Capitolo 12: il rapimento

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Il gruppo camminava silenziosamente attraverso la foresta, il suono delle loro scarpe che schiacciavano il terreno bagnato era l'unico rumore a rompere la quiete innaturale intorno a loro. L'aria era fredda, il vento tagliente li costringeva a stringersi nei loro vestiti per proteggersi. Alex camminava in testa, la mente completamente assorbita dai pensieri che la tormentavano da ore: Jun. Doveva tornare al rifugio. Doveva assicurarsi che Jun fosse al sicuro.

Dietro di lei, Seokjin studiava attentamente la mappa consumata che teneva tra le mani. Non sembrava convinto del piano, ma non c'erano molte alternative. "Se torniamo al rifugio," disse, rompendo il silenzio, "dobbiamo farlo in fretta, non sarà sicuro per molto tempo."

Alex annuì, ma non poteva far altro che sentirsi impotente. Il rifugio era stato il loro punto di riferimento, il luogo in cui Jun poteva sentirsi al sicuro quando avevano dovuto abbandonarlo, il solo pensiero di averlo lasciato lì, anche se con altri sopravvissuti, le aveva creato una voragine nel petto.

"Dobbiamo tornare da lui," mormorò a se stessa, abbastanza forte da essere udita da Jungkook, che camminava al suo fianco. Lui non disse nulla, ma le posò una mano sulla spalla, come a rassicurarla che avrebbero fatto tutto il possibile.

Taehyung, dietro di loro, ascoltava senza intervenire, il volto era sempre impassibile. Aveva lo sguardo attento agli alberi, come se aspettasse di vedere nemici spuntare in ogni momento tra le fronde.

Dopo diverse ore di cammino, Seokjin si bloccò all'improvviso, osservando i segni lasciati sul terreno umido. "Aspettate," disse a bassa voce, inginocchiandosi per studiare meglio le impronte. Alex e gli altri si fermarono immediatamente.

"Cosa vedi?" chiese Jungkook, appoggiandosi con un ginocchio al suolo accanto a Seokjin. Anche Namjoon si avvicinò, scrutando il terreno con attenzione.

"Qualcuno è passato di qui," rispose Seokjin con un tono grave. "Di recente. Forse poche ore fa."

Il cuore di Alex saltò un battito. Si girò istintivamente, cercando con lo sguardo una minaccia nascosta tra gli alberi. "Gli uomini di Yoongi?"

Seokjin annuì lentamente. "È possibile. Non sono tracce di infetti, sono troppo regolari."

Namjoon parlò, accigliato. "Dobbiamo muoverci in fretta, ma con cautela. Se ci stanno seguendo o sono davanti a noi, potremmo essere in guai seri."

Alex sentì un'ondata di ansia travolgerla. Non potevano fermarsi. Non potevano permettersi di essere scoperti. Non ora, quando erano così vicini a tornare da Jun. "Andiamo," disse, cercando di mantenere la voce ferma. "Non possiamo fermarci."

Il gruppo riprese il cammino, questa volta con maggiore cautela. Ogni ramo che si spezzava sotto i piedi sembrava un suono troppo forte, ogni fruscio tra le foglie li faceva irrigidire. Alex non riusciva a distogliere il pensiero da Jun. Si chiedeva se fosse spaventato, se avesse sentito la loro mancanza. L'idea che qualcosa potesse essergli successo le faceva venire i brividi. Non sarebbe riuscita a sopportarlo.

Mentre continuavano a camminare, Taehyung si avvicinò a lei. "Stai bene?" chiese con voce bassa, cercando di non far preoccupare gli altri.

Alex annuì, ma Taehyung sapeva che la sua preoccupazione per Jun era travolgente. "Torneremo da lui," aggiunse, con una nota di rassicurazione nella voce. "Fidati di me."

Alex gli lanciò un rapido sguardo di gratitudine, ma non riuscì a rispondere. Era troppo stanca, troppo sopraffatta dalla paura e dall'incertezza.

Dopo ore di cammino, il gruppo si fermò per una breve pausa, nascosto tra alcuni grandi massi ai margini della foresta. Seokjin controllava la mappa per essere sicuro che stessero andando nella giusta direzione. Namjoon perlustrava i dintorni, la pistola sempre pronta, mentre Taehyung e Jungkook scambiavano brevi sguardi senza parlare.

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