Capitolo 15: fragili Insieme

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Il mattino si stendeva pallido sopra il rifugio, coperto da un cielo color piombo che incombeva come una minaccia. Alex si svegliò, il cuore pesante, come se ogni pensiero della notte scorsa avesse scavato un solco profondo nel suo petto. Le sue dita sfiorarono le labbra, quasi volessero riavvolgere il tempo fino a quel bacio proibito, una tregua momentanea nel caos della loro esistenza. Ma il sollievo era svanito, lasciandola sola con il peso della realtà.

Quando uscì dalla tenda, percepì subito che qualcosa non andava. Il campo, di solito immerso nel silenzio del mattino, era inquieto. Voci sommesse, passi accelerati. Alex si fermò al centro, guardandosi attorno finché la sua attenzione non fu catturata da Namjoon, che con il suo sguardo calmo ma deciso tentava di coordinare gli altri.

"Che succede?" chiese avvicinandosi, il tono teso.

Namjoon la fissò per un attimo, un lampo di preoccupazione nei suoi occhi. "È Jun... è scomparso."

Quelle parole le colpirono come un colpo di fucile. Un senso di gelo le scese lungo la schiena, come se il mondo intorno a lei stesse improvvisamente crollando. "Come... scomparso? Non può essere andato lontano!"

Hoseok, che aveva vegliato su di lui per tutta la notte, raccontò come si fosse addormentato solo per un attimo. Quando si era svegliato, Jun non era più lì, le coperte ancora calde. Tutti si fermarono per un istante, trattenendo il respiro. Sapevano cosa significava uscire da soli, soprattutto nelle condizioni in cui si trovava Jun.

Namjoon fece un passo avanti, il suo tono si fece risoluto. "Non possiamo permettere che resti là fuori. Dobbiamo dividerci e cercarlo. Se dovesse incontrare qualche pericolo..."

Alex non volle ascoltare la fine della frase. Sapeva cosa implicava: il mondo fuori dal rifugio era pericoloso, e Jun, nel suo stato vulnerabile, avrebbe avuto poche possibilità. Non aspettò altro. "Io andrò a cercarlo," disse con determinazione, ignorando il senso di colpa che le stringeva il petto.

Taehyung la osservò, il volto segnato da una preoccupazione che non riusciva a nascondere. Anche se ciò che era successo tra loro doveva restare un segreto, sentiva il legame che li univa come una morsa. Alex evitò di incrociare il suo sguardo, combattuta da un senso di colpa che non riusciva a ignorare: forse, se fosse stata più attenta, Jun non si sarebbe allontanato. Era stato rapito, traumatizzato, e lei si era lasciata distrarre dai suoi sentimenti, dimenticando il suo dovere di proteggerlo.

A quel punto, Jungkook si fece avanti, con lo sguardo teso e determinato. "Dobbiamo cercarlo subito. Non può essere andato lontano."

Namjoon li guardò tutti, mantenendo la calma. "Divideremo il gruppo. Nessuno deve restare da solo: là fuori i pericoli sono infiniti."

Si avviarono verso il bosco, immersi in un silenzio carico di tensione. Alex avanzava a passi incerti, ma non poteva cedere all'angoscia che le serrava il petto. Ogni secondo contava.

Durante la ricerca, vide una figura familiare in lontananza: era Jungkook, che si muoveva tra gli alberi con l'agilità di chi conosce ogni angolo di quella foresta. Quando le si avvicinò, il suo volto era teso, i lineamenti erano segnati dalla preoccupazione.

"Qualche traccia?" sussurrò lui.

Alex scosse la testa. "Niente... ma non può essere andato lontano, non nelle sue condizioni." Sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi, ma le trattenne. "Pensi che sia fuggito di proposito?"

Jungkook rifletté per un istante, poi sospirò. "Non lo so. Con tutto quello che è successo, non mi sorprenderebbe. Portare il peso dell'immunità deve essere devastante."

Alex capiva che il ragazzo portava con sé una sofferenza profonda, il dolore di sentirsi diverso, intrappolato in un ruolo che non aveva scelto. Forse, nel suo stato di fragilità, aveva preferito allontanarsi, cercando una via di fuga da quel peso insostenibile.

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