7 - It always keeps shining -

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Avevo passato l'inizio della serata a parlare con Oriana, in compagnia di un Paulo improvvisamente muto.

L'attaccante aveva detto soltanto un paio di parole da quando la sua ragazza si era unita a noi.

Non eravamo allo stesso tavolo eppure avevo percepito il suo sguardo addosso per tutta la cena.

L'avrei riconosciuto ovunque.

Mi ero dimenticata del motivo per cui ero a Roma quella sera, della presenza di quel giornalista, di tutto.

Sentivo solo i suoi occhi fissi su di me.

Quello, e il messaggio che mi aveva inviato qualche giorno prima.

Mi era tornato in mente quando avevamo preso posto ai nostri tavoli.

Mi ero convinta che quel messaggio era indirizzato a qualcun'altro, eppure non appena l'avevo rivisto, non mi sembrava più così.

Ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a capire per quale motivo mi chiedeva scusa.

Avevo deciso di chiedere direttamente a lui prima di andare in hotel, ma sembrava quasi che non dovessi.

Non c'era stato un solo momento in cui mi ero potuta spostare verso di lui.

Fino a fine serata.

Mi stavo dirigendo verso l'uscita del ristorante quando lo vidi proprio lì.

In palese attesa di Oriana.

Avanzai verso di lui e mi schiarii la voce quando fui vicina.

Paulo spostò il suo sguardo, dalla vista di Roma alla sottoscritta.

"Torni a casa?"

"Nel pomeriggio.
Adesso vado in Hotel." Risposi vista l'ora

"Tu aspetti Oriana?"

Lui annuì.

"Allora posso rubarti un minuto?" Domandai e lui incatenò gli occhi ai miei

"Anche tutta la notte"

Sentì una sensazione all'altezza del petto.

Mi morsi l'interno della guancia, e poi parlai.

"Perché dovrei scusarti?"

Paulo accennò un sorriso.

"Ti chiedo scusa adesso.
Per averti fatta scervellare.
Ho sbagliato a selezionare il contatto e me ne sono accorto dopo l'invio." Mi disse ma a me sembrava una bugia

Conoscevo Paulo e in quel momento mi sembrava tante cose, ma non sincero.

Sospirai per poi scuotere la testa.

"Buonanotte Paulo, stammi bene."

Lo superai senza aspettare la sua risposta ma riuscì ad afferrarmi il braccio.

"Che ti prende?"
"Niente."

Lui sospirò.

"Sophie, ti conosco."

Ed io conosco te Paulo.

"Voglio andare a dormire Paulo.
Sono stanca."

"Devo tornare a Torino presto."

Quando sentì nominare Torino, gli occhi di Paulo divennero lucidi per un'attimo.

Torino restava una ferita aperta per lui.

Avrei scommesso qualsiasi cosa che la considerava ancora casa.

"Ti manca non è vero?" Domandai

Sospirò nuovamente.

"Mi mancherà sempre.
Ci ho lasciato il cuore." Mi rispose con un palese nodo alla gola

"Mi dispiace che sia andata così." Ammisi e lui mi accennò un sorriso triste

"Anche a me.
Dio solo sa quanto."

Paulo alzò la testa, in quello che riconobbi essere un tentativo di evitare di piangere.

E lo capivo.

Sapevo benissimo quanto la Juventus avesse significato per lui.

Lo sapevano tutti.

Ma nonostante questo, la sua strada e quella della giuventus come la chiamava lui, si erano divise.

Posai una mano sulla sua spalla e gliela accarezzai.

"Stai continuando benissimo.
Continui a costruire un bellissimo percorso." Gli dissi sincera

Lui mi sorrise.

"Grazie, ci sto mettendo tutto me stesso."

"Lo so, lo sanno tutti."

Quando sentì il rumore di alcuni passi, lo riguardai.

"Buonanotte Paulo, in bocca al lupo per tutto."

"Buonanotte Sophie, continua sempre a brillare."

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