Cap. 4 Ella- Gravità

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"Possono due occhi capovolgere il tuo mondo?"


Cap 4 Ella

I week end al campus hanno sempre rappresentato il mio piccolo girone infernale.

L'assenza di attività programmate, sembra scatenare la fantasia malefica delle regine del Campus. Il loro dominio prevede un sistema di oligarchia totalitaria in cui siedono al vertice, circondate da pochi fedeli leccapiedi e da un esercito di sudditi desiderosi di compiacerle. In questo schema io figuro appena più in basso dei servi della gleba.

Al momento Stella dorme rannicchiata nel suo letto, con il viso affondato nel cuscino. A vederla così potrebbe sembrare quasi indifesa, con quei lineamenti da fatina celtica, la realtà, però, è tutta un'altra cosa.

Scivolo in bagno cercando di fare meno rumore possibile. Sono le sei del mattino e inspiegabilmente sono già sveglia. Probabilmente è colpa dell'adrenalina dovuta alle novità di ieri. Mi sento impaziente e stranamente euforica e lo so che è una cosa stupida: chi mai potrebbe sentirsi eccitato all'idea di dare delle ripetizioni?

Lego i capelli nella solita treccia stretta, è un'abitudine che ho sempre avuto, anche se non so il perché, un gesto istintivo di cui non posso fare a meno. Non li ho mai tagliati, un'altra caratteristica da aggiungere alla lista delle mie stranezze. Li spunto da sola, sono diventata esperta, seguendo un paio di semplici tutorial on line. A volte mi occupo anche del taglio di Spencer e Isaiah. Dylan non ne ha bisogno, il suo stile militare prevede una rasatura quasi totale, per la quale si arrangia da solo, con una macchinetta da quattro soldi.

Raggiungo svelta l'impianto della piscina coperta, da cui parte il percorso pedonale che costeggia tutto il perimetro del campus. Sono decisa a farmi una lunga camminata, è sempre stata la mia medicina preferita contro il sovraffollamento di pensieri, mi mantiene in forma e soprattutto è gratis. Di solito preferisco andarci prima di cena, ma visto che sono sveglia tanto vale approfittarne. Faccio un paio di esercizi di stretching, respirando l'aria fresca del mattino.

Aggancio le cuffiette al telefono, attacco la mia playlist preferita e procedo lungo il percorso.

Sarò all'altezza lunedì?

E se andasse male?

Alzo la musica a tutto volume, lascio che mi invada le orecchie e la mente allontanando a poco a poco i pensieri molesti. Aumento il passo seguendo il ritmo, assecondando il movimento con le braccia e la testa. Adoro questa canzone. L'aria frizzante mi fa sentire di buon umore, anche se so già che tra un'oretta comincerò a boccheggiare per il caldo. Forse avrei fatto meglio ad investire un paio di dollari in una bottiglietta d'acqua alle macchinette. Proseguo comunque, non ho voglia di tornare indietro. Vorrà dire che raggiungerò il ruscello per rinfrescarmi, sono sicura che ce ne sia uno non molto lontano da qui. Ci sono già stata lo scorso anno, anche se non ho fatto troppo caso al tragitto.

Lascio la strada battuta, imbocco un sentiero tra gli alberi che trovo familiare e mi lascio trasportare dal travolgente ritmo latino del pezzo successivo. Adoro ballare da sola, nella mia stanza. Una volta Is mi ha beccata e mi ha presa in giro per giorni, anche se alla fine ha dovuto ammettere che non me la cavo per niente male. Sto ancora canticchiando quando, di colpo, mi ritrovo proiettata in avanti con la fronte a tre centimetri dal terreno. Gli stupidi lacci delle mie consumatissime scarpe da tennis si sono impigliati in una radice, facendomi ruzzolare a terra, con l'eleganza di un bradipo ubriaco. Grazie al cielo sono in mezzo al nulla, nessuno mi ha visto.

Porca miseria, sono in mezzo al nulla e non so assolutamente dove mi trovo. Come ho fatto a non accorgermene prima?

Sono scivolata nei miei pensieri e ho perso il contatto con la realtà, ecco come, non è certo la prima volta.

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