Ella cap.8- Video

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Ella Capitolo 8

«Santa Madre Celeste!». David porta le mani davanti agli occhi.

Non riesce a credere a quello che sta guardando e nemmeno io.

Siamo seduti su una scomoda panca della sala riunioni e dovremmo discutere delle proposte di progetti sociali da avviare nelle prossime settimane, ma cinque minuti fa è scoppiato il finimondo.

Stella Brown e Amelia Lee sono comparse sulla schermata di tutti, e dico tutti, i presenti in un video in cui ballano mezze nude con una bottiglia di whisky in mano. Sullo sfondo è visibile, in modo inequivocabile, il simbolo del Campus.

Le mie compagne di stanza sono palesemente ubriache e si strusciano in modo provocante.

Sono quasi dispiaciuta per loro e lo so che non dovrei perché, diamine, mi fanno passare le pene dell'inferno ogni estate da tre anni, ma non riesco a farne a meno. Nessuno dovrebbe trovarsi in una situazione tanto spiacevole.

Stacco gli occhi dallo schermo e intercetto Joshua, appoggiato ad una colonna. Svetta sulla maggior parte dei ragazzi intorno a sé, impeccabile nel suo look minimal: t-shirt grigio antracite e jeans.

Anche lui, come tutti, sta fissando lo schermo del suo iPhone.

Arriccia le labbra in un ghigno trattenuto e sembra... compiaciuto.

Alza lo sguardo e mi scruta per un momento, fa un piccolo cenno con il capo, digita qualcosa sulla tastiera ed esce dalla stanza.

Un attimo dopo il mio cellulare trilla.

A più tardi, non vedo l'ora di ascoltare il capitolo quattro.

Non riesco a fare a meno di sfoggiare un sorrisetto ebete.

«Qualcuno sembra felice».

David mi squadra con l'aria di chi la sa lunga.

Non riesco a negare, è troppo evidente.

Ho passato la notte a girarmi e rigirami in preda all'agitazione e sono costretta ad ammettere che, poco fa, il mio battito è schizzato alle stelle.

«D'altra parte, chi non lo sarebbe se potesse mettere le mani su quelle chiappe sode?».

«Ehi, io non ho per le mani proprio niente, razza di pervertito».

Gli lancio il pacchetto di fazzoletti che avevo appoggiato sulla panca, sfiorandolo di sbieco.

«Non ancora» fa ballare le sopracciglia su e giù ammiccando.

Rido di cuore.

Non posso continuare a negare quello che sento per Joshua, lui mi attira e mi respinge, poi rimescola ancora tutto, in un groviglio di sensazioni che non riesco a comprendere.

Ho sempre creduto che l'incidente mi avesse in qualche modo portato via un tassello, menomata di quella parte irrazionale che si associa alla mia età. Da sempre un'adulta- bambina incapace di provare slancio e passione. Poi è arrivato lui e ha capovolto ogni prospettiva.

Un tonfo mi fa sobbalzare, il vociare intenso dovuto alle chiacchiere dei presenti si attenua di colpo.

La professoressa Dover ha un'aria bellicosa e nessuno ha voglia di sfidarla.

«Quello che è accaduto questa mattina è assolutamente inaccettabile e non dovrà ripetersi per nessuna ragione. Perciò ascoltatemi bene». Sposta lo sguardo da un punto all'altro della stanza inquadrandoci uno ad uno. «Verrà svolta un'indagine approfondita, il consiglio organizzativo si riserva di convocare chiunque di voi. Se qualcuno risulterà coinvolto in questa storia dovrà risponderne direttamente a me e sappiate che verranno presi seri provvedimenti».

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