Percorrevo il corridoio della fabbrica Ferrari accompagnata da un membro del consiglio, sotto gli occhi dei dipendenti.
Mi stava aggiornando su delle piccole novità mentre facevamo il giro della sede.
In quel momento era come se stessi percorrendo quei corridoi per la prima volta.
Per la prima volta ero Sophie e non soltanto la figlia del presidente.
Anche se, proprio per via di mio padre, sapevo bene che avrei dovuto dimostrare il doppio rispetto ad altri.
"Questo è tutto Sophie.
Benvenuta in Ferrari." Mi disse il mio accompagnatore, che aveva visto passare di lì svariati dirigenti"Ci aspettiamo molto da te." Aggiunse e gli sorrisi leggermente
"Sappiamo quanto hai sempre fatto per la Juventus, la tua dedizione nei suoi confronti.
Pensi di poter fare lo stesso per la Ferrari?"Annuì.
"Sono legate a doppio filo." Risposi e lui rise
"Hai perfettamente ragione." Mi disse per poi aprire una stanza
"Questo sarà il tuo ufficio qui.
Ti lascio libera così puoi sistemarti." Aggiunse ed io annuìPosai la borsa sulla scrivania e feci un respiro profondo.
Quell'ufficio era immenso.
E la vetrata mi dava una vista bellissima.Quando mi voltai, sorrisi alla vista di un mazzo di rose bianche.
Non c'erano bigliettini, ma non servivano.
Ogni volta che raggiungevo un nuovo traguardo, ricevevo sempre un mazzo di rose bianche da mio padre.
Mi sforzai di non voltarmi nuovamente verso la vetrata e quindi su tutte le Ferrari parcheggiate e mi feci distrarre dalla vibrazione del mio cellulare.
Quel <<Congratulazioni Bubi, sono fiero di te.>> mi aveva fatto sorridere come una scema.
Mi diressi verso la porta, con l'intenzione di chiuderla e accennai un lieve sorriso al leggere la targhetta con il mio nome.
Non avevo idea se lavorare lì mi sarebbe piaciuto alla fine, ma sapevo che sicuramente sarebbe stato iconico.
Quando feci per chiudere la porta, mi bloccai.
"Sophie, ciao."
Un sorridente Charles Leclerc in tenuta da gara, mi salutò.
"Ciao Charles."
Il pilota notò la targhetta sulla porta del mio nuovo ufficio e sorrise nuovamente.
Poi puntò i suoi occhi su di me.
"Ho saputo la notizia.
Congratulazioni e benvenuta." Mi disse porgendomi la manoGli sorrisi e ricambiai la stretta.
E sotto sotto non mi stupì quando una scarica elettrica mi percorse il corpo.
Rimasi in silenzio.
Mi bastò guardare Charles in viso per capire che aveva percepito anche lui quella scossa.
Il mio cuore iniziava a far male per quanto veloce stava battendo.
Non ci conoscevamo da molto, anzi praticamente solo di vista, ma ogni volta che lo incrociavo andavo in tilt.
Forse Greta aveva ragione.
Forse ero pronta ad andare avanti.Quando sciogliemmo la presa, lui accennò un sorriso nel tentativo di sembrare disinvolto ed io entrai nella più disperata delle difficoltà.
Lo osservavo nel tentativo di mascherare il caos che stavo provando.
C'era qualcosa che non riuscivo ad ignorare.
Ma non era decisamente il momento di farmi distrarre, specialmente da lui.
"So che te la caverai, ma nel caso avessi bisogno di qualcosa conta pure su di me.
Anche semplicemente per della compagnia.
Dopotutto non fa mai male averne un po'." Mi disse spezzando il silenzio che si era creatoGli sorrisi sincera.
"Grazie Charles, mi fa piacere sentirlo."
Mi sorrise più sincero che mai.
"Quando e se ne avrai bisogno sono qui.
Giù, in mezzo agli ingegneri per la maggior parte delle volte."Gli accennai un sorriso e lui mi fece un cenno con il capo a mo di saluto.
Non sapevo spiegare esattamente cosa fosse successo.
Per quanto il momento in sé era stato estremamente semplice, ciò che si era smosso dentro di me di certo non lo era.
Mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti.
Chiusi gli occhi e sospirai.
Quelle quattro parole scambiate con lui mi avevano scosso più di quanto volessi ammettere.
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• Scandal • Charles Leclerc & Paulo Dybala
FanfictionSegreti e scandali hanno sempre camminato di pari passo. Nessuno è privo dei primi, che sono per eccellenza la causa scatenante dei secondi che si sa, quando scoppiano sono un vero e proprio uragano. Un uragano forte e spietato che non risparmia nes...