare a dormire, ma la verità è che ne avevo bisogno.
Non avevo dormito prima di partire.
Non avevo chiuso occhio per il tutto il volo, che non era mica stato breve.
E c'era il fuso.Misi il cellulare in carica e mi buttai sul letto a morto.
Chiusi gli occhi e li riaprì dopo qualche istante.
Come avrei fatto a dormire, non ne avevo idea.
Ogni volta che chiudevo gli occhi, la mia mente andava lì, ancora di più di quando gli occhi erano aperti.
Quando sentì vibrare il mio cellulare, mi voltai.
Dannazione Dybala.
Era un suo messaggio, e a leggere il suo nome sentì un nodo in gola.
<<Ho visto che ti ho chiamata, ma non avevo il coraggio di scriverti.
E sinceramente parlando, non ne sono ancora convinto ma il dubbio su ciò che posso averti detto mi tormentava.
Dimmi che non ho fatto un casino Sophie.
Dimmi che è tutto ok.
Ti prego, principessa.>>
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• Scandal • Charles Leclerc & Paulo Dybala
FanfictionSegreti e scandali hanno sempre camminato di pari passo. Nessuno è privo dei primi, che sono per eccellenza la causa scatenante dei secondi che si sa, quando scoppiano sono un vero e proprio uragano. Un uragano forte e spietato che non risparmia nes...