Prologo

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Winter

Ricordavo ogni singolo dettaglio di quelle notti, come se fossero ancora lì, ad aspettarmi dietro l'angolo, pronte a riaffiorare non appena chiudevo gli occhi. Il rumore della porta che sbatteva, i passi incerti di mio padre che cercava di mantenere l'equilibrio, mentre si trascinava verso il salotto. Erano sempre uguali, quelle sere. Lui tornava ubriaco, l'odore del whisky che riempiva l'aria ancora prima che lo vedessi. E poi le urla.

Mi rannicchiavo sulle scale, nascosta nell'ombra, mentre la voce di mia madre si spezzava sotto il peso delle sue parole. Non riuscivo a vedere nulla da lì, ma non ne avevo bisogno. Sapevo esattamente cosa stava succedendo. Lui cominciava a urlare, come se fosse colpa sua, come se tutto il mondo fosse contro di lui. E poi... il rumore sordo di uno schiaffo, un colpo secco che faceva tremare le pareti.

Mia madre piangeva, cercava di calmarlo, di dirgli che tutto sarebbe andato bene, ma sapevo che stava mentendo. Non andava mai bene. Mi rintanavo in camera, il cuscino premuto sulle orecchie, ma non riuscivo mai a spegnere quel suono. Il pianto di mia madre, soffocato e disperato, mi penetrava nella pelle, si infilava tra i pensieri e non mi lasciava più.

Avrei voluto fare qualcosa, dire qualcosa. Ma ero solo una bambina. Rimanevo lì, impotente, con il cuore che batteva così forte da farmi male. Ogni colpo che lei riceveva sembrava attraversare le mura e arrivare dritto fino a me.

Quelle notti non finivano mai.

TWISTED SHADOWSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora